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Un grido che ha infranto qualunque protocollo ed etichetta, mostrando apertamente il risentimento di una parte degli australiani nei confronti della corona britannica. La senatrice aborigena Lidia Thorpe ha inscenato una protesta plateale nei confronti di re Carlo III e della regina Camilla, arrivati in visita in Australia. Il sovrano aveva appena terminato il suo discorso al Parlamento di Canberra, quando è stato "sfidato" dalla politica indipendentista: «Restituiteci ciò che ci avete rubato! Le nostre ossa, i nostri teschi, i nostri bambini, la nostra gente», gli ha urlato a pochi metri di distanza.

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La protesta contro re Carlo
Coperta da un mantello tradizionale di pelliccia, la senatrice Thorpe ha lanciato accuse pesanti a re Carlo: «Sei un genocida, ridacci le nostre terre». Prima di essere trascinata via dalla sicurezza, ha ancora fatto in tempo a gridare: «Dacci un trattato, vogliamo un trattato», facendo riferimento a un accordo che sancisca la totale indipendenza dell'Australia dal Regno Unito riconosca i diritti degli aborigeni, e ha concluso con un sonoro: «Non sei il mio re, non sei il nostro re».

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Pochi secondi che hanno lasciato attonito il re, ma che costituiscono un forte richiamo storico. La protesta, infatti, ha riporato alla luce il passato doloroso degli aborigeni australiani, i cui antenati subirono massacri e deportazioni durante il periodo coloniale. L'Australia, colonia britannica per oltre un secolo, continua a fare i conti con un passato irrisolto e l’eredità della monarchia rimane un tema divisivo. Nonostante l’indipendenza de facto raggiunta nel 1901, il Paese fa ancora parte del Commonwealth e re Carlo III resta formalmente capo di stato del Paese.

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Lidia Thorpe, il precedente al giuramento
Lidia Thorpe non è nuova a gesti eclatanti. Già nel 2022, durante la cerimonia di giuramento da senatrice, aveva alzato il pugno e compiuto un gesto provocatorio: «Giuro solennemente di servire Sua Maestà la Regina Elisabetta II, la colonizzatrice», aveva dichiarato allora. Un comportamento che le è costato numerose critiche, ma che ha anche consolidato il suo ruolo di portavoce nella lotta per i diritti degli aborigeni e contro il colonialismo.

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La visita reale e le tensioni politiche
La visita di re Carlo III in Australia, la prima da quando è salito al trono, è stata accolta con entusiasmo dalla maggior parte degli australiani. Durante le cerimonie ufficiali, il re è stato accolto da folla festante e strette di mano, mentre gruppi di sostenitori lo acclamavano. Tuttavia, la presenza di manifestanti, tra cui Thorpe e altri attivisti indigeni, ha ricordato che il tema dei diritti degli aborigeni è lontano dall'essere risolto.

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La senatrice Thorpe ha partecipato anche a una manifestazione fuori dall'Australian War Memorial, gridando slogan contro la colonizzazione e invocando il trattato con le popolazioni indigene. Questo tema, assente da molti dibattiti politici negli ultimi anni, è stato riportato alla ribalta grazie alle proteste di Thorpe e di altri attivisti. «La terra aborigena è sempre stata e sempre sarà nostra», hanno gridato i manifestanti, sottolineando come, nonostante l’Australia sia ufficialmente un paese indipendente, le questioni relative al riconoscimento dei diritti indigeni rimangono irrisolte. Nonostante il Paese abbia respinto l'idea di una repubblica in un referendum nel 1999, le recenti proteste mostrano che il dibattito è tutt'altro che concluso.

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