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http://www.pupia.tv - Tarquinia (Viterbo) - All’esito di articolate indagini condotte dalla squadra mobile di Roma e dal commissariato romano di “Primavalle”, nella tarda serata di sabato 16 aprile è stato tratto in arresto il latitante Massimiliano Vastante, romano, 51 anni, nella propria abitazione situata nel centro storico di Tarquinia (Viterbo), in via degli Archi 88.

L’uomo era ricercato dallo scorso agosto, in quanto evaso dalla misura della detenzione domiciliare concessagli presso la struttura sanitaria “Agostino Gemelli”, a Roma, approfittando della rimozione del dispositivo elettronico di controllo per l’effettuazione di alcuni accertamenti diagnostici. Dal 6 agosto si era quindi reso irreperibile.

Vastante è stato condannato in via definitiva alla pena di 7 anni e sei mesi di reclusione per un cumulo di pene relative alla commissione di diversi reati, in particolare numerose rapine aggravate. Gli investigatori riferiscono che Vastante intraprende la propria carriera criminale all’inizio degli anni Ottanta, epoca in cui riporta la prima sentenza di condanna per tentato furto in concorso. Sin dagli esordi, lo stesso rivela una particolare spregiudicatezza nell’azione delittuosa, nonché una spiccata pericolosità sociale e una personalità particolarmente violenta, come si evince dalla vicenda che l’ha visto protagonista all’età di 22 anni: dopo aver perpetrato una rapina presso un appartamento sito sulla via Cassia e avere tentato di violentare la domestica, legandola e imbavagliandola, si è reso autore, unitamente al suo complice, di una rocambolesca fuga, al termine della quale sono stati intercettati dall’elicottero della Polizia che ne seguiva le tracce e tratti in arresto all’interno del casolare dove si erano nascosti.

In breve tempo dal primo reato commesso, ha accumulato denunce e segnalazioni varie e la sua carriera delinquenziale, in continuo divenire, si è protratta fino ai nostri giorni senza soluzione di continuità. Il trascorso criminale del rapinatore annovera innumerevoli reati contro il patrimonio (furto, rapina e ricettazione), contro la persona e diverse evasioni. In un’occasione, evaso dagli arresti domiciliari e inseguito da personale di polizia, speronava l’autovettura di servizio, nonché auto private in sosta, rendendosi così pericoloso per la comunità e spingendosi sino al punto di investire l’operatore intervenuto pur di garantirsi la fuga.

Le attività di indagine, coordinate dalla Procura di Velletri, d’intesa con la Procura di Roma, protrattesi da gennaio 2016 e supportate anche da presidi tecnologici, hanno consentito di acquisire elementi utili a ritenere che l’uomo si nascondesse a Tarquinia. La conferma della localizzazione si otteneva sia attraverso le attività tecniche sia mediante i numerosi servizi di osservazione e pedinamento realizzati nei confronti dei familiari e delle persone più vicine al latitante, le quali, al fine di eludere qualsivoglia tipo di intercettazione da parte delle forze dell’ordine, adottavano ogni precauzione come l’alternarsi dell’uso dei mezzi impiegati per gli spostamenti. Lo stesso, proprio per non essere rintracciato, impiegava per contattare ed essere contattato dalle persone che di volta in volta lo favorivano utenze telefoniche dedicate, cosiddetti “citofoni”. Veniva in tal modo ristretto il cerchio delle ricerche nell’area del centro storico del comune di Tarquinia.

Attraverso servizi di osservazione è stato possibile circoscrivere maggiormente il luogo dove si erano concentrate le attività di ricerca, individuando il plesso residenziale presso la quale il latitante aveva trovato rifugio. Il tempestivo intervento si rendeva necessario anche in considerazione del fatto che era intenzione del ricercato allontanarsi a breve dal territorio nazionale per recarsi definitivamente in Spagna, dove ha la disponibilità di un appartamento. Veniva quindi organizzato un servizio specifico al fine di procedere all’arresto del latitante. (19.04.16)

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