https://www.pupia.tv - Roma - Audizione Roccella
Alle ore 12.30, presso l’aula del IV piano di Palazzo San Macuto, la commissione Parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto ha svolto l’audizione della ministra per la Famiglia, la Natalità e le pari Opportunità, Maria Eugenia Roccella. (06.05.25)
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Alle ore 12.30, presso l’aula del IV piano di Palazzo San Macuto, la commissione Parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto ha svolto l’audizione della ministra per la Famiglia, la Natalità e le pari Opportunità, Maria Eugenia Roccella. (06.05.25)
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NovitàTrascrizione
00:00:00L'ordine del giorno reca l'audizione dell'onorevole Eugenia Maria Roccella, ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità.
00:00:09La ministra Roccella accompagnata dalla capo di gabinetto, consigliera Ilaria Antonini, dalla vice capo di gabinetto professoressa Assunta Morresi,
00:00:17dalla capo segreteria, dottoressa Cristiana Vivenzio, dal capo della segreteria tecnica, dottor Riccardo Lucarelli e dalla capo ufficio stampa, dottoressa Claudia Passa.
00:00:27Nell'ambito del ciclo iniziale di audizioni dei soggetti istituzionali più qualificati a fornire alla Commissione i principali elementi informativi necessari
00:00:36per lo svolgimento delle sue funzioni ai sensi della delibera istitutiva, iniziamo con la seduta odierna alle audizioni dei ministri.
00:00:44Ringrazio dunque davvero di cuore la ministra Roccella e tutto il suo staff per la disponibilità a partecipare ai lavori della nostra Commissione
00:00:52ed è stato per noi importante che la prima audizione dei ministri di questa Commissione partisse proprio dalla ministra Roccella
00:01:01per le deleghe e le competenze che ha all'interno del Governo.
00:01:05La ministra Roccella ci ha fatto inoltre sapere che sarà presentata alla Commissione una memoria relativa ai contenuti della presente audizione
00:01:12che verrà poi trasmessa ai commissari e che sarà pubblicata, se la ministra concorda, in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
00:01:25Do quindi la parola alla ministra Roccella per lo svolgimento della sua relazione. Prego, ministra.
00:01:30Grazie, sono io che ringrazio per questa audizione perché veramente poter parlare in modo ampio, sereno
00:01:41della questione demografica è qualcosa che io aspetto continuamente ma è difficile trovare un'occasione per farlo
00:01:50perché il tema è un tema caldissimo ma nello stesso tempo è un tema su cui c'è in realtà una riflessione ancora non approfondita
00:02:06o comunque in genere una riflessione che risente di un taglio ideologico che non rende fino in fondo i motivi di questa crisi demografica
00:02:24che attraversiamo. Quindi questa mi sembra veramente la sede adatta. Io vi dirò già che ho 30 pagine praticamente di relazione.
00:02:36che ho finito di scrivere ieri sera. Mi scuso se abuso della vostra pazienza ma penso davvero che questa sia
00:02:43un'occasione preziosa e sia il posto giusto, il luogo giusto per aprire una riflessione approfondita sulle cause della crisi demografica.
00:02:53Il titolo che ho dato a questa relazione fra l'altro è la pandemia demografica e spiegheremo anche il motivo di questo titolo.
00:03:02Quindi grazie Presidente, onorevoli colleghi, grazie appunto per avermi convocato in audizione su un tema che come evidente
00:03:10rappresenta una priorità per il mio Ministero ma anche una priorità assoluta per l'intero Paese.
