• 10 anni fa
Aveva vissuto un'ora di terrore, la notte del 10 giugno scorso. Minacciata, malmenata e palpeggiata da un rapinatore, che si è scoperto poi essere il figlio della sua badante. Protagonista della vicenda un'80enne riminese, ex coordinatrice dei giudici di pace, che vive assieme al marito malato. Il rapinatore, un 24enne albanese, è stato fermato e arrestato venerdì: era all'aeroporto di Bologna e attendeva il volo per l'Albania. E' ora in carcere e dovrà rispondere dei reati di rapina aggravata, lesioni e violenza sessuale.

La notte del 10 giugno il giovane si arrampicò sulla grondaia della casa della donna, poi entrò dentro l'abitazione forzando una porta finestra. Svegliò l'anziana, la prese per i capelli, la colpì al petto e poi la palpeggiò. Ci furono pesanti minacce, di violenza sessuale e di morte, millantando un'arma che in realtà il 24enne non possedeva. La coraggiosa anziana fece resistenza, poi rivelò dove teneva nascosti denaro e gioielli. Durata un'ora circa, dalle quattro alle cinque, la rapina fruttò al malvivente 800 euro in contanti e preziosi in oro per circa 30.000 euro. Le minacce urlate prima di lasciare l'abitazione gli sono state però fatali. "Non scherzare con me, un giudice puttana come te mi ha già fatto fare 5 anni di galera", è la frase pronunciata dal 24enne, che in realtà aveva precedenti solo per guida in stato di ebbrezza. Le indagini si indirizzarono subito verso la pista giusta. Il rapinatore conosceva la vittima e i suoi precedenti lavorativi; era al corrente dei problemi di salute del marito e del fatto che i coniugi tenessero soldi in casa per le cure. La lucidità dell'80enne, nel fornire l'identikit del rapinatore, è stata ugualmente determinante. La Squadra Mobile della Polizia iniziò a monitorare i movimenti del figlio della badante dei coniugi. Dalle celle telefoniche risultò il telefono spento i primi due giorni dopo il colpo, poi la presenza del giovane in Veneto.

A incastrare il 24enne però anche il suo ritorno sulla scena del delitto, lo scorso 20 luglio. Per essere sicuro che l'80enne non nutrisse sospetti, il malvivente si presentò nuovamente alla porta della sua abitazione, presentandosi appunto come il figlio della badante. L'80enne aveva notato il tatuaggio sull'avambraccio, lo stesso che portava il suo aggressore. A quel punto la Squadra Mobile ha stretto il cerchio sul rapinatore.

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