Vai al lettorePassa al contenuto principaleVai a piè di pagina
  • ieri
https://www.pupia.tv - Torino - Consiglio Comunale
Celebrazione ufficiale Giornata della Memoria della Deportazione e dell'Internamento Militare - 80° Anniversario della Liberazione del campo di Mauthausen. Diretta streaming da Sala Rossa, Comune di Torino (05.05.25)

#pupia

Categoria

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Grazie.
00:30Grazie.
01:00Grazie.
01:30Grazie.
02:00Grazie.
02:30Grazie.
03:00Grazie.
03:30Grazie.
04:00Grazie.
04:01Grazie.
04:02Grazie.
04:03Grazie.
04:04Grazie.
04:05Grazie.
04:06Grazie.
04:07Grazie.
04:08Grazie.
04:09Grazie.
04:10Grazie.
04:11Grazie.
04:12Grazie.
04:13Grazie.
04:14Grazie.
04:15Grazie.
04:16Signore e signori, autorità civili e militari, rappresentanti delle associazioni, vi do il benvenuto qui nella Sala Rossa,
04:29l'occasione della giornata della memoria della deportazione e dell'internamento militare,
04:34nel giorno in cui celebriamo anche l'ottantesimo anniversario della liberazione del campo di Mauthausen,
04:41come abbiamo anche appena sentito.
04:43Questa mattina alle nove e mezza, presso il cimitero monumentale, è stato reso omaggio ai caduti,
04:50al cippo dei deportati e gli internati militari, al campo della Gloria e alla lapide degli ebrei deportati.
04:57Un gesto simbolico, ma necessario, per ribadire ancora una volta che il ricordo è un devere civile e morale e non un'opzione.
05:07E qui, oggi, proseguiamo nella commemorazione, perché la memoria non si esaurisca in un gesto o in una cerimonia.
05:15La memoria è un cammino collettivo che si costruisce nel tempo e si alimenta nel dialogo tra le generazioni.
05:22Siamo qui per ricordare gli oltre 600 mila militari italiani che, dopo l'8 settembre del 1943,
05:31scelsero di non collaborare col nazifascismo e, per questo, furono deportati nei lager tedeschi,
05:37come internati militari italiani.
05:40E insieme vogliamo onorare le vittime dei campi di concentramento come Mauthausen,
05:44luogo di sofferenza e di disumanità indicibile, ma anche simbolo di resistenza, dignità e speranza.
05:53Ringrazio tutte le associazioni che, con dedizione e passione, mantengono viva questa memoria
05:59e la tramandano alle nuove generazioni.
06:02In particolare, vogliamo ringraziare l'Associazione Nazionale Ex Internati, l'ANEI.
06:08Oggi, purtroppo, la sua rappresentante, Alessandra Fioretti, ha avuto un lutto
06:13e ci uniamo al cordoglio, a tutta la sua famiglia.
06:17A Susanna Maruffi, dell'ANED, l'Associazione Nazionale Ex Deportati dei Campi Nazisti, che è qua con noi.
06:24Figlie di testimoni della deportazione, per l'impegno instancabile che da anni portano avanti
06:30affinché le storie dei deportati e degli internati non cadano nell'oblio.
06:34Il tempo passa e con esso si allontanano le testimonanze diretti di quegli anni bui,
06:40ma proprio per questo il nostro impegno deve crescere.
06:44Non dobbiamo e non possiamo dimenticare.
06:47La memoria non è solo ricordo, è responsabilità e consapevolezza.
06:52Ricordare significa scegliere da che parte stare, ogni giorno.
06:56Significa dire no all'indifferenza, no al razzismo, no all'intoleranza,
07:01no alla negazione della dignità umana.
07:04La libertà non è mai definitiva, va difesa, coltivata e tramandata
07:09e la memoria è uno degli strumenti più potenti che abbiamo per farlo.
07:14Concludo rinnovando il mio ringraziamento a tutti voi per la presenza
07:18e un grazie particolare a chi ogni giorno, con piccoli e grandi gesti,
07:23tiene viva questa fiaccola della memoria.
07:26Grazie e grazie a tutti voi anche per l'impegno, come si diceva, quotidiano.
