• 6 mesi fa
Trascrizione
00:00Il film spesso sono plurali, almeno nella sua fase germinale, ideativa, e in questo
00:17caso due persone, quelle quali abbiamo buonissimi rapporti professionali e di reciproca stima,
00:25il primo è Riccardo Costantini, direttore del Pordenone Doc Festival e di Cinema Zero
00:31di Pordenone, il secondo è Luca Ricciardi, il direttore dell'AMMOD, dell'archivio del
00:36Movimento Operaio, ci hanno coinvolto proponendoci di realizzare un film documentario a partire
00:44dal film Addio a Berlinguer, realizzato in concomitanza dei funerali del leader Maximo
00:54Daiga, alcuni, molti, dei maggiori cineasti italiani dell'epoca, una proposta che ha sfodato
01:03subito i nostri interessi, che abbiamo raccolto con entusiasmo e con un pizzico anche di trepidazione
01:10e di preoccupazione, per cercare di essere all'altezza del compito, che ci interessava
01:16sia per il tema col quale ci saremmo confrontati, sia un po' per la nostra storia di cineasti,
01:23perché in tutti i nostri film abbiamo sempre lavorato con i materiali d'archivio e anche
01:29in questo caso, come dire, lavorare con i materiali d'archivio è per noi molto stimolante,
01:36vitale, importante, la storia è sempre contemporanea e quindi il punto prospettico attraverso il
01:42quale filtri, analizzi, utilizzi il materiale d'archivio ha a che fare sempre con l'oggi
01:47e quindi ci siamo gettati capofitto in questa nuova avventura cinematografica coinvolgendo
01:54Massimo Zamboni, col quale avevamo già collaborato precedentemente nel 2012 per un altro nostro film
02:02documentario dal titolo God Save the Green, da allora eravamo rimasti in rapporto con Massimo,
02:08perché con Massimo si è saldato un rapporto amicale e una stima professionale reciproca,
02:13Massimo ha accettato subito, di buon grado, senza pensarci un attimo, anche se era impelagato col
02:19lavoro e pieno di impegni, e con lui abbiamo costruito il film, pensandolo già sin dall'inizio
02:26come un film nel quale avremmo voluto coinvolgere emotivamente gli spettatori e utilizzare l'apporto
02:35di Massimo per l'elaborazione di una drammaturgia musicale, che potesse appunto accompagnare come
02:42un altro racconto, un racconto emotivo, empatico, a tratti liturgico, la partitura del film, e così è stato.
03:04L'emozione è stata una ricerca specifica su due livelli, nel senso che da un lato noi abbiamo
03:09lavorato sulla costruzione della sintesi visiva, stringendo quindi i materiali originari e
03:16ricomponendoli all'interno di una nuova partitura visiva che contemplasse Berlinguer vivo, cosa che
03:22l'antico Berlinguer non c'era, perché erano solo i funerali, e si sono integrati, si sono incastrati
03:29questo montaggio con la partitura musicale, che non è una corona sonora, che non è un'aggiunta,
03:37ma che è un elemento costitutivo di questo film, di questo progetto cinematografico. È una sinfonia
03:44che si intreccia con la sinfonia delle immagini e genera verticalmente delle possibilità di senso e
03:52soprattutto delle possibilità di emozione. E questo è un intreccio bello che è avvenuto
04:00tra il nostro lavoro sulle immagini e il lavoro di Massimo su un'idea di dramaturgia musicale.
04:14Volutamente abbiamo tolto tutte le voci che ci sembravano superfoli, abbiamo lasciato Berlinguer
04:19e il suo popolo, diciamo così, il popolo del partito comunista prevalentemente, quindi le due
04:24voci. Da un lato c'è Berlinguer e dall'altro diciamo che il popolo forse è la chitarra dei
04:29zamboni, non lo so, è la musica dei zamboni che incarna la flauta e il sentire. E poi anche di
04:35queste scritte al PC abbiamo selezionato a blocchi, quindi ci sono i bambini, ci sono i esponenti
04:44della sezione di Enrico Berlinguer a Roma, quindi quelli che lo conoscevano non tanto come segretario
04:49quanto come altro militante, altro iscritto. E come unico rappresentante del mondo extra politico
04:59abbiamo tenuto Benigni, perché era un elemento, anche quello molto simbolico, molto forte, è una
05:06cosa rimasta molto nell'immaginario dell'italiano, quel momento al pincio, quel preciso comizio.
