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CortometraggiTrascrizione
00:00 È un viaggio iniziato oltre tre anni fa, prima della pandemia, quindi direi quattro
00:27 anni fa, su uno stimolo proprio di Alessandra Simone, che è una delle protagoniste del
00:33 documentario, perché dopo la sua lunga esperienza rispetto ai crimini sulle persone, chiaramente
00:41 aveva questo dato enorme di quanto le donne, i loro figli, spesso fossero le vittime, e
00:47 dunque si è posta il tema di un intervento che anche dal punto di vista delle forze dell'ordine,
00:54 che noi generalmente consideriamo abituate a operare in un'ottica repressiva e punitiva,
01:01 ovviamente, fosse possibile porsi il grande tema della prevenzione.
01:05 Quindi proprio dall'ideazione del suo protocollo, all'epoca utilizzato solo alla questura di
01:11 Milano, anche in un modo un po' sperimentale, aveva subito compreso la necessità di raccontare
01:19 che quello della violenza nelle relazioni non era un destino incontrovertibile, contro
01:27 cui non si poteva combattere.
01:29 E da lì il primo input è stato proprio quello di guardare agli uomini, agli uomini autori
01:36 di questi reati.
01:37 Poi chiaramente ci siamo anche accorti a poco a poco, che approfondivamo assistendo come
01:44 osservatori, come auditori a queste sedute di trattamento e quello già era un viaggio
01:49 enorme.
01:50 Non solo che non era semplice ottenere la testimonianza di questi uomini, ma che era
01:56 importante anche il contrattare delle vittime, perché ci siamo un po' suefatti a questa
02:01 cosa per la cronaca, per la televisione e invece no.
02:05 Era un rapporto doloroso.
02:07 Mi ha messo le mani al collo, ho perso i sensi, mi sono risvegliata con questa sensazione
02:13 di avere il viso completamente gonfio.
02:15 La violenza è un fenomeno strutturale che riguarda tutte e tutti noi.
02:20 Fin dall'inizio era per noi chiaro che non volevamo fare le solite interviste a queste
02:27 specie di mostri, che diventano dei mostri perché una volta che gli fai la faccia che
02:32 non si vede più e la voce tutta contraffatta, così uno diventò un mostro qualsiasi cosa
02:37 abbia fatto.
02:39 Quindi fin dall'inizio la decisione era che dovevano essere comunque delle persone che
02:46 accettavano di metterci la faccia e la voce.
02:49 E questo ha reso le cose molto più complicate chiaramente, però allo stesso tempo l'idea
02:55 comunque di aprire a un certo punto la cosa alle vittime e a tutta un'altra serie di persone
03:03 che si interrogano di continuo lavorando su questo tema da anni, anzi mettendo quasi la
03:08 loro vita a disposizione di questo tema.
03:10 Perché è un'altra cosa che volevamo assolutamente che non fosse un film solo informativo, ma
03:18 che fosse qualcosa che portasse anche delle emozioni, perché una vittima che ti racconta
03:26 quello che è successo per forza ti emoziona, ma anche le persone che lavorano così, mettendo
03:31 l'anima in quello che fanno, portano emozione, soprattutto conoscendo la materia così approfonditamente.
03:38 Lentamente ci siamo immersi nella parte sott'acqua dell'iceberg, perché di solito la punta
03:44 dell'iceberg che tutti vedono sono i titoli sui giornali dei femminicidi, però poi se
03:51 si va sotto si scopre tutto quello che c'è, tutto quello che bisognerebbe fare.
03:57 È un lavoro enorme, però bisogna sapere che cosa è e bisogna provare ad affrontarlo
04:02 sicuramente.
04:04 Signora ma in questo momento siete insieme o le riesce a mettersi in una stanza al sicuro?
04:09 Va bene signora ora mi faccio una cortesia, per una sua sicurezza prende i bambini e si
04:17 mette in stanza da letto, va bene?
04:19 Chiuda un attimo la porta così parliamo un attimo e capiamo insieme meglio cosa è successo.
04:23 Bene, si è vista, sta uscendo?
04:24 Va bene signora, adesso arriviamo subito, ok?
04:27 Scala i dimo, dal primo piano ci toccano 0,38, giusto?
04:31 Sì, anche noi siamo cambiati molto credo di poter dire durante questo viaggio e che
04:37 forse all'inizio ponevamo domande, per esempio alle vittime, che alla fine non ponevamo più
04:45 perché ci siamo resi conto noi stessi che siamo davvero intrisi di tutta una serie di
04:52 stereotipi, di pregiudizia anche in qualche modo, no?