07:33Porti saluti della Regione Piemonte, l'assessore Enrico Bussalino.
07:46Buona giornata a tutti, innanzitutto volevo ringraziare il consigliere Claudio Cerrato,
07:53chiaramente l'assessore Chiara Foglietta e poi anche la presidente Marufi
07:59e chiaramente voglio ringraziare anche tutte le autorità civili e militari qui presenti,
08:04grazie ai consiglieri comunali della città di Torino, grazie veramente dell'invito.
08:10Oggi sono qui a portare i saluti della Regione Piemonte e del presidente Alberto Cirio,
08:15che aveva un altro appuntamento precedentemente calendarizzato,
08:19in occasione di questa giornata solenne della memoria della deportazione e dell'internamento militare,
08:26che ricorre quest'anno in un momento particolare e significativo,
08:30l'ottantesimo anniversario della liberazione del campo di Mauthausen.
08:34Questa celebrazione ci richiama la responsabilità della memoria.
08:38Ricordare i nostri concittadini deportati, internati, militari e civili,
08:43significa non solo onorare il loro sacrificio, ma anche riaffermare con forza i valori di libertà,
08:49democrazia e dignità umana su cui si fonda la nostra Repubblica.
08:55In questo spirito mi piace ricordare che la Regione Piemonte ha ricevuto nel 2016
09:00la medaglia d'oro al valore civile conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
09:05proprio in riconoscimento della solidarietà umana dimostrata dalle popolazioni piemontesi
09:10durante la guerra di liberazione, un riconoscimento che onora il coraggio,
09:15la dignità e la resilienza delle nostre comunità.
09:18Come istituzioni abbiamo il dovere di costudire e trasmettere questa memoria alle nuove generazioni,
09:24affinché ciò che è stato non sia mai più.
09:27Soprattutto dobbiamo anche coinvolgere tantissimo le istituzioni scolastiche,
09:31come diceva il Consigliere giustamente per tramandare la memoria.
09:36A nome della Regione Piemonte rinnovo dunque il nostro impegno per una società giusta,
09:41consapevole e solidale.
09:43Un sentito di ringraziamento tra l'altro a tutti coloro che con il lavoro e con la loro presenza
09:49rendono possibile queste commemorazioni a cui bisogna partecipare sempre più numerosi.
09:54Grazie ancora a tutti e buona giornata.
09:57Grazie.
10:04Interviene ora Susanna Maruffi, Presidente della sezione di Torino dell'ANED,
10:10Associazione Nazionale Ex Deportati di Torino.
10:15Buongiorno a tutti.
10:20Prima di iniziare il mio intervento voglio portare il saluto della signora Alessandra Fioretti
10:26che come è stato detto non può essere qui tra noi perché è stata colpita da un gravissimo lutto,
10:32che è sempre stata accanto a me da quando è mancato il caro pensiero a Cutis e che rappresenta l'ANEI.
10:41Spero di rappresentare degnamente anche lei che purtroppo non ha potuto essere qui vicino a noi.
10:48L'ANED, l'Associazione Nazionale Ex Deportati che oggi qui rappresento,
10:55venne fondata il 6 settembre 1945 dai sopravvissuti che tornarono dai lagri nazisti,
11:02tra cui nostro padre Ferruccio, con l'intento solidale di essere d'aiuto e conforto ai familiari
11:09di chi era morto lassù e di trasmettere la memoria dei fatti di cui erano stati i testimoni
11:16affinché ciò non avesse più ad accadere.
11:20Ecco, le parole memoria solidale rappresentano la cifra e il significato profondo
11:26di quell'esperienza così lunga di testimonianza che oggi con minori forze e capacità
11:32cerchiamo di salvaguardare.
11:36Ciò che però mi sto chiedendo in questi anni in cui i sopravvissuti a tale esperienza
11:41non sono più tra noi e il tempo scorrendo ha visto trasformarsi il mondo
11:46che noi più anziani conoscevamo e che però per i più giovani è il loro mondo familiare,
11:52mi domando quanto possa contribuire questa nostra militanza postuma, anche solo come piccolissimo frammento,
12:01alla causa che i nostri padri desideravano della pace e della giustizia sociale,
12:07così ben detto nel giuramento di Mauthausen.
