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CortometraggiTrascrizione
00:00Hanno ucciso l'uomo ragno di Francesco Agostini, Chiara Laudani, Giorgio Nerone, Sidney Sibilia,
00:27otto episodi su Sky. Chi è stato adolescente negli anni 90 non può dimenticare la prima
00:33musicassetta con in copertina l'illustrazione di una città in subbuglio e due tizi strani
00:37che dall'alto scrutavano la scena e sotto la scritta 883 hanno ucciso l'uomo ragno.
00:44Quei tizi erano Max Pezzali e Mauro Repetto e quella cassetta i ragazzi di quegli anni
00:49ce l'hanno avuta tutti. Ascoltata all'infinito ogni verso imparato a memoria perché in quei
00:54ragazzi di periferia che cantavano di amore sfigati e della monotonia della vita di provincia
00:59ci si sono ritrovati tutti e nel cuore profondo e nostalgico di un paese che non esiste più
01:04che la serie dedicata al mitico gruppo di Pavia affonda le mani ma soprattutto la memoria
01:10per raccontare gli inizi del duo più amato d'Italia. Otto puntate che filano sullo schermo
01:15come le pagine di vecchi diari di scuola ritrovati, piene di vita e della storia di un'amicizia
01:20che cambierà le esistenze di entrambi. A dare il voto a Pezzali e a Repetto sono Elia
01:25Nuzzolo e Matteo Giuggioli ed è proprio grazie a quest'ultimo che scopriamo l'importanza
01:30del tipo che ballava senza cantare ma che in realtà è stato fondamentale per il loro
01:35successo. Lo sguardo empatico di autori e registi tra questi Sidney Sibilia e Rice Filippi
01:41anche loro cresciuti a pane 883 si posa inoltre su tutta la scena musicale di quel periodo
01:47regalandoci apparizioni uniche, Giovanotti, Sandy Martin, Fiorello, Claudio Cecchetto
01:52e Metallica. Gli anni delle immense compagnie, non c'è che dire, rivivono nell'impresa incredibile
01:58di quei due ragazzi della porta accanto che ce l'hanno fatta.
02:03Disclaimer, la vita perfetta di Alfonso Cuarón, sette episodi su Apple TV. C'è qualcosa
02:08che non va in Disclaimer, lo spettacolo non ci fornisce mai abbastanza indizi per risolvere
02:12il puzzle, ma crea la sensazione che qualcosa d'importante rimanga irrisolto, ha scritto
02:17Philippe Matchak su The New Republic. Le interpretazioni sono superbe, la fotografia è davvero meravigliosa,
02:23le scenografie così invitanti e la padronanza del tono di Cuarón è sempre magistrale,
02:29ha scritto Vanley Ma su Nightly. Nessuna opera di qualunque tipo riesce mai a ottenere il
02:34consenso di tutti, ma Disclaimer, creato e diretto da Alfonso Cuarón, che invece aveva
02:39convinto tutti, sia con la fantascienza femminista di Gravity che con la romanzesca divulgazione
02:45ipiografica di Roma, Oscar per la regia, questa volta ha generato fazioni opposte irriducibili,
02:51soprattutto sui social, anche in Italia. Disclaimer attacca con un mistero già svelato,
02:57l'annegamento di un giovane inglese dopo il salvataggio di un bambino dalle onde, che
03:00ne contiene un altro. Chi ha mandato la famosa cronista dalla vita giata e con una famiglia
03:05high class, opulente e disfunzionale, un libro che racconta una storia che la riguarda,
03:10proprio quella del ragazzo annegato, che lei credeva non fosse nota a nessuno, ma che noi
03:14riviviamo attraverso numerosi, cruciali flashback. Il volto stressato di Cate Blanchett, la giornalista
03:20di fama, assiste alle conseguenze di questa pubblicazione che manda in pezzi la sua vita.
03:25Noi invece lo sappiamo chi è stato, un vecchio rancoroso Kevin Kline, mai così ben stropicciato
03:31e dotato di un tempismo fenomenale nell'intervenire e nell'ascoltare. Disclaimer è curato dall'inizio
03:37alla fine con la stessa perizia con cui Cuaron realizza i suoi film più personali, grazie
03:42alla disciplina di dettagli di ambiente, la superba luce di Emanuele Lubezki, la recitazione
03:47polifonica e, se l'azione finale vi sembra un artificio troppo palpi, che significa succulento
03:54ma anche stucchevole, è difficile non godersi Kevin Kline, che usa il suo stile comico per
03:59un personaggio efferato, e non ammirare il miracolo di acqua, aria e micidiale tensione
04:04della più tragica delle scene sulla spiaggia di Forte dei Marmi, che ricorda quella altrettanto
04:09estenuante e memorabile dell'incubo finale del bagnasciuga di Roma.
04:13L'autopsia di Jane Doe di André Ovredal, film su Prime. L'autopsia di una giovane donna,
04:21che è buona parte della scena di questo film, riscontra polsi e caviglie fratturate, lingua
04:25strappata, cuore lacerato, polmoni bruciati, un fiore di stramonio nel petto, è una pianta
04:32che cresce solo nel nord-est degli Stati Uniti, e un suo dente avvolto in un antico papiro
04:37nello stomaco. Lo spettatore che segue l'esame del cadavere
04:41condotto da due specialisti, padre e figlio, ovvero Brian Cox e Emil Hirsch, sa di trovarsi
04:47di fronte a uno di quegli enigmi senza apparente soluzione che hanno alimentato la nascita
04:52della letteratura poliziesca da Poe a Conan Doyle. Ma man mano che il film si svolge,
04:58segnali sempre più inquietanti fanno sospettare che il thriller sia infestato da presenze
05:03più oscure di quelle del sadismo criminale, le cui tracce risalgono alla caccia alle streghe
05:07del XVII secolo. Horror da camera, realizzato da uno specialista
05:12norvegese del genere, è più convincente nella preparazione delle manifestazioni demoniche
05:17che nel loro inesorabile e inarrestabile svolgimento che lascia spazio finale a poche
05:22sorprese. Ma lo sguardo di pietra traslucida del cadavere
05:26indistruttibile della giovane donna ha gelato anche il maestro della paura Stephen King
05:32che ha dichiarato di essere uscito terrorizzato dalla visione del film.