00:03:17Il fatto stesso che la Camera dei Deputati abbia ritenuto opportuno istituire una commissione parlamentare di inchiesta
00:03:23per approfondire gli effetti economici e sociali della transizione demografica, testimonia che questa materia
00:03:30non è solo un argomento di studio per statistici e sociologi, come è stata devo dire fino a pochi anni fa,
00:03:37o un alimento per catastrofisti, ma qualcosa che impatta molto concretamente sul futuro e anche sul presente
00:03:44della nostra società. E proprio per la specifica missione di questa commissione mi permetterete di non limitarmi
00:03:50a citare le azioni del Governo e i loro risultati, ma di allargare lo sguardo e collocare la situazione
00:03:56italiana nel contesto europeo e in quello globale. Se non facessimo questo, almeno in questa occasione
00:04:02che ritengo davvero preziosa, non riusciremmo a capire che cosa è davvero la transizione demografica
00:04:08e come porci di fronte ad essa. Il primo merito che vorrei ascrivere al Governo Meloni sul tema è proprio
00:04:16che finalmente la consapevolezza che la crisi di natalità è il più importante cambiamento che stiamo attraversando
00:04:23ha attecchito. Non solo per il fatto, nominale ma anche sostanziale, di aver dedicato per la prima volta
00:04:30la denominazione di un ministero alla natalità, unendo l'argomento a quelli strettamente connessi
00:04:35della famiglia e delle pari opportunità. Non solo per averlo posto al centro delle proprie politiche
00:04:41in maniera trasversale, senza limitarsi a farne materia per il mio ministero, ma ponendolo come criterio
00:04:47orientativo della propria azione in ogni ambito, ma anche e soprattutto per aver posto la demografia
00:04:53al centro del dibattito pubblico, in Italia e non solo. Veniamo infatti da una lunga fase nella quale
00:05:00l'attenzione nazionale e internazionale alle grandi transizioni si è concentrata su altri fronti.
00:05:04la transizione verde o quella digitale. Si è parlato invece poco e da pochissimo tempo
00:05:10della transizione forse più impattante di tutte, che è quella demografica, che porta con sé
00:05:16non solo le conseguenze socio-economiche che ben si conoscono, ma anche per l'appunto conseguenze
00:05:22ambientali, pensiamo alle aree interne spopolate e ai problemi ambientali che questo pone, e conseguenze
00:05:32sull'innovazione anche digitale, a causa soprattutto della perdita della spinta innovatrice delle
00:05:37giovani generazioni. Se non ci sono giovani è difficile che ci sia innovazione. Anche le istituzioni
00:05:44europee non hanno evidentemente una piena consapevolezza della gravità della crisi demografica,
00:05:49basti pensare che nel PNRR non c'è nulla sul tema e che le deleghe sulla demografia riassegnate
00:05:56dopo le elezioni alla stessa commissaria non sono state però rafforzate e valorizzate.
00:06:02Ho incontrato la commissaria suizza che appunto ha le deleghe per la demografia e mi diceva
00:06:07che sono pochissimi fra l'altro i paesi che hanno deleghe esplicite e ministeri che hanno
00:06:15queste deleghe. Il governo italiano è riuscito a dare centralità alla questione della transizione
00:06:21demografica nel dibattito pubblico italiano, ma altrettanto siamo impegnati a fare a livello
00:06:26internazionale, a cominciare dall'Europa e lo abbiamo fatto anche promuovendo una conferenza
00:06:31europea sulla demografia che si è tenuta a Roma nell'aprile dello scorso anno.
00:06:40Scontiamo, come abbiamo detto, una lunga disattenzione. Forse dovremmo più correttamente dire
00:06:46che scontiamo un drammatico errore di analisi che ha radici lontane, radici che affondano
00:06:52almeno negli anni 50 del secolo scorso, quando la minaccia che veniva appaventata per il futuro
00:06:56della terra e dell'umanità era la cosiddetta bomba demografica. Si temeva che un aumento
00:07:01a dismisura della popolazione connesso alle previsioni dell'esaurimento progressivo e tendenziale
00:07:06delle risorse avrebbe determinato squilibri da scongiurare e per questo le più dure politiche
00:07:12antinataliste, come ad esempio quella cinese per il figlio unico, venivano fortemente incoraggiate
00:07:18e persino premiate a livello globale. Peres de Geaer, segretario delle Nazioni Unite, premiò
00:07:24proprio la politica del figlio unico che ha prodotto tanta sofferenza alle famiglie cinesi.
00:07:32Basterebbe considerare i problemi demografici con i quali la stessa Cina si trova oggi a
00:07:44fare i conti per rendersi conto di quanto quelle previsioni fossero sbagliate. Lo erano perché
00:07:50al fondo poggiavano sull'idea o meglio sull'ideologia di un uomo visto solo come consumatore di risorse
00:07:57e non come risorsa primaria dell'ecosistema, capace di evolversi, di adattarsi ai cambiamenti
00:08:02e soprattutto di produrre cambiamenti. Per la stessa ragione si è a lungo ritenuto,
00:08:08e alcuni ritengono ancora, che sia l'antropizzazione a rovinare l'ambiente, salvo poi accorgersi
00:08:14che i territori più esposti al degrado e al deterioramento sono proprio quelli che si vanno
00:08:18spopolando. Perché l'essere umano non è necessariamente un distruttore della natura, talvolta lo è,
00:08:25ma ne è il primo conservatore e di fatti fin dalla sua radice la parola ecologia viene da
00:08:30oikos casa, perché l'ambiente è la casa in cui l'uomo vive e opera, che lo ospita e di cui
00:08:35lui è chiamato a prendersi cura alimentando non solo le sue ricchezze naturalistiche ma anche
00:08:40le sue ricchezze in termini di cultura, di tradizione, di architettura, di abitato,
00:08:47in una parola di cura e valorizzazione. L'ideologia quindi della population bomb è
00:08:54ebbe enorme diffusione anche grazie a una sterminata pubblicistica che a rileggerla
00:09:00oggi ha del paralossale, i cui principali fautori furono, oltre a Paul Ehrlich, che è l'autore
00:09:05dell'omonimo libro, studiosi di grande prestigio come quelli riuniti nel cosiddetto Club di Roma.
