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Trascrizione
00:00:00Cessate il fuoco in Libano da oggi, favorire l'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, rispettare la decisione della Corte Penale Internazionale per Netanyahu e Gallant.
00:00:12Queste le tre richieste pesanti di Joseph Borrell, espresse questa mattina al G7 di Anani e di Fugi, dove ci troviamo in questo momento.
00:00:23Tre richieste importanti, fondamentali, che ci fanno capire anche quanto è emerso dal primo giorno di questo Group of Seven e non solo, che ci fanno anche comprendere meglio quelle che sono le posizioni delle istituzioni dell'Unione Europea di fronte al tema più caldo del momento, quello che riguarda la stabilità in Medio Oriente e la vita di milioni di persone.
00:00:45Vedremo se effettivamente queste richieste verranno ascoltate da tutti i paesi europei e anche dai paesi che fanno parte del G7 e del G7 allargato.
00:01:01Tutte le strade, si sa, portano a Roma e noi quelle strade le percorriamo senza paura.
00:01:05Benvenuti ad una nuova puntata di The Passenger, oggi interamente dedicata all'analisi del G7 degli esteri di Fugi e di Anani.
00:01:15Noi siamo andati lì con le nostre telecamere, con i nostri occhi, con le nostre orecchie per vedere e per sentire dal vivo quello che avevano da dirsi i membri del Group of Seven sulle questioni più spinose in ambito internazionale, di geopolitica e ancora di relazioni internazionali.
00:01:37Si è parlato di Medio Oriente, si è parlato anche di Ucraina, ma non solo, di Piano Mattei, di America Latina, veramente c'è stata un'analisi approfondita su tutte quelle tematiche che noi ogni martedì qui a The Passenger cerchiamo di analizzare da lontano.
00:01:55E allora io non voglio spoilerarvi niente perché alla fine di queste due giornate abbiamo preparato un recap di quanto accaduto, di quanto si sono detti i grandi del G7, allora ce lo vediamo insieme.
00:02:11Una due giorni intensissima quella del 25 e del 26 di novembre tra Anani e Fiuggi per la sezione del G7 degli esteri, quella di chiusura dell'anno della presidenza italiana per il Group of Seven.
00:02:37Sul tavolo della discussione in queste 48 ore i temi più caldi delle relazioni internazionali e della geopolitica a livello globale.
00:02:44Si è parlato di Medio Oriente soprattutto nella prima giornata, i temi più caldi per questa regione, per ciò che riguarda questa regione, hanno riguardato innanzitutto la ricerca di un cessate il fuoco nel sud del Libano
00:02:59che lo stesso Josep Borrell, l'alto rappresentante dell'Unione Europea, ha definito un'area di mondo devastata da salvare il prima possibile.
00:03:10Un cessate il fuoco che dovrà essere poi esteso anche a Gaza, dove non entrano gli aiuti umanitari e questo è un problema perché a detta dello stesso Borrell la fame a Gaza viene usata come arma.
00:03:25C'è stato spazio poi anche per discutere delle ultimissime decisioni della Corte Penale Internazionale che ha diramato l'arresto, la volontà di arresto per Benjamin Netanyahu, il presidente israeliano,
00:03:41e il suo ex ministro della difesa, ovvero Yoav Gallant, per crimini contro l'umanità e crimini di guerra.
00:03:48Antonio Tajani ha proposto dunque agli altri ministri del G7 di parlarne per trovare una decisione univoca su un tema che divide tanti paesi non solo nel G7 ma soprattutto a livello europeo.
00:04:04Se Josep Borrell in mattinata aveva detto di voler far rispettare la decisione della Corte Penale Internazionale, poi nella serata del 26 novembre, nella conferenza stampa di chiusura al teatro di Fiuggi, Antonio Tajani ha detto qualcosa di leggermente diverso,
00:04:24meglio di totalmente diverso perché il ministro degli esteri italiano ha affermato che la decisione della Corte Penale Internazionale per ora è questa ma ha evidenziato quelle che sono le difficoltà nel far applicare tale sentenza che ricordiamo non è definitiva ma è un mandato di arresto per poi arrivare ad un processo
00:04:47e quindi ha aperto a nuove discussioni su questo tema che può essere fondamentale ovviamente perché nel caso poi Netanyahu dovesse essere arrestato in uno stato che riconosce la Corte Penale Internazionale ovviamente potrebbe cambiare anche quella che è la situazione geopolitica di Israele e in generale dei paesi arabi.
00:05:08E allora ci sentiamo insieme le parole di Antonio Tajani durante la conferenza stampa.
00:05:15E' scritto che bisogna capire quali sono gli obblighi, noi certo che chiediamo sempre gli obblighi ma bisogna capire quali sono gli obblighi, questo è il problema che abbiamo detto che bisogna leggere la sentenza e capire che non è una cosa indifferente, si può o non si può, questo è il tema, gli obblighi vengono dalla legge, dalle norme, si può o non si può arrestare un capo di Stato e un capo di governo
00:05:42a parte che sono periodi ipotetici della irrealtà perché nessun capo di Stato e capo di governo è in un paese dove un giudice potrebbe arrestarlo, poi bisogna arrestarlo, come arresti, non è che un privato cittadino lo deve prendere a casa
00:05:58Fino ad adesso la corte è riuscita a portare, a parte che non sono persone condannate, non è che nel controllo dell'esercito una condanna, dovrebbe essere arrestato per essere portato davanti alla corte, fino ad adesso l'unico caso è stato quello che riguarda la Serbia ma sono stati Serbia a consegnare Milosevic alla corte, quindi sono sempre molto pragmatico.
00:06:28Ma non è un caso, bisogna leggere la sentenza e leggere le gambe.
00:06:58E' un paese che è in una regione che ad oggi sembra essere la più turbolenta del mondo, lo stesso Tajani ha evidenziato la volontà di aprire le relazioni del G7 a questi attori regionali che possono avere un ruolo chiave nella risoluzione.
00:07:26Più di quello che si sta rivelando un vero e proprio ginepraio a livello diplomatico.
00:07:30E allora sentiamo infatti cosa ha detto Tajani in conferenza proprio a proposito dell'apertura del G7 a questi paesi.
00:07:37E' stato un G7 caratterizzato anche dalla presenza di paesi per i quali noi vogliamo avere un dialogo penso al princetto arabo e penso anche ai paesi del lito pacifico.
00:07:57Ancora una volta abbiamo dimostrato che il G7 non vuole chiudersi ma vuole aprirsi.
00:08:03Questa è stata anche la caratteristica della presidenza italiana.
00:08:09L'abbiamo fatto qui, l'abbiamo fatto in tutte le altre tre riunioni del G7 che ha organizzato il mio ministero e che è stata fatta anche a sorveglianza a livello dei leader.
00:08:21Occuparsi della situazione del Medio Oriente, conoscendo i paesi arabi, penso all'Egitto, penso al Qatar, penso ai Libirati, penso alla Arabia Saudita, penso alla Giordania.
00:08:36Significa voler costruire qualche cosa di serio.
00:08:40L'Italia ha voluto fortemente questa apertura e qualche passo in avanti.
00:08:46Penso che si stia facendo così coloniale che si possano fare passi in avanti.
00:08:51Nell'area dell'Indo Pacifico.
00:08:54Non è mancata poi anche la stoccata all'Iran.
00:08:58Il G7 ha su questo tema un parere univoco.
00:09:03L'Iran non può avere il nucleare, lo ha detto lo stesso Tajani.
00:09:08Per quanto riguarda la situazione del Medio Oriente abbiamo ribadito che l'Iran non dovrà mai sviluppare o acquisire un'arma nucleare.
00:09:18Abbiamo insistito sul ruolo del Piano Mattei.
00:09:23Tutti quanti hanno riconosciuto anche il ruolo che svolge il programma italiano Frutto or Casa.
00:09:30Ho lanciato, come vedete, il documento.
00:09:35Continuando a chiedere il cessato del fuoco immediato tra Israele e Sbolla e la piena attuazione della Resoluzione 1701,
00:09:43mi auguro che possiamo anticipare le decisioni imminente.
00:09:48E se nella prima giornata del G7 si è parlato per lo più di Medio Oriente,
00:09:53nella seconda, invece, quella del 26 novembre, in mattinata, si è trattato soprattutto di Ucraina.
00:10:00Di come raggiungere la pace in questo paese devastato ormai da due anni di guerra
00:10:05e poi come ricostruire questo paese che ormai da tempo è candidato a far parte dell'Unione Europea.
00:10:13Lo stesso Tajani ci ha informati del fatto che il G7 ha un parere univoco.
00:10:19Bisogna continuare a supportare l'Ucraina con l'invio di armi e non solo
00:10:24e poi dividersi i compiti in fase di ricostruzione all'Italia.
00:10:28Molto probabilmente spetterà il compito di ricostruire le infrastrutture adibite
00:10:33a rifornire le città di energia elettrica. Sentiamo Tajani.
00:10:37Moltissimi sono stati incontri bilaterali che ho avuto a cominciare dal Ministro degli Esteri dell'Ucraina
00:10:44al quale è confermato il nostro impegno a sostenere il paese soprattutto per quanto riguarda
00:10:50anche la difesa della ricostruzione della rete per la produzione energetica.
00:10:56Già il Parlamento ha trovato un accordo firmato a febbraio di quest'anno
00:11:01quindi siamo procedenti in questa direzione e abbiamo assicurato che perché ci sarà guerra
00:11:04continueremo a sostenere anche l'invio di armi all'Ucraina.
00:11:13Questo è in mattinata quando Tajani ha ricevuto il Ministro degli Esteri dell'Ucraina Andrei Sibia
00:11:21e poi nel pomeriggio il focus dell'attenzione si è spostato sull'area dell'Indopacifico
00:11:28dove sono due le aree di interesse per lo più.
