L’artista e l’amore per i suoi soggetti che trascende anche il genere è il fulcro della mostra Gerda Wegener presente al museo ARKEN, a Copenhagen, Danimarca.
Un florilegio di allusioni all’amore saffico è la cifra stilistica di una artista che aveva trovato nel marito transgender Lili Elbe (Einar Magnus Andreas Wegener) il pioniere del cambio di sesso con la volontà di diventare proprio la modella preferita della moglie.
Nel 1930 Gerda sostenne il marito che divenne Lili cioè uno dei primi uomini a sottoporsi ad una operazione per diventare donna fisicamente e legalmente. La loro storia complessa è stata al centro anche del film di Tom Hooper “La ragazza danese” con Alicia Vikander e Eddie Redmayne.
Con oltre 180 opere questa è la piu’ vasta retrospettiva di Gerda Wegener a 75 anni dalla morte. In Francia l’artista aveva avuto fama e successo mentre in Danimarca le sue illustrazioni sessualmente esplicite non le spalancarono un vasto interesse.
La mostra Gerda Wegener si puo’ visitare all’Arken Museum di arte moderna fino all’ 8 gennaio. Poi dal 4 febbraio viene trasferita al Museo Millesgarden di Stoccolma.
Un florilegio di allusioni all’amore saffico è la cifra stilistica di una artista che aveva trovato nel marito transgender Lili Elbe (Einar Magnus Andreas Wegener) il pioniere del cambio di sesso con la volontà di diventare proprio la modella preferita della moglie.
Nel 1930 Gerda sostenne il marito che divenne Lili cioè uno dei primi uomini a sottoporsi ad una operazione per diventare donna fisicamente e legalmente. La loro storia complessa è stata al centro anche del film di Tom Hooper “La ragazza danese” con Alicia Vikander e Eddie Redmayne.
Con oltre 180 opere questa è la piu’ vasta retrospettiva di Gerda Wegener a 75 anni dalla morte. In Francia l’artista aveva avuto fama e successo mentre in Danimarca le sue illustrazioni sessualmente esplicite non le spalancarono un vasto interesse.
La mostra Gerda Wegener si puo’ visitare all’Arken Museum di arte moderna fino all’ 8 gennaio. Poi dal 4 febbraio viene trasferita al Museo Millesgarden di Stoccolma.
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