http://www.pupia.tv - Napoli - “Cari ragazzi non credete a chi vi dice che il futuro è vostro. E’ vostro il presente, fatto sì di studio, sacrifici e responsabilità. Ma ognuno di voi è dono, siamo vasi comunicanti. Siamo uomini di speranza e quindi di futuro”. Così il cardinale Crescenzio Sepe salutando gli studenti del liceo Mazzini di via Solimena al Vomero, a Napoli, in una giornata dedicata a loro e promossa dai docenti di religione dell’istituto.
Il dirigente scolastico Gianfranco Sanna, dopo aver espresso gratitudine al presule per aver accolto l’invito, accompagnato dalle docenti di religione Daniela, Sofia e Samuele ha portato sua eminenza a visitare l’istituto scolastico sede di un liceo scientifico, linguistico e scienze umane.
Nel plesso scolastico gli studenti hanno accolto il cardinale cantando “Un giorno all’improvviso”, sia per il caldo tifo del cardinale per la squadra del Napoli sia come espressione affettiva nei suoi confronti. Suggestiva l’esecuzione canora di “Caruso” di una giovane studentessa, Arianna Grossi, sia il regalo di una mattonella ricordo con una frase, fatto dal dirigente scolastico a nome di tutto il corpo docente e Ata.
Successivamente il cardinale è entrato nella vicina parrocchia di San Gennaro, accolto dal parroco don Massimo Ghezzi. Qui c’è stata una prolusione del professore Samuele Ciambriello, docente di religione al Mazzini, sulla lettera pastorale del cardinale: “Vestire gli ignudi” che “sollecita a vivere le opere di misericordia, a vestire l’abito dell’amore, della condivisione, avvolgendo di tenerezza e dignità i più poveri”.
Per Ciambriello “aiutare i poveri, condividendo con loro abiti, tempo ed emozioni, richiede sensibilità e rispetto, attenzione alle piccole cose. Sapendo che la famiglia è il vero abito, il primo tessuto di relazioni umane per aiutare l’uomo di oggi smarrito e confuso”. Poi tre studenti - Rosaria, Anna e Leonardo - hanno fatto delle domande al cardinale.
Il presule ha così risposto alle sollecitazioni di Ciambriello e dei ragazzi. “Quando sono arrivato a Napoli dieci anni fa ho voluto baciare la terra di Scampia,dove era stato Giovanni Paolo II, mio amico e maestro. Lì il Papa ha indicato la strada della Speranza e della Condivisione, da lì ho indicato alla mia Chiesa di Napoli come assumere un ruolo attivo e responsabile nella cura dei fedeli e nella gestione del bene comune. Ecco il carattere non contenibile e non misurabile della carità”.
Sepe ha poi ricordato le tante esperienze di solidarietà gestite sia dalla Chiesa di Napoli direttamente che da associazioni e movimenti. Esperienze che gli studenti possono incontrare per sentirsi coinvolti.
Rispondendo, infine, ad una provocazione su una delle più tragiche nudità del nostro popolo e cioè la mancanza di lavoro, il cardinale Sepe ha annunciato che ha sentito i presidenti delle Conferenze episcopali di Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia per organizzare a breve a Napoli una due giorni di riflessione e di proposte che partano dalle Chiese del Sud dove “il tessuto industriale, la presenza criminosa della malavita, la mancanza, tante volte, di una coraggiosa classe imprenditoriale rendono molto più problematica ogni possibile soluzione”. (01.10.16)
Il dirigente scolastico Gianfranco Sanna, dopo aver espresso gratitudine al presule per aver accolto l’invito, accompagnato dalle docenti di religione Daniela, Sofia e Samuele ha portato sua eminenza a visitare l’istituto scolastico sede di un liceo scientifico, linguistico e scienze umane.
Nel plesso scolastico gli studenti hanno accolto il cardinale cantando “Un giorno all’improvviso”, sia per il caldo tifo del cardinale per la squadra del Napoli sia come espressione affettiva nei suoi confronti. Suggestiva l’esecuzione canora di “Caruso” di una giovane studentessa, Arianna Grossi, sia il regalo di una mattonella ricordo con una frase, fatto dal dirigente scolastico a nome di tutto il corpo docente e Ata.
Successivamente il cardinale è entrato nella vicina parrocchia di San Gennaro, accolto dal parroco don Massimo Ghezzi. Qui c’è stata una prolusione del professore Samuele Ciambriello, docente di religione al Mazzini, sulla lettera pastorale del cardinale: “Vestire gli ignudi” che “sollecita a vivere le opere di misericordia, a vestire l’abito dell’amore, della condivisione, avvolgendo di tenerezza e dignità i più poveri”.
Per Ciambriello “aiutare i poveri, condividendo con loro abiti, tempo ed emozioni, richiede sensibilità e rispetto, attenzione alle piccole cose. Sapendo che la famiglia è il vero abito, il primo tessuto di relazioni umane per aiutare l’uomo di oggi smarrito e confuso”. Poi tre studenti - Rosaria, Anna e Leonardo - hanno fatto delle domande al cardinale.
Il presule ha così risposto alle sollecitazioni di Ciambriello e dei ragazzi. “Quando sono arrivato a Napoli dieci anni fa ho voluto baciare la terra di Scampia,dove era stato Giovanni Paolo II, mio amico e maestro. Lì il Papa ha indicato la strada della Speranza e della Condivisione, da lì ho indicato alla mia Chiesa di Napoli come assumere un ruolo attivo e responsabile nella cura dei fedeli e nella gestione del bene comune. Ecco il carattere non contenibile e non misurabile della carità”.
Sepe ha poi ricordato le tante esperienze di solidarietà gestite sia dalla Chiesa di Napoli direttamente che da associazioni e movimenti. Esperienze che gli studenti possono incontrare per sentirsi coinvolti.
Rispondendo, infine, ad una provocazione su una delle più tragiche nudità del nostro popolo e cioè la mancanza di lavoro, il cardinale Sepe ha annunciato che ha sentito i presidenti delle Conferenze episcopali di Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia per organizzare a breve a Napoli una due giorni di riflessione e di proposte che partano dalle Chiese del Sud dove “il tessuto industriale, la presenza criminosa della malavita, la mancanza, tante volte, di una coraggiosa classe imprenditoriale rendono molto più problematica ogni possibile soluzione”. (01.10.16)
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