00:11:32Quella delle due Coree che sono ormai in tensione da tantissimo
00:11:37e poi quella tra Cina e Taiwan un'altra area ad altissimo rischio per un probabile conflitto.
00:11:45Per quanto riguarda le due Coree Tajani è stato chiarissimo
00:11:48tutto il G7 pensa che la Corea debba essere condannata per l'invio di truppe sul territorio russo
00:11:56per quanto riguarda invece la Cina la sensazione è che ci sia stata una certa calma nel parlare del dragone
00:12:05quello che si chiede alla Cina è il dialogo da parte di Pechino con la Russia
00:12:14per evitare una escalation in Ucraina ma perché no anche in Corea
00:12:18e poi di evitare anche un rialzo dei dazzi doganali per quanto riguarda tutti quei materiali preziosi
00:12:25parliamo per lo più di terre rare che interessano non soltanto il dragone ma anche Taiwan
00:12:31in un'area di grandissimo interesse per i cinesi a dircele proprio lo stesso Tajani.
00:12:36Come sapete abbiamo approvato un documento molto articolato
00:12:43sono esattamente 16 pagine dove ci sono alcuni elementi importanti
00:12:50vi cito nell'ordine intanto la condanna della Corea del Nord per la cooperazione militare con la Russia
00:13:03un segnale chiaro e preciso che va nella direzione di impedire una escalation nella regione orientale.
00:13:20Storie senza barriere con Andrea Candelaresi
00:13:25Abbiamo affrontato anche la questione cinese che ha avuto tutta la questione di Indo-Pacifico
00:13:34abbiamo chiesto il documento alla Cina di intensificare gli sforzi vuoti a promuovere la pace e la sicurezza internazionale
00:13:42di sollecitare la Russia a interrompere gli attacchi militari
00:13:47abbiamo anche sottolineato tutte le questioni commerciali
00:13:52e abbiamo chiesto alla Cina di astenersi dall'adottare misure di controllo delle esportazioni
00:13:59in particolare per i minerali critici che potrebbero portare a significative interruzioni della catena di approvvigionamento
00:14:07abbiamo anche detto che la posizione di base dei membri del G7 sul Taiwan non cambia
00:14:12compresa la politica di una Cina sola
00:14:15sosteniamo la partecipazione di Taiwan e le organizzazioni internazionali
00:14:19in qualità di membro da dove non si è richiesto essere uno Stato
00:14:23e in qualità di osservatore può capire da dove lo sia
00:14:27Aria dell'Indo-Pacifico ma nel pomeriggio del 26 di novembre si è parlato anche di Africa
00:14:34Africa tensionata particolarmente dall'Italia che quest'anno ha avviato il piano Mattei
00:14:40su proposta proprio del governo Meloni
00:14:44un piano Mattei che secondo Tajani e secondo tutto il governo attuale
00:14:49è volto a ricostruire quei paesi dell'Africa in termini di infrastrutture
00:14:54ma anche di economia e dunque poi di tessuto sociale
00:14:57per evitare poi che i flussi di migratori siano eccessivamente pressanti sul nostro paese
00:15:07anche di migrazioni ovviamente si è parlato Tajani ha ribadito l'impegno dello Stato italiano
00:15:12e di tutti i paesi del G7 nel combattere l'immigrazione clandestina
00:15:15e di favorire invece l'immigrazione regolare
00:15:19facendo riferimento ad un paese che ha partecipato a questo G7 allargato
00:15:24all'India che ha rifornito l'Europa e anche l'Italia di lavoratori
00:15:30a detta di Tajani molto utili per il nostro sistema economico
00:15:34sentiamo le sue parole
00:15:36abbiamo affrontato anche il tema migrazione
00:15:39quindi sostanzialmente la posizione è questa
00:15:43che noi affermiamo il nostro impegno collettivo a rafforzare la popolazione
00:15:47ad affrontare le cause della migrazione irregolare e dello sfondamento forzato
00:15:51come la povertà globale, l'instabilità e il cambiamento climatico
00:15:55e cogliere le opportunità offerte dalla migrazione a livello globale
00:15:59in tal senso lavoreremo di concerto con i paesi di origine
00:16:02transito e vicinazione per sostenere lo sviluppo sostenibile
00:16:05la resilienza e la stabilità
00:16:08di questo ho anche parlato nel corso degli incontri che ho avuto
00:16:12con molti ministri
00:16:15l'ultimo ministro degli esteri dell'India
00:16:18con cui abbiamo parlato anche di migrazione regolare
00:16:21noi abbiamo bisogno di lavoratori stranieri
00:16:24ci sono molti indiani che abbiamo affrontato anche in agricoltura
00:16:27che sono ottimi lavoratori
00:16:29abbiamo affrontato anche questo tema
00:16:31dimostrazione che il nostro impegno è contro la migrazione irregolare
00:16:35e a favore della migrazione irregolare
00:16:38per aiutare le nostre imprese
00:16:41non è mancato poi lo spazio anche per l'America Latina
00:16:44in particolar modo nel G7
00:16:47si è parlato del Venezuela
00:16:50ecco Tajani ha ribadito quella che è la posizione
00:16:53dei vari ministri degli esteri che hanno preso parte al G7
00:16:56su questo paese
00:16:58ovvero il non riconoscimento di Maduro
00:17:01in qualità di presidente effettivo del Venezuela
00:17:04anzi i paesi del G7 continuano a riconoscere
00:17:07Rutia come presidente
00:17:10visto che a detta di Tajani
00:17:13sarebbe stato lui il presidente eletto dal popolo
00:17:16infatti sentiamo le sue parole
00:17:19abbiamo preso una posizione molto chiara sul Venezuela
00:17:23che lo avete eletto
00:17:26noi diciamo
00:17:29che di fatto il popolo ha scelto
00:17:32il punto comunale su Rutia
00:17:35come vincitore
00:17:37c'è scritto che continueremo a sostenere
00:17:39gli sforzi dei partner regionali
00:17:41per facilitare una transizione democratica
00:17:43e pacifica
00:17:45a guida venezuelana
00:17:47che garantisca il rispetto
00:17:49della volontà dei elettori
00:17:51in più c'è una condanna
00:17:53delle violazioni degli abusi dei diritti umani
00:17:55tra i quali la detenzione arbitraria
00:17:57le restrizioni delle libertà fondamentali
00:17:59che colpiscono in particolare
00:18:01gli oppositori politici
00:18:03la società civile
00:18:05e i giornali indipendenti
00:18:07tutti i legionieri politici giustamente detenuti
00:18:09devono essere rilasciati
00:18:10e per questo motivo
00:18:12chiamo al Venezuela
00:18:14e quando noi non riconosciamo
00:18:16il paese del G7
00:18:18non riconosciamo la vittoria
00:18:20di Bandura, di Tenerife
00:18:22e invece i cittadini
00:18:24abbiano scelto il punto Gonzale
00:18:26o Rutia
00:18:28Quello che comunque è emerso
00:18:30da questo G7
00:18:32in una Nani, in una Fiuggi
00:18:34blindatissime
00:18:36è che comunque la tensione
00:18:38per quanto riguarda le relazioni internazionali
00:18:40è che ovviamente ci saranno altre occasioni
00:18:42per approfondire
00:18:44tali tematiche che non si concludono
00:18:46certamente qui
00:18:48L'Italia torna al centro
00:18:50dell'attenzione
00:18:52soprattutto come attore regionale
00:18:54nel Mediterraneo
00:18:56e perché no anche in Africa
00:18:58questo è innegabile
00:19:00lo ha detto anche Tajani
00:19:02e lo ha ribadito addirittura
00:19:04Anthony Blinken
00:19:06che era presente proprio qui
00:19:08in tutte e due le giornate
00:19:10però questo G7
00:19:12è traballante
00:19:14anche perché lo sappiamo
00:19:16a gennaio si insedierà
00:19:18la nuova presidenza
00:19:20la Casa Bianca
00:19:22e lì potrà cambiare molto
00:19:24in termini di politica estera
00:19:26noi ovviamente a The Passenger
00:19:28analizzeremo questo G7
00:19:30analizzeremo anche in futuro
00:19:32quelli che saranno i cambiamenti
00:19:34in termini di relazioni internazionali
00:19:36di geopolitica
00:19:38nelle tematiche trattate
00:19:40nel make-up finale
00:19:42di questa due giorni
00:19:44tra fiuggi e danagne
00:19:46di G7 esteri
00:19:48come dicevamo tantissimi
00:19:50i temi sul tavolo
00:19:52sulle questioni più spinose
00:19:54del pianeta
00:19:56essenzialmente abbiamo parlato
00:19:58di Medio Oriente
00:20:00abbiamo analizzato anche
00:20:02quel cessato il fuoco
00:20:04tra Israele e Hezbollah
00:20:06che tanto è stato invocato
00:20:08in questo G7
00:20:10è stato molto emblematico
00:20:12si è parlato di Ucraina
00:20:14si è parlato anche della decisione
00:20:16della Corte Penale Internazionale
00:20:18che ha diramato
00:20:20il mandato d'arresto internazionale
00:20:22per Netanyahu
00:20:24il premier israeliano
00:20:26e Yoav Gallant
00:20:28il suo ex ministro degli esteri
00:20:30ecco, su tanti temi
00:20:32il G7 ha cercato
00:20:34di apparire unito
00:20:36ma poi in realtà
00:20:38le divisioni si sono mostrate
00:20:40è emblematico il caso
00:20:42del mandato di arresto
00:20:44della Corte Penale Internazionale
00:20:46se la mattina del 26 di novembre
00:20:48quindi del secondo giorno
00:20:50di G7
00:20:52Josep Borrell
00:20:54l'alto segretario
00:20:56per gli affari esteri
00:20:58dell'Unione Europea
00:21:00aveva chiesto l'obbligo
00:21:02di far rispettare a tutti i paesi
00:21:04dell'Unione Europea
00:21:06la decisione della Corte Penale Internazionale
00:21:08nella conferenza stampa
00:21:10quello che è emerso
00:21:12è che ancora c'è bisogno di prudenza