00:09:11Quelle analisi produssero cultura diffusa e scelte politiche a livello internazionale,
00:09:15soprattutto in Asia e nei paesi in via di sviluppo, si moltiplicarono le politiche centrali,
00:09:21statali, di controllo delle nascite, con metodi spesso poco rispettosi della volontà
00:09:26e a volte anche della salute dei cittadini, peraltro spesso finanziate dalla Banca Mondiale
00:09:33e finanziate dall'UNFPA a livello internazionale, con un danno che come vedremo non è destinato
00:09:39purtroppo a esaurirsi ora che la realtà sia incaricata di dimostrare chiaramente il contrario,
00:09:43perché c'è un primo mito da sfatare con un'osservazione che sembra ovvia, ma che ovvio evidentemente
00:09:49non è a giudicare dai commenti che leggiamo a ogni diffusione dei dati Istat sulla natalità.
00:09:55La spirale demografica non si inverte dall'oggi al domani, non solo perché si tratta di processi
00:10:01che richiedono tempo, ma perché decenni di denatalità hanno prodotto ovviamente una forte contrazione
00:10:08del numero di donne in età fertile. Sicché, per esempio, prendendo come termine di paragone
00:10:15il 1995, anno in cui in Italia ci fu un picco negativo, con un tasso di natalità molto simile
00:10:22a quello di oggi, i numeri ci dicono che allora con 1,19 figli per donne in età fertile, cioè
00:10:29un tasso di natalità leggermente al di sotto di quello attuale, si avevano circa però 500.000
00:10:35nascite, mentre oggi con questo stesso tasso più o meno abbiamo poco più di 300.000 nuovi
00:10:42nati. Per forza di cose, perché le donne in età fertile appunto sono molte meno. Questa
00:10:48considerazione che risponde semplicemente alle leggi dei numeri ci conduce a un altro
00:10:52aspetto importante, a un altro luogo comune da sfatare. Come abbiamo detto di demografia
00:10:57e calo delle nascite, anche negli ultimi anni si è discusso poco, ma quando se ne parlava
00:11:02veniva messo a fuoco solo il dato italiano. Come se le culle vuote fossero un problema
00:11:07solo o prevalentemente del nostro Paese. Come se l'Italia fosse un malato speciale, senza
00:11:13rendersi conto che siamo invece di fronte a una vera e propria pandemia. E questo è il
00:11:20motivo che giustifica il titolo appunto che ho dato a questa relazione.
00:11:24Se per esempio diamo un'occhiata ai dati europei, vediamo che tutti i 27 Paesi sono molto
00:11:34al di sotto del famoso tasso di sostituzione, cioè quei 2,1 figli per donna che garantirebbero
00:11:40l'equilibrio tra nascite e morti. A leggere i dati si notano in particolare due fatti. Il
00:11:46primo, che si è verificato negli ultimi anni un crollo generalizzato e veloce, che ha toccato
00:11:55anche i Paesi che venivano considerati meno a rischio. Questo è un fenomeno proprio molto
00:11:59recente. Il secondo, che laddove anche c'è stata una risalita, parliamo sempre di Europa,
00:12:06questa è stata di breve durata. Esempio del primo caso è la Francia, ma potremmo dire
00:12:13anche la Svezia per esempio, dove già negli anni di Mitterrand, quindi negli anni Ottanta,
00:12:18il Paese ha investito ingenti risorse, inefficaci e stabili politiche profamili, politiche molto
00:12:24buone devo dire, con buoni risultati. Si trattava però di una fase storica molto diversa, in cui
00:12:30le corti di donne fertili erano molto più numerose perché risentivano del baby boom degli anni
00:12:35Sessanta e i cambiamenti culturali non erano ancora dirompenti. Oggi in Francia, nonostante
00:12:42tutti gli investimenti che sono rimasti e le buone pratiche che sono rimaste, c'è un
00:12:48evidente calo delle nascite, tanto che il Presidente Macron ha proposto con una formula poco felice
00:12:54un riarmo demografico. L'esempio del secondo caso è invece l'Ungheria, dove in anni recenti
00:13:01c'è stata un'attenzione importante al problema con interventi interessanti, ma che appunto
00:13:07hanno prodotto effetti non duraturi, cioè come se le misure previste a contrasto del calo
00:13:18demografico producessero solo un'anticipazione della volontà di fare figli, cioè io voglio fare
00:13:26un figlio, ci sono queste misure, lo faccio prima, perché poi dopo pochi anni il calo è ripreso e anzi
00:13:34è aumentato. L'Italia però è da tempo agli ultimi posti delle statistiche demografiche
00:13:41europee. La disattenzione nei confronti del problema è stata storica, dovuta a molte ragioni.
