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Trascrizione
00:00Il 16 settembre di 25 anni fa, come già ha accennato il signor sindaco, era una giornata calda, era come oggi più o meno.
00:10Mentre questa splendida città si apprestava a vivere una delle ultime giornate stile, il maresciallo capo Marino di Resta intraprendeva un nuovo servizio antirapina.
00:22Lo faceva consapevole del rischio, consapevole che questa terra in precedenza era stata colpita da una criminalità particolarmente agguerrita proveniente dall'area foggiana.
00:39Del resto, Marino era votato all'operatività. Di origini campane, arruolato a soli 21 anni, dopo un breve periodo di servizio presso la stazione Carabinieri di Roccate-Triulzi nel Milanese, aveva frequentato il corso sotto ufficiali, conseguendo nel 1986 il grado di vicebrigadiere.
01:04Al termine del ciclo di istruzione era stato destinato proprio alla compagnia Carabinieri di Pescara, rimanendo nello stesso reparto fino al triste 16 settembre 1996.
01:20Proprio quel giorno, assieme a un collega, riusciva ad individuare quattro malviventi armati che poco prima avevano rapinato un rappresentante di Preziosi.
01:31In una manciata di secondi il collega di Marino, il brigadiere Giorgio Corvaglia, veniva bloccato dai rapinatori e tenuto sottotiro da armi da fuoco.
01:48Avendo constatato l'imminente pericolo di vita del citato militare, senza alcuna esitazione e impugnando la pistola d'ordinanza, Marino usciva allo scoperto intimando agli stessi malviventi di desistere di deporre le armi.
02:05La risposta si concretizzava in un'azione immediata di fuoco che attingeva ripetutamente il caro Marino, il quale, nonostante le gravi ferite, riusciva a rispondere al fuoco attingendo a sua volta tre malviventi.
02:21L'eroico comportamento consentiva prima di salvare la vita al collega e poi di individuare ed arrestare i rapinatori con un contestuale sequestro di numerose armi da fuoco e di recupero dell'intera rifiutiva.
02:38Durante il processo a Maronda, il Presidente della Corte d'Assise di Chieti citò una frase in latino di Quinto Ranzio Fulvio.
03:05Questa frase in latino la citò per dimostrare che quel delinquente che uccise Marino di Resta non era uno sprovenuto ignorante, ma era una persona che distingueva il bene dal male, perché quel delinquente di Maronda rispose a quella frase in latino conoscendola perfettamente.
03:33La banalità del male nel mondo esiste e noi dobbiamo combatterla in ogni modo.
03:44Quando i carabinieri dell'arma catturarono quei delinquenti dissero una sola cosa, li abbiamo presi, non dovevano dire altro, perché loro erano lì per Marino di Resta, per i cittadini inerni contro determinate situazioni e per lo Stato di diritto in cui noi viviamo.
04:09Per dimostrare che lo Stato c'è sempre e lo Stato arriva a colpire chi deve colpire e ad aiutare chi deve essere aiutato.
04:18E noi dobbiamo, a Marino di Resta, il ricordo, il dovere del ricordo, perché il ricordo ci aiuta a superare i momenti di crisi e soprattutto ci aiuta a guardare avanti per una vita migliore.

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