04:57 In questo patriarcato così interiorizzato, così consolidato, per cui credo che quasi
05:06 subito in qualche modo abbiamo capito anche che dovevamo semplicemente accogliere queste
05:13 vite e certo indagando con delle domande, ma che soprattutto le vittime avevano fatto
05:21 già un lavoro enorme perché altrimenti non avrebbero potuto raccontare la loro storia,
05:27 no?
05:28 Infatti c'è questa grande capacità narrativa loro.
05:31 A volte io ho quasi sperato che mi facesse del male fisico perché almeno era dimostrabile.
05:36 All'età di cinque anni ho assistito alla morte di mia madre per mano di mio padre.
05:42 L'auro non ha avuto via di scampo.
05:44 Aprendo gli occhi Marika si trova tutta insanguinata e vede papà accavacciato sulla
05:51 sorellina che continua a colpirla.
05:53 Non era la prima volta che incontravamo queste persone.
05:57 Penso che abbiamo anche cercato di incontrarle senza interrompere lo stupore delle loro storie
06:03 sia da parte nostra sia anche l'emozione da parte loro nel raccontarle, no?
06:10 Però credo che davvero, ma poi anche con tutte le altre persone che hanno lavorato
06:17 al film, insomma ci siamo ritrovati davanti ad alcune testimonianze, tutti quanti in lacrime,
06:24 pur conoscendo le loro storie, pur sapendo che cosa avremmo ascoltato, ma questo è accaduto.
06:35 Abbiamo lasciato tanto tempo perché potessero uscire le cose, perché poi come sempre se
06:42 fai l'intervista ai dieci minuti è un conto, se la fai di un'ora e mezza è un altro,
06:48 perché a un certo punto le cose fluiscono e le persone non si sentono più così inibite
06:56 di fronte a due camere puntate contro di loro.
07:02 Anche per questo per esempio il fatto di non utilizzare cavalletti, cose eccetera, sono
07:08 sempre delle barriere, no?
07:10 Invece se io… eravamo lì in tre persone, quattro polfoni, tutti accatastati, è una
07:17 piccola famiglia che loro vedevano di fronte a loro e lentamente poi le cose vengono fuori.
07:25 Ogni tre giorni viene uccisa una donna e ogni tre giorni resta orfano un bambino.
07:31 Non sono affari di famiglia, sono affari di tutti.
07:34 È un muro di volte terribile chiaramente.
07:39 Polizia di Milano, operatore 436.
07:42 Sicuramente c'è qualcosa che funziona e anche solo vedere i numeri delle donne che
07:49 si rivolgono ai centri antiviolenza e già lì vuol dire aver compiuto prima un percorso
07:56 molto importante, no? Però questa capacità di accoglienza, di ascolto e solo al CADMI
08:03 mi pare di Milano, la casa delle donne maltrattate, circa 500 percorsi l'anno di uscita dalla
08:11 violenza, beh, una cosa enorme.
08:16 Io non ho imparato realmente ad amare in un certo senso, lo sto imparando ora.
08:22 La violenza sulle donne non è un problema della donna, è un problema dell'uomo.
08:25 La denuncia per me è stata un'esperienza traumatica.
08:30 Possiamo dare a loro degli strumenti che possono apprendere per conoscere meglio le loro fragilità
08:34 e saperle gestire.
08:35 Rispetto agli uomini anche qua credo di poter dire con grande e senza giudizio, con grande
08:40 apertura mentale, con la voglia davvero di comprendere e quindi forse in qualche modo
08:46 speriamo che poi quello che arrivi al pubblico è esattamente questo.
08:51 Come dice uno dei protagonisti, il professor Giulini, il passaggio intergenerazionale sembra
08:58 una generalizzazione ma non è banale perché non è così chiaramente.
09:03 La violenza genera violenza e senz'altro il fatto di poter fare questi percorsi trattamentali
09:13 e iniziare a ammettere, riconoscere, chiamare le cose col loro nome è un grandissimo passaggio
09:20 non solo di coscienza e di consapevolezza ma anche culturale.
09:26 Io credo che in qualche modo, a me succede ma penso un po' a tutti quelli che hanno fatto
09:32 questo percorso, inizi a vedere il mondo con occhi diversi.
09:36 Vai al ristorante e magari vedi due persone che litigano e non sono più solo due persone
09:41 che litigano, inizi a chiederti cosa c'è dietro, che storia hanno, dove porteranno
09:46 e capisci soprattutto che questa cosa in qualche modo ci riguarda tutti perché tutti nella vita
09:52 abbiamo avuto un'esperienza o da vittima o non da vittima necessariamente, anche da donna lo dico,
10:00 però questa cosa davvero riguarda tutti e se invece la riconosciamo subito,
10:05 insomma, forse un altro domani è possibile.