00:13:47Una è certamente l'aver dato per troppo tempo come scontata la persistenza e la resistenza
00:13:52della famiglia italiana, che era un mito internazionale anche criticato, cioè a volte portato ad esempio
00:14:00per i distretti produttivi, l'impresa familiare è considerata come un elemento assolutamente
00:14:11negativo, come per esempio quando Banville ci accusò di familismo amorale, quindi la famiglia come
00:14:19punto di contrasto al senso civico. Quindi dicevamo appunto c'è un ritardo, ma il ritardo a ben vedere
00:14:41sembra aver prodotto solo un'anticipazione del calo delle nascite rispetto alle altre nazioni.
00:14:47Oggi infatti la diminuzione italiana media annuale del tasso di natalità, ovvero il numero di nati
00:14:54rispetto alla popolazione residente, è di 0,23 punti, prendendo come riferimento il periodo che va dal
00:15:022010 al 2024. Una media identica a quella francese è meno grave di quella di altri paesi come la Gran
00:15:11Bretagna, la Finlandia, la Grecia, la Spagna, la Polonia, l'Irlanda, l'Estonia, eccetera. Molto più lenta del resto
00:15:18d'Europa è la diminuzione del tasso di fecondità, vale a dire del numero medio di figli per donna, che pari a una
00:15:24media annuale di 0,02 punti. A presentare una variazione media superiore alla nostra sono, oltre a moltissimi paesi
00:15:31europei, tra cui la Francia, anche paesi extraeuropei come gli Stati Uniti o l'India, che era l'esempio
00:15:40principe della bomba demografica all'epoca, che invece oggi viaggia intorno al tasso di sostituzione, cioè in
00:15:47India sia intorno al 2,1 figli per donna. Quindi questo che cosa significa? Significa
00:15:54semplicemente che il calo demografico è stato come anticipato da noi, ma in realtà adesso, scusate
00:16:03ho dei problemi, in realtà adesso la velocità con cui diminuisce la natalità è maggiore negli altri
00:16:13paesi che da noi. Il senso è che ci raggiungeranno presto sostanzialmente. In molti casi tuttavia
00:16:26a una riduzione più rapida del tasso di fecondità corrisponde una maggiore fecondità in termini
00:16:31assoluti e questo, come dicevamo, dipende ragionevolmente dalla diversa composizione della
00:16:35popolazione, soprattutto con riferimento al numero di donne in età fertile. I dati ci dimostrano
00:16:43quindi che se da noi la discesa a causa della disattenzione storica a cui abbiamo accennato
00:16:47è stata precoce, gli altri paesi europei ci raggiungeranno in breve tempo. E non può
00:16:53essere sottovalutata neanche l'inversione di tendenza che inizia a registrarsi in aree
00:16:58del pianeta caratterizzate fino ad oggi da tassi di natalità elevatissimi. Il continente
00:17:04africano, ad esempio, pur con i suoi indicatori demografici tuttora molto consistenti, appare
00:17:10avviato verso un rapido riassestamento verso il basso. Per esempio, la Nigeria ha delle
00:17:16proiezioni, proiezioni cioè non previsioni, che fanno passare dai sei figli per donne
00:17:25attuali entro 50 anni ai due. Quali sono le cause di questo fenomeno? È naturale pensare
00:17:33che se non si fanno più figli è perché non si hanno le risorse sufficienti per garantire
00:17:37alla famiglia un certo benessere. Quest'idea però è smentita dai fatti. Non solo sono ad
00:17:43oggi le zone del mondo meno ricche come l'Africa ad avere attualmente i tassi più alti di natalità,
00:17:49ma anche noi italiani facevamo più figli quando il paese era assai meno ricco e addirittura