00:21:14di analisi su una decisione
00:21:16che potrebbe cambiare
00:21:18le carte in tavola
00:21:20non soltanto in Israele
00:21:22ma in tutto il Medio Oriente
00:21:24e oserei dire in realtà
00:21:26in tutto il mondo
00:21:28essendo quella un'area
00:21:30fondamentale per gli equilibri globali
00:21:32ebbene, cerchiamo dunque
00:21:34di ripartire proprio da questo tema
00:21:36perché ecco
00:21:38durante la mattinata
00:21:40nella conferenza stampa di Josep Borrell
00:21:42avevamo fatto un servizio
00:21:44un servizio dove raccontavamo proprio questo
00:21:46sentiamo
00:21:48al via oggi la seconda giornata
00:21:50del G7 di esteri
00:21:52oggi sul tavolo della discussione
00:21:54si parlerà
00:21:56della pace in Ucraina
00:21:58e della ricostruzione di questo paese
00:22:00devastato da ormai più di due anni di guerra
00:22:02questa mattinata nel pomeriggio invece
00:22:04focus sulla stabilità
00:22:06dell'Indo-Pacifico
00:22:08e spazio anche
00:22:10dell'Africana
00:22:12questa mattina ha parlato ai giornalisti
00:22:14nella sala stampa
00:22:16l'alto rappresentante dell'Unione Europea
00:22:18Josep Borrell
00:22:20facendo un po' il punto della situazione
00:22:22sul Medio Oriente
00:22:24in particolar modo sul Libano
00:22:26ha chiesto
00:22:28espressamente a Netanyahu
00:22:30di accettare il cessate il fuoco
00:22:32e non solo
00:22:34ha parlato anche della striscia di Gaza
00:22:36una striscia di Gaza
00:22:38in cui la situazione umanitaria
00:22:40è sempre usata
00:22:42anche come arma
00:22:44quindi temi caldissimi che si svilupperanno
00:22:46poi nell'arco di tutta la giornata
00:22:48oggi poi Antonio Tajani
00:22:50ha dato il benvenuto
00:22:52al nuovo Ministro degli Esteri Ucraino
00:22:54Andriy Sibia
00:22:56che appunto parlerà con
00:22:58tutti gli altri
00:23:00rappresentanti delle istituzioni
00:23:02del G7
00:23:04appunto di pace e di ricostruzione
00:23:06tutto questo in una fiuggia che continua
00:23:08ad essere blindata
00:23:10ieri ci sono stati vari disagi per i cittadini
00:23:12anche ad Anagni
00:23:14dove è successo un fatto molto curioso
00:23:16nella mattinata
00:23:18durante il giro
00:23:20del comune di Anagni
00:23:22la delegazione italiana
00:23:24ha scoperto un atto vandalico
00:23:26in un affresco
00:23:28storico della sala dello schiaffo
00:23:30del comune di Anagni
00:23:32la delegazione italiana che poi
00:23:34ha prontamente denunciato il tutto
00:23:36all'arma dei carabinieri
00:23:38comunque Fiuggi rimarrà blindatissimo
00:23:40almeno per tutta la giornata di oggi
00:23:43per ulteriori informazioni
00:23:45potete continuare a seguire
00:23:47Radio Roma News e il sito
00:23:49www.radioroma.it
00:23:51e dunque no
00:23:53questa era l'analisi appunto
00:23:55a caldo delle parole di Borrell
00:23:57parole di Borrell poi effettivamente
00:23:59smentite da Tagliani
00:24:01almeno in parte dopo
00:24:03tra l'altro un colloquio bilaterale
00:24:05con Antony Blinken
00:24:07questo veramente mi preme
00:24:09e allora se il G7
00:24:11appare così disunito in realtà
00:24:13in alcune decisioni
00:24:15ecco la domanda sorge spontanea
00:24:17ed è dietro di me
00:24:19sono ancora più grandi
00:24:21il G7 ancora così unito
00:24:23ha ancora un peso specifico
00:24:25così importante
00:24:27a livello internazionale
00:24:29oserei dire quasi globale
00:24:31beh è quello che cercheremo di capire
00:24:33oggi nell'arco della nostra puntata
00:24:35e tra poco analizzeremo
00:24:37insieme a Paolo Battaglia
00:24:39di giurisprudenza
00:24:41ecco ripartiremo appunto
00:24:43dalla decisione della Corte Penale Internazionale
00:24:45quanto pesa questa Corte
00:24:47a livello globale
00:24:49e soprattutto che ruolo ha avuto
00:24:51e ha il G7
00:24:53nel far rispettare le sue decisioni
00:24:55ne parliamo tra poco dopo la pubblicità
00:25:04Ed eccoci carissimi passengers
00:25:06stiamo raccontando
00:25:07abbiamo visto e sentito
00:25:09al G7 esteri
00:25:11di Fiuggi e di Anagni
00:25:13tantissimi temi sul tavolo
00:25:15della discussione
00:25:17tra questi anche
00:25:19l'ultima decisione
00:25:21della Corte Penale Internazionale
00:25:23un mandato d'arresto
00:25:25per Netanyahu
00:25:27il premier israeliano
00:25:29e il suo ex ministro degli esteri
00:25:31ovvero Yoav Gallant
00:25:33una sentenza pesante
00:25:35che però non è una sentenza definitiva
00:25:37l'arresto, il mandato di arresto
00:25:39serve per poterlo arrestare
00:25:41per poter arrestare
00:25:43queste due persone
00:25:45e poi in caso processarli
00:25:47questo è quello che ha ribadito
00:25:49anche Antonio Tajani
00:25:51in conferenza
00:25:53Antonio Tajani che è intervenuto
00:25:55dopo la conferenza mattutina
00:25:57invece di Josep Borrell
00:25:59che è stato molto più duro
00:26:01nell'affrontare questo tema
00:26:03Borrell stesso ha detto
00:26:05tutti i paesi che fanno parte
00:26:07di questa situazione
00:26:09che devono assolutamente
00:26:11in maniera obbligatoria
00:26:13ha usato questa parola
00:26:15in maniera obbligatoria
00:26:17attenersi alle decisioni
00:26:19della Corte Penale Internazionale
00:26:21mentre invece
00:26:23per quanto riguarda l'Italia
00:26:25e gli altri paesi del G7
00:26:27vige la prudenza
00:26:29ecco bisogna capire
00:26:31bisogna cercare di analizzare insieme
00:26:33trovare una soluzione univoca
00:26:35bisogna capire qualcosa in più
00:26:37sulla Corte Penale Internazionale
00:26:39sulla valenza delle sue sentenze
00:26:41e ancora su come
00:26:43poter far rispettare
00:26:45tali sentenze in ambito internazionale
00:26:47perché questo è un altro nodo
00:26:49che ha presentato Tajani
00:26:51e che dovremmo sciogliere
00:26:53il prima possibile
00:26:55allora ne parliamo con
00:26:57Paolo Battaglia che ritorna qui
00:26:59stasera con noi
00:27:01buonasera Paolo
00:27:03buonasera Andrea, buonasera a tutti
00:27:05io sono esperto anche di giurisprudenza
00:27:07quindi sicuramente
00:27:09sa dirci qualcosa in più
00:27:11sulla validità a livello giuridico
00:27:13internazionale
00:27:15della Corte Penale Internazionale
00:27:17allora io partirei dalle parole di Tajani
00:27:19che ha detto ecco
00:27:21questo innanzitutto
00:27:23è un mandato di arresto
00:27:25non è una condanna
00:27:27e questa è la prima cosa da sottolineare
00:27:29per Netanyahu e Gallant
00:27:31e poi seconda cosa
00:27:33ok questo mandato di arresto
00:27:35anche noi riconoscendo la Corte Penale Internazionale
00:27:37ma c'è un problema serio
00:27:39chi lo arresta Netanyahu
00:27:41nel caso dovesse venire in Italia
00:27:43questo è effettivamente
00:27:45un interrogativo non da poco Paolo
00:27:47eh già
00:27:49è un interrogativo non da poco
00:27:51anche perché è vero che esiste questa
00:27:53questa Corte
00:27:55ma è una Corte sovranazionale
00:27:57è una Corte che applica una
00:27:59chiamiamola così
00:28:01giurisprudenza una legislazione
00:28:03che è complementare
00:28:05ai stati che vi appartengono
00:28:07che hanno firmato il Trattato di Roma
00:28:09che ha istituito
00:28:11nel 1998
00:28:13la Corte
00:28:15e che poi l'ha resa
00:28:17diciamo valida
00:28:19e operante nel 2002
00:28:21ma di fatto
00:28:23è pur sempre un organo sovranazionale
00:28:25quindi la difficoltà vera
00:28:27è riuscire a capire
00:28:29quando e chi
00:28:31deve arrestare i soggetti
00:28:33che sono sottoposti a mandato di cattura
00:28:35faccio riferimento soprattutto
00:28:37a due precedenti
00:28:39noi sappiamo che Putin
00:28:41è inseguito da un mandato di cattura
00:28:43ormai spiccato da tempo
00:28:45nei suoi confronti
00:28:47ma in una visita in Mongolia
00:28:49di quest'anno
00:28:51è entrato
00:28:53e la Mongolia fa parte
00:28:55ovviamente degli stati aderenti
00:28:57alla Corte di Giustizia
00:28:59ma non è stato arrestato
00:29:01e identica situazione
00:29:03si è venuta a verificare
00:29:05il presidente al-Bashir del Sudan
00:29:07anche lui inseguito da un mandato
00:29:09di cattura
00:29:11e anche in quel caso
00:29:13nessuno ha arrestato al-Bashir
00:29:15quindi si tratta di capire
00:29:17come è possibile arrestare
00:29:19soprattutto capi di Stato
00:29:21perché qui non parliamo
00:29:23di semplici criminali
00:29:25qui parliamo di criminali
00:29:27ma che sono poi capi di Stato
00:29:29i primi presidenti
00:29:31di altri Stati
00:29:32ci sono anche le relazioni internazionali
00:29:34ci sono questioni geopolitiche
00:29:36da non sottovalutare assolutamente
00:29:38e ci sono in realtà
00:29:40poi altri precedenti
00:29:42in cui gli arresti ci sono stati
00:29:44e poi ci sono state anche
00:29:46le condanne definitive
00:29:48questi esempi sono recentissimi
00:29:50e uno di questi
00:29:52è stato citato proprio da Tajani
00:29:54in conferenza
00:29:56parlo di Slobodan Milosevic
00:29:58però ha fatto una precisazione Tajani
00:30:00ecco lì furono i Serbi
00:30:02a consegnarlo
00:30:04poi alla giustizia internazionale
00:30:06effettivamente è andata così
00:30:08no Paolo?
