http://www.pupia.tv - Varese - La compagnia della Guardia di Finanza di Luino ha accertato un tentativo di truffa ai danni di una compagnia assicurativa per oltre 200mila euro, da parte di un falso invalido che ha indebitamente percepito una pensione di invalidità ed indennità di accompagnamento per circa 14mila euro.
I Finanzieri, a fronte di una querela presentata da una società assicurativa, hanno effettuato, su delega del sostituto procuratore, Annalisa Palomba, della Procura della Repubblica di Varese, indagini nei confronti di una donna, quarantenne del varesotto, che ha presentato una richiesta di risarcimento alla compagnia assicurativa, per oltre 200mila euro, dovuto ad un disturbo cronico post-traumatico a seguito di un sinistro stradale subito.
I militari hanno dapprima ricostruito gli atti e i documenti prodotti successivamente al sinistro stradale, dal quale è nato il contenzioso ed hanno acquisito anche tutte le certificazioni presenti presso l’Asl di Varese (ora trasformata nell’Ats Insubria) e presso l’Inps di Varese, in quanto la donna, a seguito dell’incidente, oltre a presentare istanza di risarcimento all’assicurazione, aveva anche richiesto ed ottenuto dall’Inps, il riconoscimento di un’invalidità al 100% con indennità di accompagnamento.
Dall’esame della documentazione è emerso che la donna, il giorno dell’incidente, recatasi al Pronto Soccorso, veniva subito dimessa senza che il referto evidenziasse deficit neurologici o altre patologie invalidanti. Da qui sono nati i primi sospetti da parte dei Finanzieri, i quali hanno avviato ulteriori approfondimenti nell’ambito dell’attività investigativa.
L’esame dell’attività di osservazione e pedinamento ha permesso di accertare che la donna, seppur saltuariamente, lavorava presso un’attività commerciale quale commessa, dando indicazioni alla clientela sui prodotti in vendita ed utilizzando il computer dell’esercizio commerciale.
Inoltre, si recava autonomamente presso esercizi e uffici pubblici per il disbrigo di differenti pratiche, effettuava la spesa nei supermercati, ecc.
Nel fine settimana, si recava anche in montagna per effettuare passeggiate e cercare funghi ponendo in essere, in sostanza, comportamenti di gran lunga differenti da quelli di un soggetto titolare di indennità di accompagnamento, bisognoso di assistenza continuativa.
Le palesi incongruenze, tra lo stato invalidante riconosciuto e le condotte poste in essere, venivano poi confermate sia dal personale in possesso di specifiche competenze professionali, appositamente nominato quale ausiliario di polizia giudiziaria, sia dalla visita di revisione eseguita dalla Commissione Medica dell’I.N.P.S., che provvedeva ad interrompere immediatamente la corresponsione dell’erogazione delle somme relative all’indennità in questione.
A seguito di tale attività, oltre al tentativo di truffa perpetrato ai danni della compagnia assicurativa, le Fiamme Gialle hanno proceduto a denunciare la quarantenne all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e ad attivare le procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite, in quanto la stessa, in sede di visita presso la Commissione Medica, avrebbe ottenuto il riconoscimento dell’invalidità con artifizi e raggiri, simulando il proprio stato invalidante. (23.01.16)
I Finanzieri, a fronte di una querela presentata da una società assicurativa, hanno effettuato, su delega del sostituto procuratore, Annalisa Palomba, della Procura della Repubblica di Varese, indagini nei confronti di una donna, quarantenne del varesotto, che ha presentato una richiesta di risarcimento alla compagnia assicurativa, per oltre 200mila euro, dovuto ad un disturbo cronico post-traumatico a seguito di un sinistro stradale subito.
I militari hanno dapprima ricostruito gli atti e i documenti prodotti successivamente al sinistro stradale, dal quale è nato il contenzioso ed hanno acquisito anche tutte le certificazioni presenti presso l’Asl di Varese (ora trasformata nell’Ats Insubria) e presso l’Inps di Varese, in quanto la donna, a seguito dell’incidente, oltre a presentare istanza di risarcimento all’assicurazione, aveva anche richiesto ed ottenuto dall’Inps, il riconoscimento di un’invalidità al 100% con indennità di accompagnamento.
Dall’esame della documentazione è emerso che la donna, il giorno dell’incidente, recatasi al Pronto Soccorso, veniva subito dimessa senza che il referto evidenziasse deficit neurologici o altre patologie invalidanti. Da qui sono nati i primi sospetti da parte dei Finanzieri, i quali hanno avviato ulteriori approfondimenti nell’ambito dell’attività investigativa.
L’esame dell’attività di osservazione e pedinamento ha permesso di accertare che la donna, seppur saltuariamente, lavorava presso un’attività commerciale quale commessa, dando indicazioni alla clientela sui prodotti in vendita ed utilizzando il computer dell’esercizio commerciale.
Inoltre, si recava autonomamente presso esercizi e uffici pubblici per il disbrigo di differenti pratiche, effettuava la spesa nei supermercati, ecc.
Nel fine settimana, si recava anche in montagna per effettuare passeggiate e cercare funghi ponendo in essere, in sostanza, comportamenti di gran lunga differenti da quelli di un soggetto titolare di indennità di accompagnamento, bisognoso di assistenza continuativa.
Le palesi incongruenze, tra lo stato invalidante riconosciuto e le condotte poste in essere, venivano poi confermate sia dal personale in possesso di specifiche competenze professionali, appositamente nominato quale ausiliario di polizia giudiziaria, sia dalla visita di revisione eseguita dalla Commissione Medica dell’I.N.P.S., che provvedeva ad interrompere immediatamente la corresponsione dell’erogazione delle somme relative all’indennità in questione.
A seguito di tale attività, oltre al tentativo di truffa perpetrato ai danni della compagnia assicurativa, le Fiamme Gialle hanno proceduto a denunciare la quarantenne all’Autorità Giudiziaria per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato e ad attivare le procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite, in quanto la stessa, in sede di visita presso la Commissione Medica, avrebbe ottenuto il riconoscimento dell’invalidità con artifizi e raggiri, simulando il proprio stato invalidante. (23.01.16)
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