Tutti i segreti dei ballerini di Madonna sul grande schermo. Strike a Pose! è il documentario firmato da Ester Gould e Reijer Zwaan. La pellicola racconta la vera storia dei sette ballerini di Vogue, omosessuali e non, diventati icone della libertà sessuale. Era la primavera del 1990 quando esce il video e la canzone più ballata e più cool della popstar americana.
Do you want to have an exclusive Vogue single, hand signed by Jose & Luis Xtravaganza? Go to https://t.co/aI4YVp3cYo, share and win! pic.twitter.com/fF1IBZO1Ax— Strike a Pose Film (@StrikeAPoseDocu) 9 gennaio 2017
Il successo di quel brano fu planetario: più di 6 milioni di copie vendute e una sequenza di mosse – che accompagnava il brano, diventata una vero e proprio fenomeno di costume e inno dei movimenti gay e lesbo.
An exclusive clip from our raw footage: Jose Gutierez Xtravaganza goes back in time to recall the best performance of Like a Virgin. pic.twitter.com/XUgjuYZfEm— Strike a Pose Film (@StrikeAPoseDocu) 15 gennaio 2017
“Incredibile, un’esperienza straordinaria. Ho sviluppato un legame fortissimo con lei, in quel periodo guardavamo a lei con un atteggiamento anche di tipo materno. Era comunque un’icona. Lei si prendeva cura di noi e tutto quello che abbiamo fatto insieme è stato fantastico, penso che sia stato un periodo eccezionale”, racconta uno dei ballerini Jose Gutierez.
“Strike a Pose!” invitava il pubblico a imitare le pose plastiche delle modelle e dei modelli di Vogue, liberando la propria personalità, abbattendo barriere, preconcetti e conformismi. Per Gutierez, ora insegnante di danza, il Blond Ambition Tour gli cambiò la vita: “E’ stato pazzesco, vedere muoversi e ballare così tante persone, noi eravamo molto espressivi e schietti; in quel momento eravamo solo noi stessi. Non era come se stessimo recitando o cercando di esprimere qualcosa di politico. Eravamo noi stessi, volevamo solo esprimere la nostra personalità.”
Purtroppo uno dei ballerini di quel video morì a soli 26 anni per AIDS. Acclamato dalla critica nei principali festival, tra cui Berlino, Chicago e Tribeca, il docu-film sarà presentato in anteprima nelle sale di New York alla fine del mese. Nelle sale italiane è stato proiettato solo il 5 e 6 dicembre scorsi.
You know you can do it. https://t.co/LeV64Nk0MM StrikeAPoseDocu JustPopInOnline DamienCenter pic.twitter.com/DrkGSsjdMF— Indy Film Fest (IndyFilmFest) 13 gennaio 2017
US, get ready and Strike a Pose! Only a few days to go :-) https://t.co/Lqhs7c1C9q— Strike a Pose Film (@StrikeAPoseDocu) 12 gennaio 2017
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Il successo di quel brano fu planetario: più di 6 milioni di copie vendute e una sequenza di mosse – che accompagnava il brano, diventata una vero e proprio fenomeno di costume e inno dei movimenti gay e lesbo.
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“Incredibile, un’esperienza straordinaria. Ho sviluppato un legame fortissimo con lei, in quel periodo guardavamo a lei con un atteggiamento anche di tipo materno. Era comunque un’icona. Lei si prendeva cura di noi e tutto quello che abbiamo fatto insieme è stato fantastico, penso che sia stato un periodo eccezionale”, racconta uno dei ballerini Jose Gutierez.
“Strike a Pose!” invitava il pubblico a imitare le pose plastiche delle modelle e dei modelli di Vogue, liberando la propria personalità, abbattendo barriere, preconcetti e conformismi. Per Gutierez, ora insegnante di danza, il Blond Ambition Tour gli cambiò la vita: “E’ stato pazzesco, vedere muoversi e ballare così tante persone, noi eravamo molto espressivi e schietti; in quel momento eravamo solo noi stessi. Non era come se stessimo recitando o cercando di esprimere qualcosa di politico. Eravamo noi stessi, volevamo solo esprimere la nostra personalità.”
Purtroppo uno dei ballerini di quel video morì a soli 26 anni per AIDS. Acclamato dalla critica nei principali festival, tra cui Berlino, Chicago e Tribeca, il docu-film sarà presentato in anteprima nelle sale di New York alla fine del mese. Nelle sale italiane è stato proiettato solo il 5 e 6 dicembre scorsi.
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