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Bergamo, 21 mag. (askanews) - Un programma diffuso che per due anni coinvolge in mostre e progetti culturali il territorio della provincia di Bergamo. È il nuovo progetto della GAMeC, la Galleria di arte moderna e contemporanea della città orobica, che con la direzione di Lorenzo Giusti diventa ogni giorno più calata nel contemporaneo e, a nostro avviso, più rilevante. Ora con "Pensare come una montagna" il museo fa un ulteriore passo verso il territorio, ma anche verso le tematiche profonde del nostro presente. "Fondamentalmente - ha detto Giusti ad askanews - abbiamo deciso di cercare di trasformare il prossimo biennio che ci vede impegnati nella costruzione di un nuovo museo, di una nuova sede, da un periodo potenzialmente d'attesa in un periodo di semina. Abbiamo cercato di incontrare le comunità di un territorio vasto, quindi non soltanto quello della città, ma di un intera provincia, molto grande e molto operosa e di portare queste comunità a contatto con gli artisti e attraverso gli artisti con i linguaggi dell'arte contemporanea. E quindi un progetto che parla soprattutto di partecipazione e di incontro, ma che sullo sfondo ha anche una riflessione avanzata in maniera collettiva su le possibilità del nostro tempo di sopravvivenza".il programma prevede il coinvolgimento, in due anni, di venti tra artisti o gruppi di artisti, operanti in diversi contesti geografici e culturali, nella progettazione e realizzazione di una serie di eventi condivisi con le comunità locali, tra interventi nello spazio pubblico, performance collettive e laboratori creativi.Nello specifico, per l'apertura del progetto, ecco una grande installazione di Sonia Boyce a Palazzo della Ragione, la mostra di Lin May Saeed e il progetto di Studio Ossidiana negli spazi della GAMeC, la performance di Mercedes Azpilicueta a Brembate e i lavori di Chiara Gambirasio a Castione della Presolana. Per quanto riguarda il lavoro di Sonia Boyce per Palazzo della Ragione l'artista britannica si è avvicinata al territorio bergamasco e alla sua storia, concentrandosi sui canti della tradizione popolare italiana. Boyce ha avviato una collaborazione con tre studenti dell'Istituto Superiore di Studi Musicali "Gaetano Donizetti" di Bergamo. L'artista e gli studenti hanno rilevato quanto "Bella Ciao" sia divenuto un simbolo di resistenza globale transgenerazionale. Così il brano, risuonato spontaneamente tra i passanti durante le riprese tra i balconi di Piazza Vecchia, è diventato per Boyce uno stimolo per avviare una riflessione sul significato della musica, sul suo valore nel tempo e sulla sua capacità di unire, ma anche di dividere.L'intento dell'intero progetto di "Pensare come una montagna" è quello di creare un percorso di condivisione di esperienze artistiche per riflettere sui temi della sostenibilità e della collettività, oltre ad avviare un dibattito sul ruolo dell'istituzione artistica nel contesto locale, alla luce della prossima apertura della nuova sede del museo.

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