00:17:53ne facevamo di più in tempo di guerra. La verità è che c'è un nesso sempre più evidente
00:18:00tra sviluppo e denatalità, quasi come se la denatalità fosse una sorta di malattia del
00:18:06benessere. Ai demografi il fenomeno è noto come paradosso demografico. Quando si parla
00:18:12di sviluppo, in questo caso, non si intende soltanto lo sviluppo economico, ma anche quello
00:18:17sociale, culturale, tecnologico, con un'avanzata realizzazione del godimento dei diritti e delle
00:18:22libertà. La sorrapposizione delle curve tendenziali è inequivocabile e ci sono casi emblematici
00:18:29che rendono l'idea meglio di qualsiasi parola. La Corea del Sud, ad esempio, nazione fra le
00:18:34più feconde negli anni Sessanta, con addirittura una media di sei figli per donna, ha attraversato
00:18:40uno sviluppo galoppante e in parallelo un altrettanto galoppante calo di natalità. Nel
00:18:462023 è arrivata un tasso di fecondità dello 0,72. Quando parliamo di sviluppo, quindi
00:18:54praticamente in 30 anni la Corea si è sviluppata moltissimo dal punto di vista tecnologico, ma
00:19:02anche culturale. Pensiamo ai film coreani, cioè non è che questo sia secondario. E adesso
00:19:10appunto ha un tasso di natalità inferiore a quello italiano. Eppure la Corea del Sud ha
00:19:16messo in campo politiche molto significative e soprattutto risorse davvero ingenti. Altrettanto
00:19:22ha fatto il Giappone, fra l'altro, risorse molto notevoli.
00:19:29Quest'analisi non implica certo una deresponsabilizzazione, ancor meno un disimpegno. Non ritengo che siamo
00:19:37di fronte a un fenomeno fatale e inarrestabile al quale dobbiamo rassegnarci. Al contrario, leggere
00:19:44però adeguatamente il fenomeno è fondamentale per indirizzare gli interventi. Senza diagnosi
00:19:50corrette, si sbagliano le terapie. E le terapie non bisogna solo individuarle, bisogna anche
00:19:54aggiornarle continuamente nel tempo, perché i contesti cambiano e le dinamiche sociali
00:20:00si evolvono. E governare il cambiamento impone innanzitutto uno sforzo per comprenderne la
00:20:04direzione. L'anno scorso, per esempio, ricorreva il trentennale della conferenza del Cairo del
00:20:101994, alla quale parteciparono 179 Paesi, i quali giunsero alla conclusione che l'obiettivo
00:20:17di uno sviluppo sostenibile richiedesse una stabilizzazione demografica. Agivano ancora
00:20:23le idee sostenute dagli esponenti del Club di Roma. Contenere l'aumento della popolazione
00:20:27doveva servire a garantire una prospettiva di sviluppo. Oggi la realtà ci pone, come abbiamo
00:20:33detto, clamorosamente di fronte al paradigma inverso. Non è calmierando la crescita demografica
00:20:37che si produce sviluppo, ma producendo sviluppo si determina in maniera spontanea un calo
00:20:44delle nascite. Cioè non c'è bisogno dell'azione dei governi, che è stata così intensa invece
00:20:49negli anni 70, 80, anche 90, per il controllo delle nascite, perché oggi si determina in maniera
00:20:59spontanea questo calo delle nascite man mano che i Paesi raggiungono un buon livello di sviluppo
00:21:05tecnologico e economico. Come se la crescita economica, sociale, tecnologica, democratica
00:21:12producesse una sorta di sazietà di vita.
00:21:21Poiché nessuno immagina di tornare indietro lungo la strada dello sviluppo, di curare la
00:21:27denatalità con una decrescita più o meno infelice, la leva sulla quale agire è un'altra.
