Appalti irregolari per oltre 2 milioni, a giudizio 2 dipendenti comunali nel Maceratese (30.07.21)

  • 3 anni fa
Irregolarità negli appalti in un Comune dell’entroterra di Macerata per oltre 2 milioni di euro, un terzo dei quali legati alla ricostruzione post-sisma 2016. E' quanto emerso dall'operazione “Hybris” della Tenenza della Guardia di Finanza di Camerino a contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e delle condotte che turbano la regolarità delle procedure di affidamento.

Nei guai sono finiti un dipendente e un ex dipendente di un Comune dell’alto maceratese, entrambi rinviati a giudizio. Le indagini, scaturite dall'esposto presentato dal sindaco di un comune maceratese e condotte attraverso la valorizzazione delle molteplici banche dati in uso alla Finanza e acquisizioni documentali nel Comune da dove è partito l'esposto, hanno messo in luce l’operato poco limpido di due dei suoi dipendenti. Il modus operandi consisteva nell’emettere determinazioni “in bianco”, con oggetto generico, inesistente oppure difforme dal contenuto della determinazione, procedendo alla materiale scrittura delle stesse in epoca successiva rispetto alla formale presa in carico e protocollazione, aggirando in tal modo i normali controlli preventivi demandati all'organo politico.

Tali condotte hanno violato le norme sull’impegno di spesa, disattendendo con sistematicità i principi fondamentali a cui deve attenersi la pubblica amministrazione, ovvero quelli di economicità, imparzialità, pubblicità e trasparenza. I funzionari, oltre a evitare i controlli che prendono le mosse dalla redazione dell’impegno di spesa, hanno “ostacolato” la funzione propria demandata all’organo elettivo del Comune, gestendo, attraverso le proprie condotte, le risorse pubbliche a propria totale discrezione (da qui il nome dell’operazione “Hybris”). Infatti, venivano generati e imputati costi “fuori bilancio” derivanti da oneri documentati con pregressi fittizi impegni di spesa, nei confronti dei quali l’organo politico era costretto a modificare il proprio indirizzo economico finanziario e a reperire i fondi necessari attingendo da altri capitoli di spesa.

Le indagini hanno permesso di acclarare irregolarità nell’assegnazione di 58 appalti, per un ammontare complessivo di oltre due milioni. Tra questi, una ventina, per un valore complessivo di circa 650mila euro, riguardano opere legate al post-sisma, quali puntellamenti, demolizioni, ripristini e delocalizzazioni di attività produttive. Sono emerse anche condotte di peculato, poiché alcune somme destinate in favore di privati a seguito del sisma del 1997, pari ad oltre 6000 euro, sono state utilizzate intenzionalmente per scopi diversi, nonché condotte corruttive che hanno coinvolto uno dei citati dipendenti pubblici, il quale ha ricevuto la somma di 5000 euro al fine di favorire una ditta, rivelatasi poi aggiudicataria, in una procedura di gara.

Rinviati a giudizio i due indagati, i quali dovranno rispondere anche del danno erariale di oltre 30mila euro (30.07.21)

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