10:08 Io porto la voce di mia figlia, della mia lauretta, porto il suo sorriso perché tutti
10:14 mi dicono che io ho il sorriso, cioè che Laura ha il mio sorriso.
10:18 Laura è amore, quindi non posso portare altro che amore, la violenza no.
10:23 Io immagino questo mondo migliore con questi ragazzi, il futuro, il presente, tutto,
10:30 perché noi diciamo che la nostra generazione quello che ha avuto, ha avuto, però i ragazzi no.
10:36 Se si deve cambiare qualcosa lo devono volere loro, sono loro che possono cambiare qualcosa.
10:41 La parola consapevolezza sia molto importante in questo film, sia perché all'interno per quanto
10:48 riguarda le vittime, per quanto riguarda le persone che hanno agito violenza su di loro,
10:53 lo vedi tutto il tempo, le vittime hanno preso consapevolezza di qualcosa.
10:59 È molto bello quando la donna, quella che parla alla fine, dice "anche quando uscivo facevo la spesa,
11:07 poi tornavo e dovevo mettere sul tavolo il mio scontrino con il resto, con quello che avevo speso,
11:13 io non lo sapevo allora che questa violenza economica, adesso l'ho capito, ho preso consapevolezza".
11:19 Gli uomini prendono consapevolezza col trattamento che viene proposto,
11:26 che è stato proposto nel protocollo Zeus, fatto dal CPM, eccetera,
11:32 molto spesso prendono consapevolezza di tante cose,
11:38 ma la prima cosa di cui prendono consapevolezza è del fatto che improvvisamente possono parlare con qualcuno,
11:45 che qualcuno li ascolta. Cioè, è gente che non sa cosa voglia dire l'ascolto,
11:51 e che si tiene tutto dentro, e che poi noi uomini siamo fatti che andiamo al bar e parliamo di calcio in qualche modo.
11:57 Le donne sono abituate a parlare di sé stessi, gli uomini no,
12:04 soprattutto in determinati ambienti non si parla mai di sé stessi,
12:10 di quello che sia subito le proprie fragilità, delle proprie emozioni,
12:14 quindi improvvisamente capiscono questo, possono parlare delle loro fragilità, delle loro emozioni,
12:21 e quindi prendono consapevolezza di tante cose, di sé stessi,
12:27 dopodiché prendono consapevolezza che quello che hanno fatto è un reato,
12:30 perché spesso gli stalker non lo sanno.
12:33 Io mando cinque messaggi al giorno, certo se hai cinque messaggi al giorno moltiplicato 365 giorni,
12:39 vedi quanti sono, ma veramente non si accorgono alcuni,
12:44 quindi cadono veramente dal pero e dicono...
12:48 e anche gli spettatori spero che attraverso questo film
12:52 io credo che veramente si prenda consapevolezza di cosa stiamo parlando,
12:56 perché veramente io prima di farlo anch'io mi fermavo al titolo,
13:02 quasi, magari poco più in là però, al titolo sul giornale, no?
13:08 "Altro femminicidio" e la famiglia diceva "ma un uomo così man su eto i vicini di casa,
13:15 come è possibile?" e ci si ferma lì, no?
13:19 A raptus, a queste cose che vengono raccontate nel film,
13:22 ma invece credo che dopo aver visto questo film uno comincia a leggere anche una notizia del genere in un altro modo.
13:31 Questo già sarebbe bellissimo.
13:34 Cristina Carrelli del Cadmi a un certo punto nel film dice che, sì, che guardando il futuro,
13:42 che noi dovremmo riuscire a fare, sia uomini che donne,
13:45 cercare di arrivare a un cambiamento rispetto al tema dell'avvivenza,
13:48 ma non tanto un cambiamento esterno, perché questo poi ci si arriverà,
13:52 un cambiamento interno dentro di noi, nei nostri comportamenti,
13:56 nel nostro metterci in relazione con gli altri, cioè pensare a questa...
14:01 e questa cosa c'è, è annidata da qualche parte nella nostra società,
14:05 nella nostra cultura, ma anche dentro ognuno di noi,
14:08 per l'educazione avuta, per il fatto che viviamo in questa società,
14:13 e quindi questa presa di coscienza e questa consapevolezza, ancora una volta,
14:18 è importantissima per arrivare a un cambiamento.
14:21 Dobbiamo avere una cultura della prevenzione.
14:24 Se interveniamo subito, e prima di subito, ecco, mi piace dire così,
14:30 si può debellare questo fenomeno.
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