00:21:32Dobbiamo cioè cercare di comprendere come aiutare a rendere la genitorialità non solo
00:21:37compatibile con i nuovi stili di vita, ma anche attrattiva alla luce di essi, sapendo che,
00:21:43per le ragioni che si possono ricavare dal filo del ragionamento fin qui seguito, limitarsi a
00:21:48leggere le dinamiche demografiche attraverso la sola lente delle cause materiali è a dir poco
00:21:53riduttivo. Le nascite calano in tutto il mondo e soprattutto calano man mano che aumentano
00:21:59benessere sviluppo, abbiamo detto. Questa è la realtà dei dati, supportata da studi che
00:22:04dimostrano come politiche nataliste anche importanti non abbiano avuto di recente effetti
00:22:08significativi ai fini dell'aumento della natalità. Ne ha scritto anche Prodi recentemente
00:22:14sul messaggero, proprio dicendo questo. Che fare quindi? Prima di tutto vanno messi via
00:22:20i vecchi arnesi interpretativi che vorrebbero separare fra le cause della denatalità le ragioni
00:22:25culturali e valoriali da quelle economiche, come se fosse possibile impostare politiche
00:22:30economiche e sociali da un punto di vista puramente tecnico, a prescindere da una visione culturale
00:22:35e valoriale. La transizione demografica che stiamo attraversando va compresa nella sua complessità
00:22:40ed è necessaria innanzitutto una comprensione di carattere culturale se veramente si ha interesse
00:22:46a disegnare politiche efficaci. Facciamo un esempio concreto. Il cambiamento antropologico
00:22:51in atto ha mutato radicalmente il matrimonio. Le analisi americane fanno una differenza molto
00:23:00interessante, cioè da cornerstone, cioè da pietra miliare, svolta fondamentale ma iniziale
00:23:08su cui si costruisce il proprio progetto di vita, a capstone, che potremmo tradurre come
00:23:13punto di arrivo, coronamento dei propri desideri affettivi, ma non punto di partenza. Questo implica
00:23:20per esempio il tendenziale posticipo della prima gravidanza che porta poi a rendere più
00:23:24difficile la decisione di avere un secondo figlio. Oppure, per fare un altro esempio,
00:23:30e quindi porta all'innalzamento che noi vediamo in Italia in particolare dell'età del primo figlio.
00:23:36Oppure, per fare un altro esempio, che qui non possiamo illustrare per esteso ma è molto
00:23:40interessante, il fenomeno chiamato reversal gender gap education, cioè l'inversione della tendenza
00:23:46storica per cui gli uomini avevano più opportunità e accesso all'istruzione. Per la prima volta
00:23:52nella storia europea ci sono più donne altamente istruite degli uomini che raggiungono l'età
00:23:56riproduttiva e cercano un partner. In che cosa questo per esempio impatta? C'è una differenza
00:24:04fra come gli uomini una volta cercavano le proprie mogli e come oggi le donne cercano evidentemente
00:24:14il proprio compagno. Le donne istruite cercano un compagno che condivida i loro interessi
00:24:19e il loro stile di vita. Gli uomini un tempo non avevano questa necessità e sceglievano
00:24:28anche donne che avevano per esempio un livello inferiore di studi o altri interessi.
00:24:35E quindi lo scarto numerico fra maschi e femmine su questo fronte incide su matrimonio e convivenza
00:24:41e quindi anche su genitorialità. C'è un'interessante ipotesi che fa un giornalista che si occupa
00:24:48di demografia Esposito nel suo libro sul caso Sardegna perché in Sardegna voi sapete che c'è
00:24:56il tasso più basso d'Italia per quanto riguarda appunto la natalità. Ma Esposito ha visto che
00:25:05anche c'è il gap più significativo fra uomini e donne in termini di livello di istruzione.
00:25:13Cioè c'è addirittura uno scarto del 20%, uno scarto enorme. E questo, secondo Esposito,
00:25:22può essere uno degli elementi che rendono più difficile il mix match, il trovare un compagno
00:25:32e quindi anche poi fare figli. È molto interessante, è un'ipotesi veramente da approfondire.
00:25:41Anche in questo caso il discorso non prelude a un disimpegno, anzi. Bisogna però essere
00:25:52consapevoli che se la leva materiale, dunque economica, in termini di servizi incide sulla
00:25:56condizione dei singoli e delle singole coppie, i macrofenomeni rispondono a dinamiche più
00:26:01complesse che devono ancora essere indagate fino in fondo e che anche il mio Ministero, attraverso
00:26:06il contributo di esperti, sta lavorando per approfondire. Abbiamo un seminario con i massimi
00:26:11esperti di demografia a tutti i livelli, quindi sociologi e non soltanto demografi statistici,
00:26:18in cui appunto lavoriamo per cercare di approfondire proprio le cause del calo demografico.
