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È difficile resistere al fascino di una bambola che, negli ultimi 65 anni, ha incarnato sogni, ambizioni e il cambiamento sociale. Stiamo parlando di Barbie, l’icona culturale che ha attraversato generazioni, adattandosi e influenzando mode e visioni del mondo. Oggi, il giocattolo della Mattel è al centro di una mostra imperdibile al Museum of Arts and Design di New York, Barbie: A Cultural Icon. Un omaggio alla sua evoluzione e al suo impatto globale, visitabile fino al 16 marzo 2025.

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Oltre 250 Barbie, un viaggio nel tempo
La mostra, curata da Karan Feder, propone un’esposizione di oltre 250 Barbie, insieme a costumi, interviste e spot pubblicitari d’epoca, provenienti dalla collezione privata di David Porcello e dalla stessa Mattel. Ogni decennio ha la sua sezione dedicata, offrendo un viaggio nelle trasformazioni della bambola, dalla sua prima apparizione alla New York Toy Fair del 1959, fino ai modelli più recenti e inclusivi. Ruth Handler, co-fondatrice di Mattel e "madre" di Barbie, immaginò un giocattolo che «potesse essere tutto ciò che una bambina sognava di diventare», e questo desiderio si è trasformato in un fenomeno culturale che ha saputo mantenere vivo lo spirito del tempo.

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Specchio della società e delle tendenze
Ogni area della mostra racconta una tappa nella storia della società e della moda. Dagli abiti ispirati a Jackie Kennedy all'astronauta del 1965, ogni versione della bambola rappresenta un’epoca, portando con sé nuove ispirazioni e messaggi. Negli anni ’70, la bambola in minigonna riflette l’era della liberazione femminile, mentre negli anni ’80 e ’90 il suo guardaroba si arricchisce di stili audaci e personaggi dalle etnie e professioni più varie. Secondo la curatrice dell'esposizione, «Barbie nei suoi 65 anni di storia ha catturato lo spirito dei tempi» ed è stata d’ispirazione per moltissime donne in carriera.

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Inclusività e diversità: le nuove Barbie
Un’intera sezione è dedicata alle Barbie degli ultimi decenni, testimoni di un impegno crescente verso l’inclusività. Oggi si presenta con un’ampia varietà di fisici, etnie e condizioni fisiche, tra cui modelli con sindrome di Down, protesi e vitiligine, rispecchiando un mondo più inclusivo. «Il modello più venduto in assoluto è stata la "Totally Hair" del 1992», racconta Karan Feder, mentre le ultime creazioni testimoniano l’evoluzione della bambola verso un ideale sempre più ampio e inclusivo.

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Un’icona in continua evoluzione
La mostra celebra anche il ruolo rivoluzionario della bambola come oggetto di ispirazione e riflessione. La mostra si conclude con una serie speciale, le “Barbie Signature 65th Blue Sapphire Anniversary Fashion Dolls”, che onorano l'eredità culturale della bambola. La Mattel ha contribuito a farne non solo un giocattolo, ma un’icona capace di adattarsi e innovarsi, conquistando il cuore di milioni di persone nel mondo.

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