00:30:10sì è andata così
00:30:12fra l'altro in quel caso
00:30:14non eravamo di fronte
00:30:16eravamo ancora
00:30:18in una fase prodromica
00:30:20della corte di giustizia internazionale
00:30:22in realtà lì erano i tribunali
00:30:24istituiti dalle Nazioni Unite
00:30:26in collaborazione
00:30:28appunto con
00:30:30i governi
00:30:32degli stati
00:30:34interessati a questi processi
00:30:36e ha giustamente sottolineato
00:30:38in quel caso è stato
00:30:40arrestato un vinto
00:30:42cioè un soggetto
00:30:44di cui la Serbia
00:30:46si voleva liberare velocemente
00:30:48e come lui
00:30:50tu hai ricordato giustamente Slobodan Milosevic
00:30:52ma furono processati anche
00:30:54Rakhmanladić
00:30:56e furono
00:30:58arrestati numerosi
00:31:00Radovan Karadžić
00:31:02ad esempio che era il capo
00:31:04dei serbi bosniaci
00:31:06responsabili della mattanza
00:31:08in Bosnia
00:31:10nella metà degli anni 90
00:31:12in quel caso ovviamente
00:31:14era tutto interesse di quegli stati
00:31:16a che questi personaggi
00:31:18sparissero velocemente
00:31:20dalla scena politica
00:31:22dei paesi
00:31:24e quindi evidentemente
00:31:26si tratta di situazioni
00:31:28molto diverse
00:31:30tra un ex ministro della difesa
00:31:32in questo caso Gallano
00:31:34Assolutamente, tra l'altro
00:31:36nel bel mezzo di un conflitto
00:31:38adesso sì, c'è stato
00:31:40il cessate il fuoco
00:31:42tra Israele ed Hezbollah
00:31:44però i combattimenti
00:31:46continuano comunque
00:31:48a Gaza
00:31:50continuano anche in West Bank
00:31:52Israele è in guerra
00:31:54in realtà anche con i juti
00:31:56in Yemen
00:31:58e poi con Hezbollah
00:32:00quindi nonostante
00:32:02il cessate il fuoco
00:32:04quindi sicuramente
00:32:06le due situazioni sono
00:32:08totalmente differenti
00:32:10però ecco
00:32:12sicuramente
00:32:14questo mandato
00:32:16di arresto internazionale
00:32:18ha una valenza
00:32:20quantomeno simbolica
00:32:22vuol dire che
00:32:24comunque c'è
00:32:26una comunità internazionale
00:32:28che attraverso
00:32:30che opera in ambito
00:32:32della magistratura
00:32:34quindi la Corte Penale Internazionale
00:32:36stanno dicendo qualcosa ad Israele
00:32:38quindi non stiamo parlando
00:32:40di una sentenza totalmente inutile
00:32:42no Paolo?
00:32:44No, innanzitutto
00:32:46non è una sentenza
00:32:48un mandato di cattura
00:32:50perché il processo
00:32:52si dovrebbe comunque ancora fare
00:32:54è indicativo del fatto che
00:32:56è particolare che
00:32:58un primo ministro
00:33:00quella che viene riconosciuta
00:33:02appunto come
00:33:04questa guerra, ennesima guerra
00:33:06in Libano e la guerra
00:33:08in Israele
00:33:10siano paragonati appunto
00:33:12anche allo stesso Putin
00:33:14autore dell'invasione
00:33:16dell'Ucraina di tre anni fa
00:33:18ci fa capire
00:33:20come la comunità internazionale
00:33:22abbia anche cambiato atteggiamento
00:33:24nei confronti Israele
00:33:26Israele che era supportata
00:33:28da tutto il mondo occidentale
00:33:30e tutto ha visto ormai
00:33:32da diverso tempo
00:33:34lo stesso strato israeliano
00:33:36particolarmente isolato
00:33:38perché non si può
00:33:40non tacere di quelli che sono stati
00:33:42crimini, crimini in guerra
00:33:44efferati, compiuti
00:33:46dall'IDF, dal governo Netanyahu
00:33:48a Gaza, nel West Bank
00:33:50in Libano, contro gli UTI
00:33:52è evidente
00:33:54ho sentito l'intervista
00:33:56l'intervento di Italiani
00:33:58mi pare che in questo caso
00:34:00c'è in qualche modo
00:34:02un classico cerchio bruttismo
00:34:04cioè si continua a dire
00:34:06sì ma alla fine la massa
00:34:08è un'organizzazione terroristica
00:34:10però non si può nascondere
00:34:12quello che ha combinato
00:34:14Netanyahu in quest'ultimo anno
00:34:16ed è particolare perché
00:34:18è paragonato a tanti altri soggetti
00:34:20anche capi politici
00:34:22che sono stati processati
00:34:24a questo tribunale
00:34:26che hanno avuto mandati cattura
00:34:28e per lo più sono criminali
00:34:30in riferimento a Rwanda
00:34:32al Burundi, al Congo in particolare
00:34:34perché ricordiamo
00:34:36uno dei pochi arrestati
00:34:38e sottoposti al processo
00:34:40è stato un capo militare
00:34:42della Repubblica Democratica del Congo
00:34:44Lubanga
00:34:46che è stato processato
00:34:48e condannato a diversi anni di reclusione
00:34:50per aver appunto
00:34:52scatenato la guerra in Congo
00:34:54e soprattutto arruolato
00:34:56i soldati bambino
00:34:58Assolutamente sì
00:35:00In realtà Borrell
00:35:02l'alto rappresentante per gli affari esteri
00:35:04dell'Unione Europea
00:35:06è stato molto più duro
00:35:08nel trattare questa vicenda
00:35:10e lui ha praticamente chiesto
00:35:12di imporre un obbligo
00:35:14a tutti i paesi dell'Unione Europea
00:35:16nel rispetto delle decisioni
00:35:18della Corte Penale Internazionale
00:35:20e questo evento, questa decisione
00:35:22ovviamente non fa eccezione
00:35:24C'è quindi una sorta
00:35:26di spaccatura
00:35:28se vogliamo
00:35:30tra l'Unione Europea
00:35:32e alcuni stati
00:35:34Ecco, Antonio Tajani magari
00:35:36è stato più nel mezzo
00:35:38invece ci sono altri presidenti
00:35:40faccio riferimento ad esempio
00:35:42ad Orbán in Ungheria
00:35:44che in realtà hanno detto
00:35:46noi non rispetteremo
00:35:48proprio questa decisione
00:35:50perché è una decisione politica
00:35:52Ecco, anche qui si evidenziano
00:35:54delle fratture non da poco
00:35:56È paradossale come i paesi
00:35:58soprattutto quelli più alleniati
00:36:00e siano i paesi
00:36:02chiamiamoli così
00:36:04più democratici
00:36:06come l'Inghiterra
00:36:08ma anche la Germania, la Francia, la Spagna
00:36:10che siano più critici
00:36:12nei confronti di Israele
00:36:14e quindi appoggino
00:36:16le parole di Borrell
00:36:18Non dimentichiamo anche che
00:36:20ovviamente Israele
00:36:22ha il supporto degli Stati Uniti
00:36:24I Stati Uniti che non hanno ratificato
00:36:26non hanno aderito, fanno parte
00:36:28insieme alla Russia e alla Cina
00:36:30hanno sottoscritto
00:36:32hanno ratificato il trattato di Orbán
00:36:34quindi è indicativo
00:36:36come le superpotenze
00:36:38o comunque alcuni Stati
00:36:40in cui c'è un interesse a difendere
00:36:42in questo caso
00:36:44gli interessi di Israele
00:36:46non appoggino le parole di Borrell
00:36:48e non appoggino
00:36:50i mandati di cartone di Netanyahu
00:36:52anche se ormai la comunità internazionale
00:36:54io credo sia unanime
00:36:56fatta ovviamente le dovute eccezioni
00:36:58nel condannare quello che è successo
00:37:00e che è sottolimitato
00:37:02Assolutamente sì
00:37:04e non scordiamoci che poi
00:37:06c'è ancora in corso
00:37:08un'altra richiesta
00:37:10in realtà partita dal Sud Africa
00:37:12poi sottoscritta da tanti altri paesi
00:37:14quella per condanna
00:37:16per genocidio
00:37:18non solo per il governo israeliano
00:37:20in realtà per tutte le istituzioni israeliane
00:37:22allargate, quindi
00:37:24anche qui c'è una comunità internazionale
00:37:26che effettivamente è spaccata
00:37:28su anche questo tema
00:37:30Allora buon lavoro
00:37:32ovviamente ci vediamo la prossima puntata di The Passenger
00:37:34Grazie, grazie a te Andrea
00:37:36grazie a tutti
00:37:38E allora piccola pausa
00:37:40poi torniamo qui tra pochissimo
00:37:42per parlare del cessate il fuoco
00:37:44tra Israele ed Hezbollah
00:37:46questo cessate il fuoco
00:37:48viene rispettato
00:37:50e soprattutto a cosa porterà
00:37:52ve lo diciamo tra poco
00:38:00E bentornati carissimi passenger
00:38:02stiamo raccontando
00:38:04quello che abbiamo ascoltato e visto
00:38:06nel G7 di Anani e di Fuge
00:38:08bene, nella prima giornata
00:38:10quella del 25 novembre
00:38:12si è parlato molto di Gaza
00:38:14i membri del gruppo Seven
00:38:16però hanno incentrato
00:38:18le loro discussioni
00:38:20anche sulla ricerca di un cessate il fuoco
00:38:22in Libano
00:38:24un cessate il fuoco che poi è arrivato
00:38:26esattamente mezz'ora dopo
00:38:28la fine, la conclusione
00:38:30del G7 che si è concluso invece
00:38:32il 26 novembre
00:38:34ecco, è curioso questo fatto
