http://www.pupia.tv - Casarano (Lecce) - Un kalashnikov di fabbricazione cinese, un’arma “rustica” per la facilità con cui può essere utilizzata, una carabina calibro 22 e un fucile da caccia modello “Benelli”, calibro 12 che era stato rubato nel 2015 all’interno di un’abitazione di Alessano: è questo il bottino che i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce e gli uomini del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Casarano hanno scoperto nelle campagne della città, balzata nei mesi scorsi agli onori della cronaca, per una lunga scia di sangue.
Le armi erano state nascoste con scrupolosità: tutte erano state accuratamente avvolte nel cellophane, poi in buste di plastica per evitare l’esposizione al sole o alle intemperie e, infine, fermate con dello nastro adesivo. Così custodite, erano state inserite all’interno di un muretto a secco che era stato smantellato e poi ricostruito per creare una specie di “cassaforte” naturale, lontana dagli occhi indiscreti.
Trovarle non è stato semplice: i militari hanno battuto palmo a palmo la zona anche con l’aiuto dei metal detector che hanno segnalato la presenza di metalli tra le pietre. In alcuni casi, sono spuntate fuori semplici lattine, ma in altri no, si trattava di fucili, perfettamente funzionanti e probabilmente utilizzati dalla mala per compiere chissà quale crimine.
Già, perché adesso toccherà agli accertamenti biologici e balistici ricostruire se e quando sono state utilizzate o chi le ha impugnate grazie alle impronte digitali eventualmente lasciate sia sulle armi che sull’involucro esterno. Per rispondere a queste domande ci vorrà del tempo, ma sembra strano che il ritrovamento sia avvenuto in contrada Campana, a pochi passi dall’abitazione di Luigi Spennato che fu raggiunto da alcuni colpi di kalashnikov mentre si trovava in macchina. Scampò all’agguato per miracolo. Il suo ‘compare’ Augustino Potenza, invece, era stato freddato nel parcheggio di un supermercato. (01.07.17)
Le armi erano state nascoste con scrupolosità: tutte erano state accuratamente avvolte nel cellophane, poi in buste di plastica per evitare l’esposizione al sole o alle intemperie e, infine, fermate con dello nastro adesivo. Così custodite, erano state inserite all’interno di un muretto a secco che era stato smantellato e poi ricostruito per creare una specie di “cassaforte” naturale, lontana dagli occhi indiscreti.
Trovarle non è stato semplice: i militari hanno battuto palmo a palmo la zona anche con l’aiuto dei metal detector che hanno segnalato la presenza di metalli tra le pietre. In alcuni casi, sono spuntate fuori semplici lattine, ma in altri no, si trattava di fucili, perfettamente funzionanti e probabilmente utilizzati dalla mala per compiere chissà quale crimine.
Già, perché adesso toccherà agli accertamenti biologici e balistici ricostruire se e quando sono state utilizzate o chi le ha impugnate grazie alle impronte digitali eventualmente lasciate sia sulle armi che sull’involucro esterno. Per rispondere a queste domande ci vorrà del tempo, ma sembra strano che il ritrovamento sia avvenuto in contrada Campana, a pochi passi dall’abitazione di Luigi Spennato che fu raggiunto da alcuni colpi di kalashnikov mentre si trovava in macchina. Scampò all’agguato per miracolo. Il suo ‘compare’ Augustino Potenza, invece, era stato freddato nel parcheggio di un supermercato. (01.07.17)
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