12:11Perché se non contribuisce a questi ideali, questa militanza, mi sorgono interrogativi angoscianti
12:19sulla sua effettiva utilità.
12:21Ciò che mi ha maggiormente turbata leggendo degli odiatori di Liliana Segre
12:27è l'accusa che le viene rivolta tra le altre di essere vecchia
12:32e per questo stesso motivo di dover tacere lasciando spazio vitale ai giovani.
12:38Accusa che non saprei dire quanto inconsapevolmente da chi crede di appartenere magari ad altre posizioni politiche
12:46riaccheggia invece nella forma e nella sostanza un linguaggio e una prassi storicamente attribuibili al nazismo
12:54delle vite indegne di essere vissute, zavorre da eliminare come i vecchi e i malati
13:01per far posto ad una gioventù brillante come le loro divise senza dubbio più produttiva ma criminale.
13:07Raccontare e trasmettere la memoria di eventi lontani forse non ha più uno scopo
13:15davanti all'accelerazione del tempo degli eventi e di una comunicazione dai contenuti talvolta sfrenati
13:21leggendo di una ripresa così pervasiva di idee condannate dalla storia.
13:27Nei mesi scorsi però in un'intervista a Liliana Segre si è detta preoccupata che tra pochi decenni
13:35ciò che è accaduto durante il nazifascismo possa essere solamente un rigo su una pagina di storia.
13:41Eppure la sua costanza a testimoniare le consente di sentirsi orgogliosa per avere trasmesso un messaggio di mitezza
13:49e di invito alla pace.
13:51Il giorno 5 maggio ricorre la liberazione del campo di Mauthausen ma simbolicamente rappresenta la liberazione
13:59di tutti i campi che composero la galassia concentrazionaria nazista
14:03compresi gli stalaghe in cui furono internati i nostri militari che dissero no alla Repubblica Sociale.
14:13Una galassia concentrazionaria attraverso la quale costoro tentarono di dominare il mondo
14:19imponendo un sistema in una sorta di esperimento sociale su larga scala basato sullo sfruttamento
14:26e sul dominio di alcune vite privilegiate su altre destinate a soccombere.
14:32Non si trattò di un delirio, bensì la razionalizzazione di orientamenti di pensiero
14:39che videro i suoi precursori in epoche precedenti e vedono i suoi epigoni anche nella contemporaneità,
14:46ma che i nazisti resero un progetto unico, razionale e organizzato, con regole di funzionamento
14:53e modalità di applicazione assolutamente scientifici e pensati ed elaborati nei minimi dettagli.
15:00Se non si capisce questo, l'intreccio cioè di interessi economici che si incontrano con un'idea
15:07dell'essere umano come mero mezzo di produzione, con una suddivisione raziale che riconosce la superiorità
15:14di alcuni rispetto all'altri negandone il diritto alla vita, se si dà della deportazione un'immagine
15:21che indulga un po' morbosamente agli aspetti più crudi, suscitando un orrore tuttavia passeggero,
15:28si rischia di non comprendere il pericolo che tutte le testimonianze ci ammoniscono di scorgere
15:34nei passaggi di una modernità e di società che si stanno organizzando.
15:40Porto solo un esempio che si ricollega a quanto dicevo poc'anzi e che mi pare connotato di
15:46particolare gravità. L'idea che la malattia mentale e la disabilità fisica fossero uno
15:52stigma e gli individui che ne fossero affetti da considerarsi avulsi dalla società dei
15:57normali è senz'altro un elemento di pensiero della società positivistica di fino ottocento,
16:03ma solo il nazismo creò un progetto come l'Action T4 per eliminarli sistematicamente
16:10risparmiandone il costo di mantenimento. A Collegno, ancora nel dopoguerra, abbiamo avuto
16:17Villa Azzurra, luogo di tortura per bambini con disturbi psichiatrici, ma infine la sua esistenza
16:24è stata condannata e considerata uno scandalo contro l'umanità, anche se con vergognoso ritardo.