00:26:25Perché per esempio, i due esempi che abbiamo fatto implicano che investire nella scuola,
00:26:32negli studi può essere un punto di forza per la natalità, oppure d'altra parte adeguare
00:26:41ormai anche i servizi sanitari a una gravidanza più tardiva, anche delle quarantenni, anche
00:26:49questo può essere una politica importante.
00:26:54Tenere nel debito conto quindi fattori materiali non significa, e lo ribadisco, negare l'importanza
00:27:00delle politiche concrete, ma consente di inquadrare in un contesto più ampio e organico lo sforzo
00:27:05che il Governo sta mettendo in campo e che vado brevemente a riassumere.
00:27:09Come ho già accennato in premessa, aver dedicato un Ministero alla natalità, unendo questo tema
00:27:13a quello della famiglia e delle pari opportunità, è una precisa scelta programmatica, ma l'azione
00:27:18dell'esecutivo su questo fronte si esplica a tutto campo.
00:27:22C'è un'azione propulsiva che fa capo alle mie deleghe, ma c'è un criterio trasversale
00:27:26di indirizzo che orienta l'attività del Governo in ogni ambito.
00:27:30Per questa ragione la panoramica che traccerò per riassumere i provvedimenti più importanti
00:27:34fin qui assunti, abbraccio a diversi campi.
00:27:38All'emergenza demografica il Governo Meloni ha dedicato e sta dedicando un'attenzione
00:27:42costante, in una congiuntura molto complessa dal punto di vista dei vincoli finanziari,
00:27:47come sapete tutti, con il peso delle crisi internazionali, dei rincari energetici e delle
00:27:52materie prime. Con la pesante eredità dei superbonus edilizi, il Governo non ha disperso
00:27:58la spesa pubblica in tanti piccoli rivoli, ma si è assunto la responsabilità di compiere
00:28:02delle scelte. Si è dato delle priorità e la natalità, il sostegno alle famiglie,
00:28:06la genitorialità, il lavoro femminile, la conciliazione, ne fanno evidentemente parte.
00:28:12Nelle sole tre manovre finanziarie fin qui varate abbiamo investito 4 miliardi di euro,
00:28:17ai quali vanno aggiunte le risorse collegate agli altri provvedimenti assunti al di fuori delle
00:28:21sessioni di bilancio. Per il 24 l'ufficio parlamentare di bilancio ha stimato in oltre
00:28:2616 miliardi di euro i benefici netti, diretti e indiretti, derivate alle famiglie dalle politiche
00:28:32del Governo. E a valle di ogni intervento ci siamo dati come metodo la regola del pragmatismo
00:28:38e della verifica empirica per valutare gli effetti e il funzionamento delle misure messe
00:28:43in campo e decidere sulla base dei riscontri reali se confermarle o addirittura cambiarle,
00:28:50e adottare cambiamenti o correttivi. In particolare la nostra azione per la famiglia e la natalità
00:28:55si è articolata lungo tre direttrici. Trasferimenti economici diretti, servizi e conciliazione,
00:29:03promozione del lavoro femminile. Appartiene senz'altro al primo capitolo il potenziamento
00:29:08dell'assegno unico universale che abbiamo stabilito già con la prima legge di bilancio
00:29:13a poche settimane dal nostro insediamento. Riteniamo l'assegno unico un provvedimento molto importante
00:29:18e lo stiamo difendendo in Europa da una procedura di infrazione relativa ai criteri legati alla
00:29:24residenza e al contratto di lavoro, il cui accoglimento metterebbe a serio rischio la
00:29:28sopravvivenza stessa della misura per problemi di tenuta dei conti dello Stato. Approfitto di
00:29:34questo consesso che vede rappresentanti di tutti i gruppi politici per evidenziare come sarebbe
00:29:39importante che questa difesa fosse portata avanti in maniera corale, considerato anche che quando la
00:29:44legge fu elaborata e approvata, l'attuale opposizione era parte importante della maggioranza
00:29:49di governo. Per quanto riguarda l'entità dell'assegno unico, dall'anno della sua introduzione
00:29:55che è coinciso con il cambio di legislatura, la spesa è aumentata di circa 4 miliardi di euro,
00:30:00passando dai 16 miliardi calcolati attraverso una riparametrazione per tutti i mesi del 22 ai 20
00:30:07miliardi annuali attuali. Oltre alle rivalutazioni legate all'inflazione, abbiamo aumentato infatti
00:30:15l'importo dell'assegno con una particolare attenzione alla fascia 0-3 anni e alle famiglie
00:30:19numerose. Secondo le stime, questi aumenti hanno determinato per la quasi totalità, il 92,3% delle
00:30:26famiglie percettrici, un innalzamento medio di 719 euro l'anno, con effetti in particolare per le
00:30:33famiglie più povere. L'importo mensile medio per richiedente è passato dai 235 euro del 22 ai 273 euro
00:30:43del 24. I nuclei familiari raggiunti con almeno un assegno unico nell'anno sono attualmente quasi
00:30:496 milioni e mezzo, mentre il numero dei figli under 21, beneficiari della misura, al 31 dicembre 24,
00:30:57trasfiorato i 10 milioni, anzi 10 milioni e 88 mila. Incoraggiante è anche il tasso di adesione.