05:16Il resto è proprio un dialogo fra Berlinguer e il popolo che va alle esequie e la chitarra,
05:25abbiamo deciso di lasciare molto spazio alla musica dei zamboni, l'idea originaria è quella
05:30di avere la sinfonia che agiva insieme alle immagini. Ritrovarsi all'interno di quelle
05:39immagini, di quel pezzo di vita della nostra Repubblica, è ancora oggi molto forte,
05:49coinvolgente, perché quel bagno di folla rappresenta tanto per la storia non solo politica,
05:57ma anche per la storia culturale e sociale del nostro Paese, perché è anche un ritratto sociale
06:01di un'Italia che non c'è più, perché in quel bagno di folla stanno insieme, convivono civilmente
06:06insieme rispettandosi ceti distantissimi gli uniti dagli altri. Il picchetto funerario composto
06:15dall'elite cinematografica di maggior pregio di quegli anni, in cui figurano Gillo Pontecorvo,
06:23Scola, Antonioni, Fellini e gli operai che vengono dal sud Italia o dalla Sardegna,
06:32facendo degli sforzi micidiali per partecipare a quel momento, si dà testimonianza diretta di un
06:39popolo variegato, di un oceano di cittadini che in alcuni ideali trova un punto di sintesi e di
06:46riconoscimento. Ideali rettitudine della politica, senso egualitario, giustizia sociale, diritto al
06:53lavoro, diritto di emancipazione delle donne, tutti quei valori portanti dalla sinistra del
07:00PC, così ben comunicati e incarnati, innervati dal suo leader massimo, trovano riscontro nella
07:09società civile, come si mostra nel film, in una partecipazione oceana e senza fine.
07:14Questo è altamente significativo per la nostra storia e se pensi comunque che è successo 40
07:20anni fa, quindi non nel giurassico, è un tratto che ancora marca un'impronta rispetto alla
07:27riflessione sull'oggi, sul presente, su ciò che siamo stati ieri l'altro. Marca un'impronta
07:33molto forte, che non significa un ricordo nostalgico, un ritorno al passato, significa
07:41rimettere comunque in campo la possibilità di pensare probabilmente la politica anche in un'ottica
07:48diversa, in grado di abbracciare comunque un pensiero di lungo raggio, in grado di coinvolgere
07:55esponenti di valore e che sappiano come comunicare, ma che abbiano anche preparazione politica, cultura, dignità.
08:04Se vogliamo essere chiari davanti ai lavoratori, dobbiamo dire che un problema come quello della disoccupazione in Italia,
08:12che tocca milioni di persone, è un problema che richiede un cambiamento abbastanza radicale
08:20della società e della politica economica.
08:23Il film è per il presente, è per l'oggi, il cinema è per l'oggi e anche Arrivederci Bergamo è per l'oggi,
08:29per emozionare le persone e attraverso le emozioni comunque farle riflettere, farle riflettere e farle pensare
08:35sulle contraddizioni del nostro tempo, sulle discrepanze e sulla distanza a volte che c'è tra elettorato, cittadini e politica, su tanti temi.
08:45Era un uomo bravissimo, era proprio bravo.
08:51Ce ne sono altri bravi?
08:53No.
08:54Speriamo di sì.
08:56Le immagini che ci sono nel film sono tutte appunto dell'archivio audiovisivo del Movimento Paralelo Democratico,
09:02che raccoglie un lascito di decenni di tutto il materiale filmato a vario titolo dai sindacati,
09:11istituti granici, partito comunista, quello che era all'epoca il partito di minoranza,
09:17perché il partito di maggioranza era la democrazia cristiana.
09:19Avevamo voglia di raccontarlo anche in presenza, quindi non soltanto in assenza,
09:23e per raccontarlo in presenza ci serviva lui da vivo, che parlasse.
09:27Abbiamo selezionato le parti che ci sembravano più interessanti, che avessero un filo conduttore con il presente molto marcato
09:35e che mettessero in scena, quindi da questo punto di vista i contenuti della scelta,
09:40ma che mettessero in scena contemporaneamente anche un'immagine del politico più inattesa, più inaspettata.
09:47Quindi c'è la prima parte, che è il comizio, in cui non lo si vede, è tutto in assenza,
09:54si sente solo la sua voce, ed è il comizio degli 11 milioni di elettori,
09:59quando il partito comunista stava per fare il sorpasso che poi fece,
10:02una cosa che ricordo da ragazzino è che dopo la morte di Berlinguer ci fu un sorpasso,
10:07agli europei il partito comunista superò la democrazia cristiana.
10:11Si disse, ah perché è morto Berlinguer, quindi c'è l'asfalto.
10:15Le altre immagini che abbiamo cercato sono, ad esempio, l'incontro con l'imperale Alfa Sud,
10:19o la partecipazione alla tribuna politica, anche quello è qualcosa che ha un sapore quasi da carosello degli anni Sessanta,
10:28quando si parla del divorzio.
10:32Quindi qualcosa che mettesse in scena i suoi contenuti, ma anche il contesto di questi contenuti,
10:39quindi anche la società, come diceva prima Michele, cioè il mondo attorno a lui e a che società si rivolgeva.
10:46Perché lavorare con gli archivi è sempre rienterpretare qualcosa, riportarlo al presente,
10:52e quindi lavorare di confronti, di paragoni, di fratture, di giochi anche.
11:10Abbiamo lavorato sulla color, abbiamo lavorato in una dimensione filologica nell'utilizzare materiale d'archivio,
11:18cioè cercando di mantenere fede a quel materiale d'archivio esaltando un pizzico il rosso,
11:25insomma principalmente il rosso, che poi è il colore dominante della piazza e del PC di quel momento.
11:35Rosso fuoco.
11:37Che fuoco sperate di lasciare avvampare dopo tre giorni che speriamo poi siano,
11:42perché uscirà appunto in sala per tre giorni, evento speciale.
11:45Speriamo che diventino tre mesi.
11:50Un Rocky Horror Picture Show del comunismo.
12:07Sottotitoli e revisione a cura di QTSS