16:32Per il sistema nazista questo trattamento sarebbe stato invece la quotidianità da normare
16:38con protocolli e procedure, così come accade a Dark Time per citare solo uno dei sei centri
16:44di soppressione. Abbiamo appena festeggiato il primo maggio, dedicato quest'anno alle morti
16:51sul lavoro, vittime di incuria anche nei controlli e di legislazioni che consentono una
16:57deresponsabilizzazione a catena. Il sistema industriale tedesco del Terzo Reich godeva
17:03dell'utilizzo gratuito a bassissimo costo di manodopera schiavile, di cui il sistema
17:08poteva a suo piacimento sfruttare il lavoro e poi eliminare dalla faccia della terra quando
17:13la mancanza di forze la rendevano inutilizzabile. Una realizzazione su larga scala del principio
17:21che il profitto di una elite è l'unico valore cui attenersi, ma noi che siamo figli non possiamo
17:28non pensarci quando leggiamo di un uomo venuto da lontano o di un altro abbastanza in là con gli anni
17:35di avere diritto al riposo nella propria casa e con la propria famiglia che muoiono invece
17:42in un campo assolato per il caldo insopportabile e la fatica o in cantieri approssimativi resi
17:48schiavi da un potere criminale tollerato nelle campagne e nei centri urbani del nostro paese.
17:55I nostri padri, le nostre madri, quelli che tornarono da Ravensbrück e che per anni non
18:03si vogliono ascoltare ci chiedono di ricordare quel sistema di disvalori per difendere i valori
18:10di umanità e tolleranza che sono gli unici per i quali vivere. Quegli uomini e quelle donne
18:16deportati e rinchiusi dietro il filo spinato erano tutt'altro che pezzi, come si sarebbe voluto.
18:22Erano gli operai e i vecchi resistenti che mio padre e i suoi giovani compagni, finiti
18:27in montagna sproveduti a fare i partigiani, insegnarono il valore della dignità del vivere
18:33solidale, a fare resistenza anche in quei lugubri luoghi, a rispettare il valore della
18:41vita rimanendole attaccati fino alla fine e contro il volere dei prepotenti. Insegnarono
18:47la responsabilità nel difendere la propria e l'altrui esistenza senza farsi vittime mai.
18:55Ricordava nostro padre il miracolo più straordinario, la capacità in un incredibile
19:00babele di lingue, di uomini e donne diversi in ogni cosa, per origine, cultura ed esperienze,
19:07sottoposti a pressioni e fatiche per noi inimmaginabili, con il costante terrore della
19:13morte di saper riconoscere l'umanità l'uno dell'altro. Ce lo chiedono i militari italiani
19:20che difesero la dignità propria del proprio paese e negarono al nazifascismo il contributo
19:26delle loro armi e delle loro vite. Quindi, se del ricordo della deportazione rimarrà,
19:35e io credo purtroppo rimarrà, un solo rigo nei libri di storia, tuttavia sono ottimista
19:41che i valori di cui abbiamo parlato, suffragati dall'esempio, trasmessi in anni e anni di paziente
19:47testimonianza, dagli ex deportati e dagli ex internati militari, siano stati introiettati
19:54dalla società italiana che ha saputo difendere nei decenni la democrazia conquistata seppure
20:02con le sue incompiutezze, passando attraverso i tentativi avversivi e gli stragismi e le resistenze
20:09a riconoscere i diritti e saprà difendere tale democrazia contro ogni attuale progetto
20:15di guerra. Per concludere e a riprova di questo cito un breve brano in cui Ferruccio
20:22mio padre ripercorre attraverso le parole del suo alter ego Franco un episodio avvenuto
20:28appena aperti i cancelli di Mauthausen. Scrive
20:33Franco scorge un ex capò camminare con passo svelto e circospetto in mezzo alle fila dei deportati.
20:39L'uomo è riconosciuto anche se non porta più il bracciale che distingueva la sua dannata
20:44mansione. Ma nessuno dei presenti gli si muove minacciosamente incontro.
20:51Franco lo vede allontanarsi e riprende la sua riflessione domandandosi perché non senta
20:56un'irrefrenabile smania di gioire oggi che è, nonostante tutto, il giorno più radioso della vita.