00:38:3630 minuti dopo il termine
00:38:38della conferenza stampa
00:38:40di Antony Blinken
00:38:42è arrivato l'annuncio
00:38:44cessate il fuoco
00:38:46tra Israele, l'esercito israeliano
00:38:48ed Hezbollah nel sud del Libano
00:38:5060 giorni di tregua
00:38:52tra queste due fazioni
00:38:54tra questo paese
00:38:56Israele
00:38:58che comunque poi
00:39:00nei giorni successivi
00:39:02però ha violato
00:39:04questa tregua
00:39:06almeno questo è quello che ci dice
00:39:08Hezbollah
00:39:1060 giorni che serviranno anche ad analizzare
00:39:12quella che è la situazione sul campo
00:39:14quello che sarà anche il ruolo
00:39:16dei peacekeepers
00:39:18lì tra Israele
00:39:20e sud del Libano
00:39:22e cercare anche di ricalibrare
00:39:24quello che sarà il ruolo
00:39:26dell'unifil
00:39:28lo ha detto addirittura
00:39:30e cerchiamo di capire
00:39:32che valenza ha
00:39:34per Israele, per il Libano
00:39:36per il mondo intero
00:39:38questo cessate il fuoco
00:39:40e cerchiamo di fare chiarezza
00:39:42con Marco Martino
00:39:44buonasera Marco
00:39:46buonasera a tutti
00:39:48dunque un cessate il fuoco
00:39:50che prima del G7
00:39:52devo dire non se lo aspettava nessuno
00:39:54però che va analizzato
00:39:56perché sicuramente
00:39:58è importante
00:40:00tra le righe
00:40:02cominciavano a filtrare
00:40:04delle informazioni
00:40:06riguardo questo cessate il fuoco
00:40:08anche perché grossomodo
00:40:10si era raggiunto quasi uno stallo militare
00:40:12nelle operazioni israeliane
00:40:14come abbiamo già detto
00:40:16nelle scorse puntate
00:40:18e anche nella scorsa stagione
00:40:20il sud del Libano
00:40:22è veramente un territorio difficile
00:40:24da invadere
00:40:26infatti gli israeliani
00:40:28se ne sono accorti
00:40:30hanno avuto
00:40:32il controllo totale
00:40:34dei cieli del Libano
00:40:36ma non c'è solamente quello
00:40:38esistono anche le battaglie terrestri
00:40:40e quando si va a combattere
00:40:42contro un esercito
00:40:44comunque ben addestrato
00:40:46un esercito con grande esperienza
00:40:48perché Hezbollah ha combattuto
00:40:50contro l'Isis
00:40:52in Siria
00:40:54per tanti anni
00:40:56quindi è un esercito
00:40:58veramente già rodato
00:41:00con 150.000 uomini
00:41:02uomini che hanno combattuto
00:41:04per tanti anni
00:41:06in Siria
00:41:08e che adesso difendevano
00:41:10il proprio territorio
00:41:12quindi avevano anche delle motivazioni in più
00:41:14ricordiamolo
00:41:16hanno anche un'ideologia forte
00:41:18che li spinge verso il martirio
00:41:20quindi l'invasione del Libano
00:41:22è stata sicuramente complicatissima
00:41:24per Israele
00:41:26tanto che anche i politici israeliani
00:41:28hanno tentato per mesi
00:41:30e sono lanciati in questa avventura
00:41:32fondamentalmente
00:41:34chi ha vinto in questa guerra?
00:41:36Allora, le condizioni di vittoria
00:41:38in un conflitto
00:41:40possono essere estremamente diverse
00:41:42per uno dei due contendenti
00:41:44e quindi
00:41:46qual era la condizione di vittoria di Israele?
00:41:48Ebbene, non ce n'era solamente una
00:41:50ce ne erano diverse
00:41:52erano molto ambiziose
00:41:54era sicuramente quello di respingere Hezbollah
00:41:56oltre il fiume Litani
00:41:58che è quello che segna
00:42:00tra il Libano settentrionale
00:42:02e il Libano meridionale
00:42:04l'altro obiettivo
00:42:06era sicuramente quello di far tornare
00:42:08i coloni
00:42:10quindi fermare di fatto
00:42:12il lancio di missili
00:42:14il lancio di razzi scusate
00:42:16da parte di Hezbollah
00:42:18verso la Galilea
00:42:20e ovviamente
00:42:22l'ultimo obiettivo
00:42:24era quello
00:42:28di causare
00:42:30un problema interno a Libano
00:42:32cioè un coinvolgimento
00:42:34delle fazioni
00:42:36che sono avversari di Hezbollah
00:42:38nella politica libanese
00:42:40e quindi quasi
00:42:42un cambiamento della politica
00:42:44del Libano e quindi
00:42:46l'abbassamento dell'influenza
00:42:48di Hezbollah
00:42:50nel paese dei cetri
00:42:52ecco, questi obiettivi non sono stati raggiunti
00:42:55l'unico obiettivo
00:42:57che era la condizione di vittoria
00:42:58di Hezbollah
00:43:00l'unica condizione di vittoria di Hezbollah
00:43:02era quella di rimanere oltre i fiumi militani
00:43:04e questo è successo
00:43:06quindi nessun obiettivo
00:43:08è stato raggiunto da parte di Israele
00:43:10resta però la decapitazione dei vertici di Hezbollah
00:43:12però questa decapitazione
00:43:14dei vertici di Hezbollah
00:43:16cioè l'uccisione
00:43:18praticamente di tutti i capi
00:43:20su tutti ovviamente Nasrallah
00:43:22il capo de facto di Hezbollah
00:43:24la guida suprema
00:43:26è in realtà stata
00:43:28di veri e propri martiri
00:43:30e hanno contribuito anche
00:43:32all'aumentare della fama
00:43:34e della popolarità
00:43:36del partito uscita libanese
00:43:38e dello stesso Iran
00:43:40con tutto quello che ne consegue
00:43:42peraltro anche il soft power
00:43:44di Teheran
00:43:46su tutto il Medio Oriente
00:43:48perché per il mondo islamico
00:43:50la difesa della Palestina
00:43:52è sicuramente un argomento
00:43:54di primaria importanza
00:43:56probabilmente il più importante
00:43:58quindi l'Iran è visto come l'unico paese
00:44:00da tantissimi
00:44:02l'unico paese
00:44:04che si è opposto ad Israele
00:44:06in questo caso
00:44:08assolutamente
00:44:10quindi l'unico che si è opposto
00:44:12anche con vehemenza
00:44:14e che ha raggiunto a questo punto
00:44:16degli obiettivi
00:44:18che però nella realtà dei fatti
00:44:20sono stati raggiunti anche
00:44:22da altri schieramenti
00:44:24da altri movimenti
00:44:26penso ad esempio agli Huti
00:44:28non solo a Israele
00:44:30ma a tutto il commercio marittimo
00:44:32anche quello è stato un messaggio chiaro
00:44:34ad Israele e alla comunità internazionale
00:44:36gli attacchi alle navi commerciali
00:44:38senza dubbio
00:44:40ne abbiamo parlato
00:44:42durante le nostre puntate
00:44:44qui a The Passenger
00:44:46e abbiamo anche
00:44:48descritto
00:44:50quello che è l'asse della resistenza
00:44:52cioè tutti i movimenti
00:44:54che gravitano intorno all'Iran
00:44:56senza dubbio
00:44:58degli Huti iemeniti
00:45:00questo movimento che
00:45:03è di fatto uscito vincitore
00:45:05nella guerra civile sanguinosissima
00:45:07in Yemen
00:45:09è un movimento legato a doppio filo all'Iran
00:45:12ma non è del tutto
00:45:14sottoposto all'autorità di Tehran
00:45:16possiamo dire che è un movimento
00:45:18semi-autonomo
00:45:20e che durante
00:45:22questo anno di guerra
00:45:24a Gaza
00:45:26ha creato tantissimi problemi
00:45:28ha imposto quasi un blocco marittimo
00:45:30nel Mar Rosso
00:45:32a Israele
00:45:34e ha cominciato anche a sequestrare navi
00:45:36a sequestrare
00:45:38una serie di
00:45:40di cargo anche
00:45:42che affluivano verso
00:45:44lo Stato ebraico
00:45:46quindi lo stesso Stato ebraico
00:45:48si è dimostrato vulnerabile
00:45:50anche da attacchi esterni
00:45:52non solo da parte degli Huti
00:45:54ma anche da parte dell'Iran
00:45:56perché l'Iran ha attaccato due volte
00:45:58persone sicuramente
00:46:00che non hanno portato grandi danni
00:46:02come quelli che può aver fatto Israele
00:46:04in Palestina
00:46:06però sicuramente a livello comunicativo
00:46:08anche per tutti gli avversari di Israele
00:46:10comunque ha avuto un impatto
00:46:12questo è poco ma sicuro
00:46:14esatto anche perché Israele è stato sempre visto
00:46:16come uno Stato invincibile
00:46:18con Iron Dome
00:46:20la protezione aerea più forte del mondo
00:46:22quindi l'Iran
00:46:24dopo tanti anni
00:46:26dopo tanti anni
00:46:28è da attaccare direttamente il suolo di Tel Aviv
00:46:30ecco qualcosa sta cambiando
00:46:32e probabilmente
00:46:34c'è un'area di mondo
00:46:36una regione che è proprio lì vicino
00:46:38che va attenzionata
00:46:40parliamo della Siria
00:46:42ecco perché va fatta una serie di analisi
00:46:44sulla Siria
00:46:46perché anche lì
00:46:48la situazione è in fermento
00:46:50sì allora la Siria
00:46:52è una questione importantissima
00:46:54perché è una partita che non è stata mai chiusa
