Roma, 27 nov. (askanews) - I dati raccolti da Eurispes con il contributo di Philip Morris Italia e presentati in occasione di un incontro presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma evidenziano che il 68% dei fumatori non ha mai provato a smettere di fumare, che solo l'1,5 % degli intervistati non adoperava prodotti contenente nicotina prima di utilizzare prodotti a tabacco riscaldato e che il 41,8 % della percentuale di vapers incontra difficoltà a trovare informazioni esaustive sulle sigarette elettroniche.Dati che hanno portato ad un'iniziativa molto importante e di grande utilità come l'introduzione di un QR code, che regolamenta alcuni aspetti della comunicazione e della vendita di tali prodotti in modo da coniugare la tutela dei minori e dei non fumatori, ma anche il diritto all'informazione degli stessi fumatori. Abbiamo parlato con Mario Antonelli, Presidente della FIT (Federazione Italiana Tabaccai)"Noi partecipiamo già dallo scorso anno al codice di autoregolamentazione, quest'anno è un passo ulteriore con l'identificazione delle aziende che partecipano ossia tabaccherie. Forniremo dei QR code dove il cittadino potrà poi, una volta scannerizzato, ricevere tutte le informazioni dei nuovi prodotti". I QR code saranno apposti in tutte le vetrine di quelle tabaccherie, che vorranno aderire all'iniziativa e che ad oggi superano già le 44.000 unità. Una piccola rivoluzione verso una maggiore consapevolezza degli esercenti, dei cittadini e degli stessi fumatori. È intervenuto Gian Maria Fara, Presidente EURISPES: "I dati segnalano una riduzione del numero dei fumatori, anche se rimane inalterato il numero dei fumatori imperterriti. Notiamo che l'informazione che viene prodotta da qualche anno a questa parte ha reso i fumatori un po' più attenti e più proponsi al cambiamento". Un'iniziativa che mira a fornire una corretta informazione su quelli che sono i comportamenti potenzialmente dannosi per la salute. "L'indagine di Eurispes conferma che la stragrande maggioranza dei fumatori non riesce o non vuole smettere di fumare, nonostante l'ormai diffusa consapevolezza dei rischi correlati al consumo dei prodotti tradizionali - ha spiegato Umberto Roccati pres. ANAFE Confindustria -. È quindi auspicabile che la fruizione di prodotti a rischio ridotto rimanga accessibile e non venga pregiudicato il forte potenziale contributo alla salute pubblica attraverso normative e interventi istituzionali, che non tengano in considerazione la differenza di tali prodotti rispetto al fumo combusto. Gli unici paesi dove sono stati raggiunti importanti risultati nella lotta al tabagismo - ha concluso Roccati - sono quelli che hanno sposato il rischio ridotto in modo proattivo. Ci auguriamo che anche il nostro paese sappia cogliere tale opportunità".
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