21:03Eppure c'erano stati momenti in quell'interminabile sopravvivenza durante i quali si era immaginato
21:09che la liberazione sarebbe stata una miscela esplosiva di tante palpitanti emozioni, le
21:14chiassose feste con gli amici, gli scoppi dei fuochi artificiali, l'urlo di rompente che incendia
21:20lo stadio quando il pallone entra in rete, il suono a distesa delle campane a mezzogiorno
21:24della domenica o a mezzanotte di ogni nuovo anno, il bacio appassionato di una donna.
21:30Invece non accade niente di tutto questo. All'improvviso diviene consapevole che forse
21:36potrà osservare il lento scorrere di un limpido ruscello tra teneri arbusti e ascoltarne
21:41il lieve mormorio e sentirà schiudersi la voglia di pace e di tenerezza nascosti in fondo
21:46al cuore. Ecco, io credo che in questo breve racconto ci sia tutto ciò che nostro padre
21:54voleva trasmetterci, cioè la dignità di non odiare, al di là delle stucchevoli richieste
22:01puoi perdonare, lasciando passare la figura di un nemico senza cadere nella trappola della
22:07vendetta, la fatica di sopportare un ricordo di dolore che già si immagina come costante
22:13nella propria vita futura, la difficoltà di far comprendere le ragioni occulte di quel
22:19disegno criminale, la consapevolezza, tuttavia, che oltre il rumore della battaglia,
22:26oltre le grida urlate delle guardie, oltre il fumo che è uscito oscuro da quei camini,
22:32esista una speranza di pace per loro che sono stati e non sono più, per noi che abbiamo
22:38il dovere di coltivarle.
22:51Per la città di Torino interviene l'assessora Chiara Foglietta.
22:58Buongiorno a tutte e a tutti, permettete anche alla sottoscritta di ricordare il geometra
23:04Borio, il marito di Alessandra Fioretti che è stato un dipendente valoroso di questa città
23:11e quindi ha servito la nostra comunità. Da qui abbracciamo forte Alessandra.
23:17Allora, autorità civili e militari, cittadine e cittadini, rappresentanti delle associazioni,
23:24collega Bussalino, presidente Maruffi, capogruppo Cerrato, innanzitutto grazie a nome della città
23:30per essere qui. Ci siamo già visti questa mattina nel tragitto per ricordare questa giornata
23:38al cimitero monumentale, il terzo anno che personalmente mi trovo in questa sala a rappresentare
23:44il nostro sindaco e la nostra città in questo appuntamento con la storia.
23:50Ogni anno parto dalle parole di chi è sopravvissuto e ha portato testimonianza negli anni nelle scuole
23:57che sono poi le parole che ha usato il papà di Susanna tante volte.
24:04Sono parole che ogni anno, purtroppo, ritornano con la stessa urgenza,
24:09ritornano ancora più forti nei giorni nostri. Oggi, nell'anniversario della liberazione
24:15del campo di Mauthausen, celebriamo la giornata della memoria della deportazione e dell'internamento militare.
24:22E ci troviamo insieme a rinnovare un impegno che non può e non deve esaurirsi nel solo ricordo,
24:29perché il pericolo si annida ogni volta che gli uomini si armano, non solo di fucili,
24:34ma soprattutto di odio. Chi visita il campo di concentramento resta colpito da un contrasto
24:41che è molto difficile da accettare soprattutto ai giorni nostri e soprattutto da parte delle studentesse
24:47e degli studenti che ancora oggi, e per fortuna dico io, lo vanno a visitare.
24:53La bellezza silenziosa del paesaggio circostante e l'eco forte della disperazione
24:58che ancora sembra aleggiare dentro le sue mura. Il campo fu aperto nel 1938 accanto ad una cava di granito.
25:08Lì decine di migliaia di prigionieri furono costretti ai lavori forzati in condizioni disumane.
25:14Qui furono deportati oppositori politici, ebrei, rom, omosessuali, persone di diverse nazionalità e regioni.
25:22Delle oltre 190.000 persone passate dal campo di concentramento e dai suoi campi satellite,
25:28circa 90.000, quindi il 50%, trovarono la morte.
25:32Oltre 10.000 deportati vennero uccisi, come diceva Susanna prima, nelle camere a gas.
25:38Mauthausen è stato l'ultimo campo nazista ad essere liberato.