00:46:56una partita che inizia
00:46:58con la guerra civile
00:47:00le proteste legate alle primavere arabe
00:47:03che in qualche modo
00:47:05volevano deporre
00:47:07quello che è di fatto
00:47:09il capo incontrastato della Siria
00:47:11cioè Bashar al-Assad
00:47:13e poi successivamente
00:47:15la formazione dello Stato Islamico
00:47:17di Daesh
00:47:19e tutta quella guerra sanguinosissima
00:47:21che ha portato a centinaia di migliaia di morti
00:47:24questa guerra non si è mai chiusa
00:47:26non abbiamo mai visto
00:47:28una vibrazione in pompa magna di Assad
00:47:30non abbiamo mai visto
00:47:32una dichiarazione di vittoria
00:47:34nonostante comunque
00:47:36il governo della Repubblica Araba di Siria
00:47:38abbia recuperato terreno
00:47:40e ormai comunque
00:47:42si era quasi stabilizzata questa situazione
00:47:44si era quasi congelata
00:47:46ma in realtà la Siria è ancora frammentata
00:47:48a nord ci sono
00:47:50dei territori che non ricadono
00:47:52sotto la giurisdizione di Damasco
00:47:54ricordiamo sicuramente Rojava
00:47:56cioè
00:47:58l'amministrazione dei Kurdi
00:48:00del nord est
00:48:02e poi ad ovest
00:48:04sempre a nord quindi lungo il confine turco
00:48:06ci sono varie entità
00:48:09di cui
00:48:11quella che in questi giorni
00:48:13sta in qualche modo venendo la ribalta
00:48:15è quella legata
00:48:17alla Turchia
00:48:19perché la Turchia
00:48:21di fatto occupa militarmente
00:48:23una fetta di territorio siriano
00:48:25la occupa ormai da anni
00:48:27e difende questi
00:48:29ribelli
00:48:31questi ribelli che però
00:48:33sono realmente legati a movimenti
00:48:35estremisti
00:48:37movimenti salafiti
00:48:39su tutti
00:48:41Tahrir al-Sham
00:48:43questo movimento tremendo
00:48:45che ha provocato tantissime
00:48:47tantissime morti
00:48:49in nord della Siria
00:48:51e l'offensiva su Aleppo
00:48:53dimostra quanto questo movimento
00:48:55sia ancora effettivo
00:48:57sia ancora pericoloso
00:48:59ora vedremo anche l'evoluzione
00:49:01di questi combattimenti
00:49:03ad analizzare assolutamente giorno dopo giorno
00:49:05ecco rimane il fatto che
00:49:07la Siria è una questione aperta
00:49:09anzi è un insieme di questioni aperte
00:49:11che ovviamente
00:49:13può rivelarsi
00:49:15una vera e propria polveriera
00:49:17dell'Ilnesi ma lì
00:49:19in Medio Oriente
00:49:21ci sono anche in gioco tantissimi interessi
00:49:23la Siria è sempre stata terreno di scontro
00:49:25sin dall'antichità
00:49:27sicuramente nelle prossime puntate
00:49:29grazie Marco Martino per essere stato con noi
00:49:31per aver fatto il punto della situazione
00:49:33in quell'area di mondo
00:49:35che è sempre più di difficile lettura
00:49:37alla prossima
00:49:39grazie a tutti
00:49:41ci prendiamo una piccola pausa
00:49:43poi torniamo qui dopo la pubblicità
00:49:45The Passenger
00:49:47storie senza barriere
00:49:49con Andrea Candelaresi
00:49:52e bentornati carissimi passengers
00:49:54stiamo raccontando il G7
00:49:55esteri che
00:49:57ha preso luogo tra Fiuggi e Danagni
00:49:59noi ci siamo recati in queste due località
00:50:01per ascoltare con le nostre orecchie
00:50:03vedere con i nostri occhi
00:50:05quelli che sono stati forse
00:50:07i dialoghi più attesi
00:50:09negli ultimi mesi
00:50:11tra i membri facenti parte
00:50:13del Group of Seven
00:50:15abbiamo parlato di Medio Oriente
00:50:17perché è stato uno dei temi principali
00:50:19poi ancora del mandato di arresto
00:50:21nei confronti di Netanyahu e Gallant
00:50:23ma soprattutto nella seconda giornata
00:50:25il G7 esteri ci si è concentrati
00:50:27sulla guerra
00:50:29tra Russia ed Ucraina
00:50:31e la condanna
00:50:33nei confronti della Russia
00:50:35è stata unanime
00:50:37a tutti i membri del G7
00:50:39e non solo
00:50:41Antonio Tajani nella conferenza finale
00:50:43ci ha ricordato, lo abbiamo sentito
00:50:45come l'Italia e tutti gli altri paesi
00:50:47del G7 continueranno a dare armi
00:50:49all'Ucraina
00:50:51però non si è parlato di campo
00:50:53di come stanno andando
00:50:55le cose in Donbass
00:50:57e in altre aree
00:50:59dove comunque si continua a combattere
00:51:01mentre la diplomazia più o meno
00:51:03si sta muovendo
00:51:05e allora abbiamo chiamato
00:51:07un giornalista che spesso abbiamo avuto
00:51:09qui a The Passenger
00:51:11che è di ritorno proprio dal Donbass
00:51:13ovvero Amedeo Avonde
00:51:15Buonasera Amedeo
00:51:17Buonasera a tutti, grazie mille per l'invito
00:51:19sono stato in direzione di Solidar
00:51:21e in direzione di Afdiska
00:51:23di recente proprio nel Donbass
00:51:25e adesso oltre ad occuparsi
00:51:27in parte il primo corpo d'armata
00:51:29dei volontari di sbloccato nel Donbass
00:51:31in parte adesso si sta occupando
00:51:33con la brigata veteran
00:51:35della situazione a Kursk
00:51:37per cui diciamo che
00:51:39quello che possiamo vedere per il momento
00:51:41se possiamo mostrare in studio
00:51:43le mappe per chi ci guarda
00:51:45vediamo le mappe giusto per capire
00:51:47eccole qui no
00:51:49ecco possiamo vedere qua
00:51:51in direzione di Kurakovo
00:51:53che l'esercito russo sta avanzando
00:51:55con una capacità di mezzi, di munizioni, di uomini
00:51:57che viene affermata anche
00:51:59dalle forze armate ucraine stesse
00:52:01che appunto lamentano
00:52:03una carenza di personale e di mezzi
00:52:05per questo motivo l'Ucraina
00:52:07ha avviato un'ulteriore campagna
00:52:09di mobilitazione di ulteriori 160.000 uomini
00:52:11che vediamo purtroppo
00:52:13venire prelevati in maniera forzata
00:52:15anche per le strade
00:52:17in maniera coercitiva
00:52:19purtroppo però diciamo che
00:52:21dato lo scarso addestramento
00:52:23e la scarsa motivazione a combattere
00:52:25questi nuovi mobilitati ucraini
00:52:27non riescono a tenere il passo
00:52:29delle forze armate russe
00:52:31che stanno avanzando
00:52:33le forze armate russe al momento
00:52:35adottano una strategia
00:52:37che è cambiata rispetto all'inizio della guerra
00:52:39e che evita i punti forti
00:52:41ed evita diciamo l'avanzata in colonne
00:52:43adoperando invece
00:52:45avanzamenti mirati
00:52:47tramite piccole squadre di difanteria
00:52:49a cui una volta individuate
00:52:51le posizioni ucraine
00:52:53si attuano suppressioni di fuoco
00:52:55di aviazione
00:52:57e si riesce ad avanzare
00:52:59passo dopo passo aggirando
00:53:01i punti forti delle città
00:53:03anche Curacove come possiamo vedere
00:53:05qua nella cartina
00:53:07appunto sta venendo presa
00:53:09con una manovra tenaglia
00:53:11e Curacove perché è molto importante
00:53:13per due motivi fondamentali
00:53:15un primo motivo è di natura militare
00:53:17un secondo è di tipo politico
00:53:19il motivo militare
00:53:21è che Curacove deteneva
00:53:23in precedenza
00:53:25una situazione molto simbolica
00:53:27oltre che appunto
00:53:29l'importanza militare
00:53:31di questa roccaforte
00:53:33oltre a ciò da Curacove
00:53:35e da questa zona
00:53:37vengono ancora colpiti
00:53:39i distretti nord-est di Donetsk
00:53:41come per esempio quello di Petrovsky
00:53:43e grazie appunto
00:53:45alla diciamo presa di Curacove
00:53:47e di quest'area
00:53:49da parte dell'esercito russo
00:53:51ci si aspetta che Donetsk
00:53:53non venga più bombardata
00:53:55con moltissime vittime anche civili
00:53:57da parte delle forze armature
00:53:59e questo cesserà
00:54:01e questo sarà un primo grande risultato politico
00:54:03che Putin potrà portare
00:54:05diciamo sul tavolo della pace
00:54:07e diciamo della conclusione della guerra
00:54:09se invece poi analizziamo
00:54:11le altre fonti con altre mappe
00:54:13che anche quelle sarebbero utili
00:54:15possiamo vedere a nord
00:54:17c'è il fronte di Kursk
00:54:19che anche quello
00:54:21nella Russia
00:54:23ha continuato ad avanzare
00:54:25col saliente che gli ucraini hanno
00:54:27adoperato con una brillante
00:54:29offensiva tattica da parte loro
00:54:31che però era priva
00:54:33di qualsiasi finalità strategica
00:54:35e quindi ha in realtà eroso
00:54:37le riserve ucraine
00:54:39e le ha costrette a perdere terreno
