• 3 mesi fa
Trascrizione
00:00Parigi, la mattina, la prima domenica dei Giochi Olimpici. L'atmosfera è strana nonostante
00:12il sole e una luce finalmente estiva dopo tanta pioggia. Molte stalle sono deserte,
00:17le auto praticamente invisibili, diverse fermate della metropolitana restano chiuse, la città
00:21è silenziosa, la gente si muove a piedi lungo itinerari ben precisi che non possono essere
00:26cambiati. Ci sono ancora le tacce della cerimonia inaugurale che ha attraversato tutta Parigi,
00:30ma sono già giornate di competizione, eppure tutto sembra ancora in divenire. La sensazione
00:35di vivere in un cantiere perenne e forte, tutto quello che non è sotto il riflettore
00:39globale delle tv di tutto il mondo, sembra mantenere un'aria provvisoria, le transanne
00:44sono ovunque, così come i blocchi della polizia. Ma quello che si vede, al di là dei vari sbarramenti,
00:49è uno scenario di quiete totale e irreale, somiglia a un rendering piuttosto che a una
00:53vera città, men che mena a una metropoli complessa e globale come Parigi. E la stessa
00:58sensazione di improbabilità la danno anche gli Champs-Élysées deserti, con l'arco
01:02di trionfo solitario sullo sfondo, è come se i giochi, massima vetrina della città
01:07nel mondo, avessero in qualche modo sospeso la città e avessero in un certo senso tolto
01:12ciò che la rende viva nel senso più profondo. Poi, luoghi come il Grand Palais, o monumenti
01:17come la cupola dell'Aisne Valide, continuano a raccontarci Parigi e il suo fascino che
01:21dura nel tempo. Eseguire la gara olimpica in questo location è un'esperienza unica,
01:25ma qualcosa al di fuori delle sedi ufficiali dei giochi. Continua a sembrare che non torni
01:30del tutto, come se si fosse verificato un inceppamento nel sistema di quella che abbiamo
01:35chiamato finora realtà.

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