• 9 anni fa
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Il ritorno alla Lira non è questione di nostalgia, ma di buon senso. L'euro ha distrutto economia, occupazione e sviluppo. Non è per nulla vero che la moneta è solo un mezzo di scambio. La moneta euro ha alcune caratteristiche che la distinguono dalla vecchia ma ben più amata lira.

L'euro:
1) Non è una moneta controllata dallo Stato italiano ma dalla Bce e dai mercati privati, che la PRESTANO agli Stati a condizioni penalizzanti. Buona parte della spesa pubblica finisce in interessi sul debito pubblico.

2) Non è calibrato sulla competitività dell'economia italiana (e greca, spagnola, portoghese, irlandese...) e quindi strozza le nostre esportazioni, favorendo disavanzi commerciali e indebitamento con l'estero.

Proprio perché non può essere emesso dallo Stato italiano attraverso la Banca d'Italia è legato a vincoli di bilancio pubblico distruttivi. Un'economia in crisi e con milioni di disoccupati deve affidarsi agli investimenti dello Stato per far ripartire il settore privato. Con Fiscal Compact e 3% deficit/Pil tutto ciò non è possibile. L'euro e l'austerità sono la stessa cosa e ci hanno condannato ad un declino di redditi e ricchezza senza precedenti.

La Lira era la nostra moneta, rispondeva alla nostra economia e ai nostri interessi. Con la Lira potevamo impostare una politica industriale e i Governi rispondevano, volenti o nolenti, ai cittadini. Dentro l'euro è facile scaricare la responsabilità sull'Europa, che a sua volta la scarica sui Governi. Un non-moneta nuoce non solo all'economia, ma anche alla democrazia.
Il ritorno alla Lira non è un ritorno al passato, ma la condizione necessaria per tornare ad avere un futuro. Rendiamo l'Italia un Paese dove vivere con orgoglio, fuori dall'euro.

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