Quando si parla del sindaco di Palermo, il primo nome che viene in mente è sempre quello di Leoluca Orlando che ha ricoperto per cinque mandati la carica di , per un totale disindaco del capoluogo siciliano circa 22 anni. A giugno dell’anno scorso ha lasciato Palazzo delle Aquile lasciando il posto a Roberto Lagalla e molti si chiedono ora cosa l’ex sindaco stia facendo adesso. E’ lui stesso a raccontare la sua vita, lontano dalla politica.
“Sto dedicando questa mia vita cercando di mettere ordine ad una esperienza complessa, contraddittoria ma che certamente ha condizionato per intero la mia vita e contribuito al cambiamento culturale di questa città – dice Orlando -. Ho appena consegnato un libro che ho scritto insieme con una giornalista tedesca che verrà pubblicato da Rizzoli nei prossimi mesi. Ho ripreso ad andare in giro per il mondo, in America piuttosto che in Germania, in Francia o in Kosovo per cercare di spiegare quello che è accaduto a Palermo, quello che accade e quello che potrebbe accadere se non cogliamo il significato dell’arresto dopo 30 anni di vergognosa latitanza di Matteo Messina Denaro. Non abbiamo vinto. Dobbiamo cogliere questa occasione per scoprire le connessioni, le tante infiltrazioni che stanno dietro la mancanza di verità e giustizia di decenni e decenni di stragi corleonesi colpendo la borghesia mafiosa, le associazioni deviate, le massonerie, anche gli uomini delle istituzioni che certamente hanno garantito una copertura ad un criminale che è stato il ponte tra la mafia stragista e la mafia dei colletti bianchi. A me Palermo mancherà sempre ma siccome sto qui, non mi accorgo di quella mancanza perché la mancanza non è stare a Palazzo delle Aquile. La mancanza è alienarsi dalla città di Palermo. Io morirò sindaco di Palermo perché il presidente della Repubblica colombiana mi ha nominato sindaco onorario di Palermo in Colombia così come il Parlamento mondiale dei sindaci ma quello che non dimenticherò mai è l’essere stato sindaco di questa bellissima città”.
“Sto dedicando questa mia vita cercando di mettere ordine ad una esperienza complessa, contraddittoria ma che certamente ha condizionato per intero la mia vita e contribuito al cambiamento culturale di questa città – dice Orlando -. Ho appena consegnato un libro che ho scritto insieme con una giornalista tedesca che verrà pubblicato da Rizzoli nei prossimi mesi. Ho ripreso ad andare in giro per il mondo, in America piuttosto che in Germania, in Francia o in Kosovo per cercare di spiegare quello che è accaduto a Palermo, quello che accade e quello che potrebbe accadere se non cogliamo il significato dell’arresto dopo 30 anni di vergognosa latitanza di Matteo Messina Denaro. Non abbiamo vinto. Dobbiamo cogliere questa occasione per scoprire le connessioni, le tante infiltrazioni che stanno dietro la mancanza di verità e giustizia di decenni e decenni di stragi corleonesi colpendo la borghesia mafiosa, le associazioni deviate, le massonerie, anche gli uomini delle istituzioni che certamente hanno garantito una copertura ad un criminale che è stato il ponte tra la mafia stragista e la mafia dei colletti bianchi. A me Palermo mancherà sempre ma siccome sto qui, non mi accorgo di quella mancanza perché la mancanza non è stare a Palazzo delle Aquile. La mancanza è alienarsi dalla città di Palermo. Io morirò sindaco di Palermo perché il presidente della Repubblica colombiana mi ha nominato sindaco onorario di Palermo in Colombia così come il Parlamento mondiale dei sindaci ma quello che non dimenticherò mai è l’essere stato sindaco di questa bellissima città”.
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