Atlas of Performing culture, il nuovo libro di Cristiano Leone

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Roma, 17 nov. (askanews) - Il nuovo libro di Cristiano Leone (che lo presenta in questovideo), pubblicato da Rizzoli, ha l'ambizione non solo di trattare il fenomeno delle "Performance", ma di inserirlo anche in una dimensione antropologica e storica: si parla dunque diAtlante della Cultura Performativa, analizzando il rapporto tra la forma d'Arte, il suo contesto storico e ambientale, il suo significato e le sue percezioni assolute, oggettive e soggettive.L'Opera stessa, che verrà presentata a Roma il 21 novembre al MAXXI, il 23 Gennaio a New York e poi a Milano a Febbraio ed è distribuita in tutto il mondo in lingua Inglese, riservaun'esperienza performativa, che possiamo fruire nella simbologia della sua struttura, caotica e articolata al tempo medesimo, comel'espressione artistica e il suo significato, il corso delle manifestazioni creative e la loro interpretazione storica e culturale.Il libro sarà anzitutto un viaggio tra varie Opere ed autori che rappresentano momenti fondamentali delle Arti performative, tappeche ne definiscono le caratteristiche, ne ripercorrono la storia e ne manifestano le ripercussioni sul tessuto culturale.Tra 4 continenti- Asia, Africa, Europa, Oceania e Americhe- e 36 paesi il lettore potrà "viaggiare" con gli occhi, la mente e il cuore tra musei, siti culturali, spazi multimediali, o trasformati dalla cultura, teatri, festival multidisciplinari,musica, arti visive e performative, parchi di sculture e centri culturali ibridi che sfuggono a qualsiasi tentativo di catalogazione.Oltre 440 le pagine con piu' di 200 illustrazioni, più di 65 gli "universi di arte performativa", dal museo su un'isola in Giappone, al Carnevale di Rio, dal rave party nella campagnabritannica, a un centro culturale ospitato in un'ex casa funeraria alla periferia di Parigi."Non si parla di atlante delle arti performative, ma di atlante della cultura performativa"-sottolinea Cristiano Leone-"di quella cultura che crea un legame indissolubile, per quanto a voltefugace, tra il pubblico, gli artisti, le architetture createdall'uomo e le forme della natura.Con questo testo si vuole, infatti, valicare la frontiera delle arti e mettere al centro il prodigio che si crea quando la cultura federa, include, e crea nuove comunità., destinate a perdurare ben oltre la durata del singolo evento. Ciò si evincesin dalla struttura del volume: in copertina troviamo, infatti, una foto di Bert Stein dell'opera di Robert Wilson The Life and Times of Sigmund Freud", pubblicata su Vogue nell'agosto del1970.La scelta di quest'immagine, rinviando alla complessità creativa del regista e artista americano, indica che l'universo dellacultura performativa abbraccia il teatro, la performance, la poesia, la psicanalisi, la musica, la danza, la moda e tanti altri aspetti.Vi figurano donne e uomini di diverse etnie atteggiamenti; alcuni riflettono, altri giocano, altri ancora si disperano, su una spiaggia in cui l'essere umano dialoga con la natura e imprimeorme sulla spiaggia dello spirito del mondo.Il colore blu klein, l'immagine virata e la labbratura, rimandano, invece, all'universo di Yves Klein, al suo lavoro sul corpo, sulla dematerializzazione dell'arte, e alla sua dimensione spirituale.Il titolo, come uno specchio cangiante, ricorda quanto esso non sia mai lo stesso: dipende invece dall'osservatore e dalle condizioni spaziali e temporali in cui esso si trova".

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