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Milano, 22 feb. (askanews) - Entrare in un museo e sentire che sta succedendo qualcosa, qualcosa che ci riguarda individualmente, ma il cui messaggio resta offuscato, pur nella sua evidenza. Succede più o meno questo nella mostra che Pirelli HangarBicocca ha dedicato a Gian Maria Tosatti, "NOw/here", un progetto nel quale l'artista, noto per i suoi interventi nello spazio - uno spazio che è fisico, ma anche spirituale, politico e storico - arriva alla pittura e fa, a suo modo, il bilancio di 20anni di lavori."Questa progetto - ha detto ad askanews - è fatto di sudari delle esperienze che ha fatto in questo anni, nel senso che ogni volta che ho avuto un momento di impegno forte nell'arte e nel spazio della città, per esempio prima di questa mostra siamo stati in Ucraina, a Odessa, in Turchia, a Istanbul e anche in Russia, tutti luoghi complessi e difficilissimi e tutto questo ha portato alla produzione di ferite che poi tornano a galla nei momenti di pausa, tornano a galla allo spirito e costituiscono opere che sono appunto dei sudari di quelle esperienze".Lo spirito è un concetto fondamentale per avvicinarsi a Tosatti, per codificare la grammatica della sua arte, che offre continuamente delle nuove finestre, verrebbe da dire sul caos, ma non solo. Sono finestre che allargano l'esperienza della sua ricerca e, in questo caso specifico, è come se ci mostrassero in modo più completo i progetti del passato, come se le opere successive influenzassero le precedenti, come scriveva Borges a proposito dell'influenza. Tutto si muove, pur nel silenzio quasisacrale che si sente se si ha la fortuna di vistare la mostra da soli, e tutto si tiene, anche la dimensione politica dei lavori che lasciano queste commoventi macerie pittoriche."La crisi - ha aggiunto Tosatti - non è tanto negli occhi dell'artista che guarda, quanto nell'immagine della società che si fa ritrarre".Che siano dipinti di oro e ruggine, oppure lavori in grafite e carboncino, tutte le opere che l'artista ha portato a Milano hanno anche un'intenzione d'infinito, un qualcosa di più largo, una malinconia indefinita e avvolgente che, come ha detto lo stesso Tosatti, pone allo spettatore una sola domanda: "Come ti senti?".(Leonardo Merlini)

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