00:54:41in Donbass nel sud del fronte
00:54:43possiamo vedere la situazione
00:54:45sempre sulla mappa
00:54:47giusto per chiarire
00:54:49questa è la bellica Novosilka
00:54:51che si trova sempre nel fronte sud-est
00:54:53anche qui vediamo che
00:54:55siamo conclamata dagli avanzamenti
00:54:57questa è una mappa di un analista militare francese
00:54:59perché ho usato per questa esposizione
00:55:01sia mappe di origine russa
00:55:03sia mappe di origine occidentale
00:55:05così da essere il più obiettivo possibile
00:55:07di dare un'informazione diciamo trasparente
00:55:09e verificabile
00:55:11con peer review di tutti gli altri analisti militari
00:55:13perché ci tengo a precisare
00:55:15che nonostante le mie posizioni politiche
00:55:17quando parlo in quanto giornalista
00:55:19ho una dentologia professionale
00:55:21e quindi mi preme di mostrare
00:55:23anche fonti occidentali
00:55:25questa è una mappa da Pulet Volante
00:55:27che è un analista militare francese
00:55:29e mostra anche gli avanzamenti di questa settimana
00:55:31sul fronte di bellica Novosilka
00:55:33che si trovò in prossimità
00:55:35di quella che era il fronte sud
00:55:37anche qui tra Donetsk e Zaporizhia
00:55:39anche qui l'esercito russo
00:55:41continua ad avanzare
00:55:43è una avanzata costante su tutto il fronte
00:55:45se si può mostrare la mappa
00:55:47che mostra gli avanzamenti territoriali
00:55:49su tutto il fronte
00:55:51possiamo mostrare che secondo dati occidentali
00:55:53quindi non possibile di propaganda
00:55:55diciamo che la Russia
00:55:57è avanzata in una settimana
00:55:59di circa 200 chilometri quadrati
00:56:01sotto la linea del fronte
00:56:03200 chilometri quadrati in una settimana
00:56:05in una settimana
00:56:07è giusto sottolinearlo
00:56:09è come se avesse preso un'area
00:56:11che aveva una sensazione territoriale
00:56:13superiore alla città di Milano
00:56:15in Italia
00:56:17questo è un effetto domino
00:56:19quindi man mano che va avanti la guerra
00:56:21la superiorità di uomini, mezzi, artilleria
00:56:23e soprattutto aviazione
00:56:25che costringe i difensori ucraini
00:56:27a cedere sempre più terreno
00:56:29questa situazione
00:56:31non potrà
00:56:33essere
00:56:35messa in discussione
00:56:37fino a quando
00:56:39gli Stati Uniti non interverranno direttamente
00:56:41nel conflitto
00:56:43perché anche qualora
00:56:45l'Unione Europea continuasse a inviare più armi
00:56:47la situazione degli stocks, dei magazzini
00:56:49degli alleati
00:56:51sono ormai all'unicino
00:56:53anche di questo
00:56:55e come abbiamo ribadito
00:56:57continueremo a rifornire l'Ucraina di armi
00:56:59fino a quando ce ne sarà bisogno
00:57:01poi ovviamente con
00:57:03la presidenza di Trump
00:57:05vedremo cosa cambierà
00:57:07intanto se possiamo andare alla terza mappa
00:57:09giusto perché stasera vogliamo analizzare
00:57:11quanto sta accadendo sul campo
00:57:13eccola qui, ne stavi parlando prima
00:57:15no, Amedeo
00:57:17è una situazione
00:57:19ecco qui possiamo vedere
00:57:21sempre una mappa di un analista francese
00:57:23quindi occidentale
00:57:25che mostra gli avanzamenti dei russi
00:57:27nell'oblast di Kursk
00:57:29quella che era la Russia storica
00:57:31diciamo pre-2022
00:57:33anche qui diciamo
00:57:35la Russia continua ad avanzare
00:57:37di parecchi chilometri
00:57:39sta riducendo sempre di più il saliente
00:57:41in particolare a Kursk
00:57:43i volontari del primo corpo d'armata
00:57:45hanno attuato una operazione brillante
00:57:47intorno alle foreste
00:57:49che sono appunto situate nella nobile di Kursk
00:57:51hanno inflitto numerosissime perdite
00:57:53sulle forze armate ukraine
00:57:55che hanno rischiato un accerchiamento
00:57:57come poi potete vedere sulla mappa a nord
00:57:59c'era una specie di saliente
00:58:01a nord del saliente ucraino
00:58:03un ulteriore mini saliente
00:58:05quella era un'area forestale
00:58:07in cui moltissimi soldati
00:58:09delle forze armate ukraine
00:58:11sono ritrovati intrappolati
00:58:13e sono stati costretti a ritirarsi
00:58:15tra numerosissime perdite
00:58:17in risposta a questo
00:58:19l'Ucraina ha indiato ulteriori riserve
00:58:21meccanizzate nella regione di Kursk
00:58:23e probabilmente nel caso in cui
00:58:25il saliente di Kursk venisse
00:58:27diciamo liberato
00:58:29da parte delle forze russe
00:58:31lo stesso Sirsky probabilmente
00:58:33rischierebbe il posto
00:58:35perché l'offensiva di Kursk
00:58:37è stata una sua personale scommessa politica
00:58:39per alleggerire le fronte del Donetsk
00:58:41ma che non ha pagato
00:58:43e che anzi ha portato
00:58:45all'accelerazione del collasso del fronte
00:58:47da parte delle forze armate ukraine
00:58:49quindi come è accaduto con Zaluzny
00:58:51dopo il fallimento della controffensiva
00:58:53di Kursk
00:58:55probabilmente anche Sirsky
00:58:57rischia di perdere il posto
00:58:59a seguito del fallimento
00:59:01dell'offensiva su Kursk
00:59:03per quanto tu hai parlato
00:59:05per quanto lei ha parlato
00:59:07di quello che riguarda
00:59:09l'indio di armi occidentali
00:59:11da parte dell'Europa
00:59:13ecco il grande problema
00:59:15è che l'Europa non ha
00:59:17un livello di produzione tale
00:59:19da sostenere i ritmi di questa guerra
00:59:21i magazzini di scorte ex sovietiche
00:59:23dell'Europa orientale sono già esauriti
00:59:25per cui per adesso per esempio
00:59:27alcuni carri armati sono stati importati
00:59:29in Ucraina tramite il Marocco
00:59:31il Pakistan
00:59:33o paesi del terzo mondo
00:59:35ma ovviamente rispetto a
00:59:37una macchina bellica russa
00:59:39che può ancora fare
00:59:41conto su più del 50%
00:59:43dei depositi
00:59:45sempre e secondo riferito
00:59:47da analisti occidentali
00:59:49che possono continuare a sostenere
00:59:51un'avanzata di questo livello
00:59:53diciamo che l'Europa
00:59:55anche se volesse
00:59:57a meno di non entrare
00:59:59in un'economia di guerra totale
01:00:01non potrebbe in alcun modo
01:00:03supportare l'Ucraina
01:00:05e invertire la tendenza
01:00:07a ragione di ciò bisogna anche dire
01:00:09che la Russia investirà
01:00:11nel periodo temporale
01:00:13da che vada al 2025 o al 2028
01:00:15il 40% del Pil della Russia
01:00:17sarà interamente dedicato
01:00:19all'operazione militare speciale
01:00:21o alla guerra in Ucraina
01:00:23quindi per cui tutte queste risorse
01:00:25saranno in industria bellica
01:00:27e nei pagamenti dei partecipanti
01:00:29all'operazione in Ucraina
01:00:31quindi il 40% del Pil
01:00:33da parte della Russia
01:00:35ecco se l'Europa investe
01:00:37ogni paese il 2%
01:00:39e dedica all'Ucraina una minima parte
01:00:41anche da un punto di vista economico
01:00:43e proprio di riferito al materiale
01:00:45vedo estremamente difficile
01:00:47in maniera obiettiva
01:00:49e invito tutti i colleghi
01:00:51che si occupano di queste cose
01:00:53a vedere se in 6-7 mesi
01:00:55vediamo un'accelerazione continua
01:00:57e costante
01:00:59delle conquiste territoriali russe
01:01:01e questo è certificato
01:01:03da tutte le fonti geolocalizzate
01:01:05e tutte le fonti aperte dell'intelligence
01:01:07oltre appunto dal fatto che
01:01:09io ero lì presente
01:01:11e vedevo l'avanzata delle truppe russe
01:01:13quindi quello che ho visto lì
01:01:15io personalmente vedo che
01:01:17continuano ad affluire numerosi rinforzi
01:01:19numerosi veicoli corazzati, artiglieria
01:01:21anche arrostato di recente
01:01:23dell'industria bellica russa
01:01:25nelle profondità della Russia
01:01:27va avanti a pieno regime
01:01:29ecco questa mappa è la più interessante
01:01:31fa vedere proprio gli avanzamenti territoriali
01:01:33vediamo per esempio che proprio nel Donetsk
01:01:35sono stati conquistati nell'ultima settimana
01:01:37167 chilometri
01:01:39quello che dicevamo prima
01:01:41un avanzamento velocissimo
01:01:43in un'area comunque fondamentale
01:01:45purtroppo non abbiamo più tempo
01:01:47Amedeo avremo magari modo di
01:01:49continuare ad analizzare
01:01:51la situazione col campo con te
01:01:53si parla molto di diplomazia
