• 9 anni fa
Sembra finalmente arrivato il momento delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica. Il Green Act dovrebbe prendere forma nei prossimi mesi, forse entro giugno, e il M5S continuerà nel suo instancabile lavoro di pressione parlamentare affinché la montagna non partorisca un topolino.

Il rilancio delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica è una condizione necessaria non solo per le sacrosante questioni ambientali e sanitarie ma anche per la ripresa dell'occupazione e del reddito nazionale. Sostenibilità, salute e crescita non possono più procedere separate.
Per promuovere la generazione distribuita è urgente avviare una semplificazione burocratica e stabilire un quadro regolatorio certo almeno per qualche anno. Più nel dettaglio sarebbe molto utile stabilizzare le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (ecobonus) come più volte richiesto dal M5S, che per ora ha ottenuto la proroga di anno in anno e la promessa di una futura stabilizzazione.

E' prioritario inoltre ridurre drasticamente gli incentivi diretti e indiretti alle fonti fossili istituendo un sistema di tassazione che consideri i numerosi effetti negativi che il loro massiccio utilizzo determina sull'ambiente, sulla salute e sull'economia (le cosiddette esternalità negative sul clima, sulla qualità dell'aria e dell'acqua, sulla salute e sulla produzione agricola). Secondo lo studio Extern, commissionato dalla Ue, i danni indiretti provocati dalle fonti fossili si aggirano nella sola Europa intorno ai 310 miliardi di euro l'anno.

Il M5S auspica allora che il Green Act metta in atto una profonda riorganizzazione del sistema fiscale intorno al settore energetico, considerando anche l'introduzione della Carbon Tax, già adottata da Paesi come la Franca, il Messico e il Cile e in fase di valutazione in altri Paesi, fra i quali il Sudafrica. Se togliamo alle fonti fossili la "droga" degli incentivi, un sistema energetico a trazione rinnovabile e ad al

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