• 3 anni fa
LA GIUSTA PROSPETTIVA

Sono stata tante volte
girovaga di questa pianura
e troppe volte ho poggiato
l’orecchio sulla terra
per udirne i movimenti,
lo scalpiccio dei nomadi
che cercavano come me
una terra promessa.
Ho affondato troppe volte
le mie radici al terreno
aspettando fiduciosa
che arrivasse l’acqua,
me ne distaccavo sempre
secca e arida e
più povera di sostanza.
Cercavo in basso
suolo fertile;
arenaria, creta, argilla,
febbrile frenesia, ansietà,
non capivo dove,
quale, fosse il luogo propizio
e viaggiavo come un cieco
in cerchio, elisse impazzita
e ineluttabile.
Ho alzato le mie braccia
al cielo,
forse sono queste le membra,
la giusta prospettiva.
Rami, non radici,
che le nuvole accolgono
colme della loro pioggia.

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