01:01:55si parla molto di quello che si dice
01:01:57poi nel tavolo delle diplomazie occidentali
01:01:59del G7 eccetera
01:02:01però poi alla fine quello che conta
01:02:03lo abbiamo sempre detto qui
01:02:05e ribadito a The Passenger
01:02:07è quello che accade sul campo
01:02:09perché poi va ad influire pesantemente
01:02:11sul piano diplomatico
01:02:13grazie Amedeo Avondé per essere stato con noi
01:02:15buona serata e buon lavoro
01:02:17grazie mille per l'invito
01:02:19grazie mille, buona serata a presto
01:02:21e allora ci prendiamo una piccola pausa
01:02:22alla prossima
01:02:53e non solo, anche in Repubblica Sperska
01:02:55per un reportage
01:02:57cercheremo di analizzare
01:02:59quello che è il tessuto sociale
01:03:01di questo paese emblematico
01:03:03per la storia di tutti i Balcani
01:03:05e in realtà anche di tutta Europa
01:03:07parliamo anche della storia più recente
01:03:09del nostro continente
01:03:11e allora per cercare di catapultarci
01:03:13in quella meravigliosa penisola
01:03:15mosaico, così l'abbiamo definita spesso
01:03:17a The Passenger
01:03:19che è rappresentata dai Balcani
01:03:21noi torniamo un attimo indietro nel tempo
01:03:23e poi dopo, a noi è rimasto molto caro
01:03:25il Kosovo
01:03:27torniamo nello stadio del Pristina
01:03:29per cercare di immergerci
01:03:31nella società kosovara
01:03:33una società che ci racconta
01:03:35tanto della storia
01:03:37non solo del Kosovo, non solo dei Balcani
01:03:39ma anche europea
01:03:41Dopo essere stati al monastero ortodosso di Banshka
01:03:43siamo tornati a Pristina
01:03:45per l'altra faccia religiosa del paese
01:03:47del Kosovo, quella musulmana
01:03:49quella anche, se vogliamo, più influente
01:03:51più presente sul territorio
01:03:53quella piena di moschee
01:03:55e quella alle mie spalle la più importante
01:03:57di tutto il Kosovo
01:03:59e anche la più antica di tutti i Balcani
01:04:01parliamo della moschea di Fatia
01:04:03del 1461, pensate
01:04:05non è un caso
01:04:07il fatto che si trovi a due passi
01:04:09dalla strada di UGK
01:04:11la strada in onore
01:04:13dell'esercito di liberazione
01:04:15del Kosovo
01:04:17dove tra l'altro c'è il quartier generale
01:04:19dei veterani di guerra
01:04:21dell'UGK
01:04:23ricordiamoci che l'UGK
01:04:25erano soprattutto più albanesi
01:04:27e di fede musulmana
01:04:29quindi è stata una guerra
01:04:31quella degli anni 90
01:04:33anche religiosa
01:04:35ma adesso rimanete qui
01:04:37perché tra poco andiamo allo stadio
01:04:39a vedere la partita
01:04:41tra Pristina e Balcani
01:04:43Balcani che è la squadra
01:04:45uno dei villaggi che nel 99
01:04:47ha subito una pulizia etnica
01:04:49per mano dei serbi
01:04:51sono morti 430 civili
01:04:53è rimasto fedele
01:04:55al suo
01:04:57orientamento filo
01:04:59albanese
01:05:01un orientamento che è importante
01:05:03anche riportare nel calcio
01:05:05nelle squadre balcaniche
01:05:07che ovviamente vedono nel calcio
01:05:09una terra di scontro
01:05:11anche per ritrovare
01:05:13le proprie origini
01:05:15e per far valere quelle che sono
01:05:17le proprie idee
01:05:19ma anche le proprie religioni
01:05:23Prima di arrivare però
01:05:25allo stadio
01:05:27che tra l'altro è lo stadio
01:05:29in cui gioca la nazionale Cossovara
01:05:31e ci siamo fermati in questo forno
01:05:33e abbiamo preso una specialità
01:05:35Cossovara, la filia se non sbaglio
01:05:37e semplicemente
01:05:39è pasta sfoglia
01:05:41molto buona, calda
01:05:43con vicino il formaggio Cossovara
01:05:45che è sempre molto salato
01:05:47però la feta
01:05:49è sempre molto salata
01:05:50è tipo la feta
01:05:52però è molto buona
01:05:55Allora se vedete
01:05:57l'atmosfera delle grandi occasioni
01:05:59stiamo entrando allo stadio
01:06:01c'è una fila immensa
01:06:03noi abbiamo preso i biglietti per la curva
01:06:05andremo con i supporters del Pristina
01:06:07con gli Ultra
01:06:09A portarci allo stadio
01:06:11è stato Arton
01:06:13che abbiamo conosciuto lì a Pristina
01:06:15Stiamo andando allo stadio
01:06:17a vedere Pristina Balcani
01:06:19su Arecca
01:06:21è la partita più importante dell'anno
01:06:23molto importante
01:06:25per vincere il campionato a Cossova
01:06:27ed è una rivalità
01:06:29sono rivali
01:06:31è un derby
01:06:33speriamo che vince Pristina
01:06:35vince Massimo e Pristina
01:06:49Come ti chiami?
01:06:51Tigre
01:06:53Tigre
01:06:55Tigre
01:06:57Tigre
01:06:59come si chiama?
01:07:01La Tigre
01:07:03aspetta che ti faccio vedere
01:07:05Flissat
01:07:07Flissat
01:07:09questo è il capo ultra
01:07:11del Pristina
01:07:13anche questo
01:07:15è il capo ultra
01:07:17del Pristina
01:07:19bellissimo
01:07:21bellissimo
01:07:23vedete
01:07:25questa è la guida albanese
01:07:27accettare
01:07:31e dal capo ultra
01:07:33del Pristina Calcio
01:07:35abbiamo appreso che Flissat
01:07:37è il nome della curva del Pristina
01:07:39Flissat
01:07:41è il cappellino tipico
01:07:43degli albanesi
01:07:45e che ovviamente
01:07:47nasconde una storia
01:07:49andiamo orrà
01:08:03in questo video stanno parlando
01:08:05della guerra tra Serbia e Kosovo
01:08:08così del 99
01:08:11dicono
01:08:13già eravamo nel 99
01:08:15ci siamo anche ora
01:08:17se la guerra ci sarà
01:08:19stavi dicendo
01:08:21Flissat la curva va?
01:08:23la curva della tifoseria
01:08:25Flissat vanno ogni partita nazionale
01:08:27Albania quando gioca
01:08:29dappertutto dove vanno?
01:08:31pure in Italia
01:08:33dappertutto
01:08:35Flissat
01:08:39allo stadio abbiamo poi conosciuto
01:08:41Nash uno dei tifosi più famosi
01:08:43in tutta Pristina
01:08:45perché va allo stadio dal 1965
01:08:46ci ha raccontato la sua storia
01:08:48pensata è stato ferito in guerra nel 99
01:09:10100 anni
01:09:12hanno fatto la festa
01:09:14di 100 anni
01:09:16in Pristina
01:09:27c'era un giocatore
01:09:31c'era un giocatore che veniva di Montenegro
01:09:34si chiamava il cognome Batrovic
01:09:37l'hanno cambiato il nome
01:09:39l'hanno fatto Bari
01:09:41c'era tutti i maglioni
01:09:43quando erano tifosi di Pristina
01:09:45ma anche tanti tanti anni fa
01:09:47stiamo parlando di 30 anni fa
01:09:49era bellissima
01:09:51di striscioni
01:09:53comunque curva caldissima
01:09:55devo dire
01:09:57il match ovviamente
01:09:59è incredibile
01:10:01stanno uno a uno
01:10:03ma lo stadio ha esplodito
01:10:05stanno scoppiati col cervello
01:10:07lo stadio ha esplodito
01:10:09noi ci siamo messi proprio in mente
01:10:11ma perché stanno facendo il primo tempo
01:10:13poi il secondo tempo torniamo in mezzo
01:10:22la città di Zagreb si chiama Čakovoč
01:10:25tre giorni fa hanno perso di FC Balkan 2-0
01:10:31dinamo Zagreb
01:10:33per la Conference League
01:10:35incredibile
01:10:37il bambino sta allevando
01:10:39lo sticker
01:10:41della dinamo Zagreb
01:10:43guardate
01:10:45l'ha tolto
01:10:47l'ha tirato via
01:10:49Pristina
01:10:51Pristina
01:10:53Pristina
01:10:55Pristina
01:10:57Pristina
01:10:59Pristina
01:11:01Pristina
01:11:03Pristina
01:11:05Pristina
01:11:07è finita uno a uno
01:11:09è finita bene
01:11:11poteva finire anche 2-0 per FC Balkan
01:11:14però uno a uno
01:11:16ti posso dire
01:11:18abbiamo vinto fuori
01:11:20il tipo era bellissimo
01:11:22grazie
01:11:24ti stavi dicendo
01:11:26qua seguono tanto il calcio italiano
01:11:28ci sono tifosi della Roma
01:11:30c'è tifosi di Roma, AC Milan
01:11:32e pure Juventini
01:11:34e tifosi degli italiani in generale
01:11:36benvenuti sempre
01:11:38perché comunque il popolo amico
01:11:40sempre
01:11:42perché a nord giocano al campionato serbo
01:11:44al campionato serbo
01:11:46perché non accettano il campionato di Kosovo
01:11:49e sono forti lì in Serbia
01:11:51penso che sì
01:11:53non è che ho molta informazione
01:11:55e dunque carissimi passenger
01:11:57non mi resta che salutarvi
01:11:59appuntamento come sempre
01:12:01al prossimo martedì per il nostro reportage
01:12:02sulla Bosnia-Herzegovina
01:12:04e sulla Repubblica Sperska
01:12:06grazie per averci seguiti fin qui
01:12:08buon viaggio a tutti

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