Kamala Harris come Hillary Clinton: perché l'America boccia le donne alla Casa Bianca

Dopo Hillary Clinton nel 2016, Kamala Harris è la seconda donna che gli Stati Uniti bocciano come potenziale presidente, preferendo ancora una volta Donald Trump. Il risultato elettorale del 2024 non solo segna una nuova vittoria per il tycoon repubblicano, ma evidenzia anche un blocco culturale nel Paese che continua a frenare le ambizioni di leadership femminile, specialmente quando il rivale è un uomo noto per le sue posizioni conservatrici, e per alcuni, addirittura misogine. Mentre Clinton aveva almeno conquistato il voto popolare, Harris non è riuscita nemmeno in questo, perdendo sia il consenso delle donne bianche sia il sostegno degli uomini latini, tradizionalmente in favore dei democratici.

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Kamala Harris sconfitta: il "soffitto di cristallo" resta intatto
Il cosiddetto "soffitto di cristallo" per le donne in politica sembra essersi rafforzato, un ostacolo “più duro e più alto” secondo diversi commentatori sui social media. L’esperienza di Hillary Clinton nel 2016 e quella di Kamala Harris oggi sembrano ribadire come una parte significativa dell’elettorato americano, in particolare tra le donne bianche, preferisca mantenere uno status quo rappresentato da figure maschili, a prescindere dalla loro storia personale o dalla loro condotta.

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Le donne bianche votano Donald Trump
I dati degli exit poll evidenziano come il sostegno di Trump tra le donne bianche sia rimasto solido. Nel 2024, il 52% di queste ha scelto Trump rispetto al 47% che ha optato per Harris. Una tendenza che ha radici profonde: già nel 2016 il 47% delle donne bianche aveva sostenuto il tycoon, mostrando una diffidenza significativa verso la leadership femminile in ambito presidenziale. Il divario di genere è stato netto anche tra gli uomini: mentre Trump ha ottenuto un ampio consenso tra gli uomini bianchi e latini, Harris ha conquistato solo un lieve vantaggio tra gli uomini di colore, un elettorato comunque ridotto rispetto ad altre fasce demografiche.

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Le donne afroamericane per Kamala Harris: tante, ma non sufficienti
Nonostante il sostegno quasi unanime delle donne afroamericane, che hanno votato per Kamala Harris con un impressionante 92%, questo gruppo demografico rappresenta solo il 7% dell’elettorato totale, dimostrando di non essere sufficiente a ribaltare il risultato. Anche gli uomini afroamericani, pur rimanendo per lo più fedeli al Partito Democratico, hanno mostrato una lieve flessione rispetto al passato, contribuendo meno del previsto al consenso necessario per Harris.

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La sorpresa dei latinos
Uno dei dati più sorprendenti di queste elezioni riguarda il voto dei latinos, che per la prima volta in cinque tornate elettorali si sono schierati in maggioranza con il candidato repubblicano. Uno spostamento inatteso dal Partito Democratico, che vedeva tradizionalmente in questa fascia demografica un blocco di supporto. Nel 2020, Biden aveva ottenuto un margine di 23 punti tra gli uomini latini, ma nel 2024, Trump li ha conquistati. Un'inversione di tendenza avvenuta nonostante il tycoon abbia definito gli immigrati irregolari provenienti dall'America Latina come dei potenziali stupratori pronti a violentare le donne americane.

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La questione dell’aborto non spinge Kamala Harris
L’economia ha giocato un ruolo determinante nel voto di quest'anno, con circa due terzi degli elettori che considerano la situazione economica “non buona o scarsa”. Questa percezione ha favorito Trump, che ha usato una retorica populista per guadagnare consensi, specialmente tra coloro che si considerano in una situazione economica peggiore rispetto a quattro anni fa. Nonostante Harris abbia sostenuto con forza il diritto all’aborto, tema caro a molte elettrici, non è riuscita a mobilitare il voto femminile in suo favore. Anche se la maggioranza degli americani si dice favorevole a rendere l’aborto legale, molti di loro hanno scelto di non tradurre questo sostegno in voti per Harris.

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