Sei anni fa il martirio di padre Hamel ucciso dal fondamentalismo islamico

  • 2 anni fa
Il 26 luglio del 2016 la furia jihadista uccideva padre Jaques Hamel nella sua chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, a Rouen, in Normandia, Francia, mentre celebrava la Messa. Al termine della celebrazione liturgica due seguaci del sedicente Stato Islamico sgozzarono l’anziano sacerdote di 85 anni. Costretto ad inginocchiarsi, prima di esalare l’ultimo respiro pronunciò alcune parole, che suonano come un atto di fede e di perdono, che rifugge dall’odio contro i suoi assassini: “Vattene, Satana! Lontano da me, Satana".

A sei anni dal quel brutale omicidio che scosse tutta l’anima più profonda della Francia, il processo di beatificazione e di riconoscimento del martirio di padre Hamel è all’esame del Dicastero delle Cause dei Santi, dopo aver superato la fase diocesana nel marzo del 2019. Intanto, il 17 febbraio scorso è iniziato, presso la Corte d’Assise di Parigi, il procedimento giudiziario a carico dei complici dei due giovani terroristi che hanno ucciso il sacerdote. I due accoltellatori affiliati al Daesh, Adel Kermiche e Abdel-Malik Petitjean, vennero uccisi dalla polizia; sono tre invece gli impuntati alla sbarra accusati di aver avuto un ruolo nella preparazione dell’attacco. Si tratta di Farid Khelil, 36 anni, Yassine Sebaihia (27) e Steven Jean-Louis (25), che rischiano fino a 30 anni di prigione, anche per propaganda jihadista e per diversi tentativi di recarsi in Siria. Verrà, inoltre, giudicato in contumacia il presunto mandante dell’attentato, Rachid Kassim, fra i teorici della “guerra di religione” del Daesh, probabilmente ucciso a Mosul.

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