25:42Nel 1944, per questo motivo, nel lager confluiscono moltissimi prigionieri da altri campi.
25:50Apparteneva a quella che viene definita la terza categoria della classificazione del sistema concentraziario nazista,
25:56che significava che per i prigionieri, gli internati, non era previsto ritorno.
26:02La liberazione, come abbiamo già sentito, è arrivata il 5 maggio 1945, 80 anni fa.
26:10Undici giorni dopo, il 16 di maggio, i sopravvissuti redassero il giuramento di Mauthausen,
26:16un impegno solenne per la pace, la giustizia sociale, l'eguaglianza e la solidarietà tra popoli,
26:22che sono parole che possiamo usare anche 80 anni dopo, oggi.
26:27Sono le fondamenta morali su cui si è costruita l'Europa democratica.
26:31E sono valori che oggi, con tristezza, vediamo continuamente messi in discussione.
26:37In un mondo scosso da nuove guerre, da profonde diseguaglianze sociali,
26:41da crisi ambientali e di ondate d'odio, la parola di chi è sopravvissuto,
26:47di chi ha voluto dare un segnale forte di cambiamento e speranza, suonano più attuali che mai.
26:53Il fascismo, il nazismo, l'autoritarismo non tornano con la stessa forma.
26:59Ma qui, ce lo dobbiamo dire da questo scranno, da questa sala rossa, tornano, si trasformano
27:05e si muovono attraverso linguaggi semplici e virali, nelle chat, sui nostri social,
27:11basta leggere ogni tanto cosa pubblicano, tra milioni di persone arrabbiate.
27:17A volte, con pericolosa leggerezza, ci sentiamo ripetere che non succederà più,
27:22che viviamo nella paura di cose che ormai sono lontane, che non tornano,
27:27di cui non bisogna più avere paura.
27:29Invece succede, succede ancora oggi sotto i nostri occhi.
27:33E il pericolo è proprio la sua fazione, di continuare a vedere quelle immagini,
27:41lo smarrimento della capacità di indignarsi.
27:44Perdere la capacità di indignarsi significa smettere di riconoscere l'ingiustizia,
27:48abituarsi alla violenza e alla sofferenza altrui,
27:51vivendola come un rumore di fondo, come un qualcosa che è lontano da noi e che non ci appartiene.
27:56E se questo succede vuol dire che dentro di noi qualcosa si è spento.
28:00Perché ricordare senza sentire è come guardare senza vedere.
28:05Oggi siamo qui anche per non smettere di guardare,
28:09per leggere la realtà che ci circonda, con la lezione di cosa è accaduto prima di noi,
28:14riascoltando le testimonianze per sentire.
28:17Quindi il lavoro della memoria è un lavoro collettivo, continuo, è un nostro dovere.
28:23E non è solo un dovere delle cittadine e dei cittadini, è per prima un lavoro e un dovere delle istituzioni.
28:30La lotta per la libertà e la democrazia non è mai finita.
28:34Il nostro compito è proseguire, anche quando è difficile, anche quando è scomodo,
28:39anche quando ci sembra di essere da soli.
28:42Lo dobbiamo a chi è stato internato ed è portato, lo dobbiamo a chi è resistito,
28:47lo dobbiamo anche a noi stessi e alle generazioni che verranno.
28:50Prima Susanna diceva che probabilmente diventerà solo più un rigo su un libro di storia.
28:56E se anche dovesse succedere che diventerà un libro, un unico rigo su libri di storia,
29:01è compito nostro continuare a parlarne ai nostri figli e continuare a parlarne ai nostri nipoti.
29:07Quello che è successo 80 anni fa non debba accadere più.
29:20Autorità, signore e signori, la cerimonia è così conclusa.
29:25Grazie a tutti per la vostra partecipazione.
29:28Grazie a tutti.
29:29Grazie a tutti.
29:30Grazie a tutti.
29:31Grazie a tutti.
29:32Grazie a tutti.
29:33Grazie a tutti.
30:02Grazie a tutti.
30:03Grazie a tutti.
30:32Grazie a tutti.
31:02Grazie a tutti.
31:03Grazie a tutti.
31:32Grazie a tutti.
32:02Grazie a tutti.
32:03Grazie a tutti.

Consigliato