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Roma, 21 mag. (askanews) - A Cannes è il giorno di Paolo Sorrentino, che ha portato in concorso "Parthenope", un film sul mito, gli eccessi e i misteri di Napoli raccontati attraverso la vita di una donna, dagli anni '50 al 2023. Un viaggio in nome della libertà di essere se stessi, senza maschere. Il regista ha spiegato: «Fondamentalmente vuole raccontare la lunga vita di un personaggio femminile e vuole raccontare le sue anime, che sono anime alla ricerca della libertà, all'assenza di giudizio, alla bellezza e a quanto siano frastagliati e struggenti gli amori mancati, che non si compiono e che rimangono quindi nel novero dell'avventura. Poi si voleva raccontare anche le capacità, che veniva più naturale in tempi addietro che oggi, di una donna di essere spontanea senza dover temere le conseguenze della propria spontaneità, cosa che oggi è piuttosto pesante».

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Celeste Dalla Porta interpreta Parthenope giovane, mentre Stefania Sandrelli è Parthenope adulta. E protagonisti sono tutti i napoletani, osservati, amati, uomini e donne, disillusi e vitali, le loro derive malinconiche e le ironie tragiche. «È anche in relazione alla sensibilità, i dolori che si porta appresso questa idea del tempo che scorre e che cambia e modifica le cose, che ti fa passare da una dimensione estetica della vita ad una dimensione etica. - ha sottolineato Sorrentino. - È qualcosa che mi riguarda molto e vi trovo corrispondenza più nelle donne che non negli uomini. Questo tema dello scorrere del tempo mi sono ritrovato più a parlarne con mia moglie o con le amiche».

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Gary Oldman in "Parthenope" interpreta John Cheever, uno scrittore realmente esistito, che la protagonista incontra a Capri. E l'attore premio Oscar a proposito della sua esperienza con il regista italiano dice: «Il lavoro con Sorrentino è stato fantastico, è una persona amabile. Se potessi lavorare solo con lui per il resto della mia vita per me sarebbe perfetto, ne sarei felicissimo».

(Intervista di Emanuele Bigi)

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