00:31:07Il rapporto annuale dell'Inps indica un tasso di take-up del 93% rispetto alla platea dei potenziali
00:31:13beneficiari del 23, con un aumento di 3 punti rispetto al 22 e un ulteriore aumento nel 24 che ha portato
00:31:21la misura ad essere richiesta dal 94% degli aventi diritto. Quindi è veramente una misura
00:31:26da difendere. Appartiene alla stessa categoria dei sostegni economici diretti, il contributo
00:31:32per i nuovi nati introdotto con l'ultima legge di bilancio, un provvedimento strutturale,
00:31:37viene chiamato bonus, ma non è un bonus, è un provvedimento strutturale, che assegna la cifra
00:31:42di 1.000 euro per ogni bambino nato, adottato da genitori con ISEE fino a 40.000 euro.
00:31:47Per evidenti ragioni di prudenza legate alla pendente procedura di infrazione, non abbiamo
00:31:53scelto di inserire questo stanziamento all'interno dell'assegno unico, che era effettivamente la
00:31:59destinazione più naturale di un trasferimento diretto, di una volontà di aumentare i trasferimenti
00:32:05diretti, ma non l'abbiamo fatto proprio perché c'è in atto la procedura di infrazione e quindi
00:32:13abbiamo scelto questa via. Adesso vedremo che cosa poi succederà con l'assegno unico.
00:32:23Sempre con l'ultima legge di bilancio sono state potenziate le detrazioni fiscali in
00:32:28funzione del numero dei componenti del nucleo familiare e il medesimo criterio, vale a dire
00:32:32la presenza e il numero di figli, è stato individuato come uno dei parametri preminenti
00:32:37nel disegnare l'assegno di inclusione, cioè la misura che ha sostituito il vecchio
00:32:42reddito di cittadinanza.
00:32:48Segnalo anche che il nuovo assegno di inclusione è cumulabile con l'assegno unico, con il
00:32:52risultato di offrire un sostegno economico di impatto molto significativo per le situazioni
00:32:57di reale bisogno che coinvolgono minori.
00:32:59Quindi le due misure insieme sono veramente misure di contrasto anche alla povertà infantile
00:33:08che è il peggiore tipo di povertà che possiamo immaginare, che toglie opportunità ai ragazzi,
00:33:16ai minori.
00:33:18Concludo questa sintetica ricognizione sui sostegni diretti menzionando la carta dedicata
00:33:22a te per l'acquisto di generi alimentari, la stabilizzazione dei contributi per figli con
00:33:28disabilità, gli aiuti per i mutui per una prima casa, i sostegni per le famiglie contro
00:33:31il caro bollette e, che se ne dica, la riduzione dell'IVA sui pannolini, perché è passata
00:33:37dal 22% della scorsa legislatura all'attuale 10%.
00:33:41La seconda direttrice delle politiche del governo Meloni per la famiglia e la natalità è quella
00:33:47che riguarda i servizi e la conciliazione famiglia-lavoro.
00:33:51Si tratta di un investimento importante, sia come sostegno dalle famiglie, sia in ottica
00:33:58difensiva, cioè per evitare che la genitorialità rappresenti una penalizzazione sul piano professionale,
00:34:05sia in ottica positiva, cioè vale a dire per promuovere sempre di più quell'integrazione
00:34:09della genitorialità nelle nuove dinamiche sociali e nei nuovi stili di vita che comprendono
00:34:14per fortuna anche un'espansione del mercato del lavoro, che può aiutare le società sviluppate
00:34:20ad abbracciare quella pienezza di vita che la continuità fra le generazioni contribuisce
00:34:25a realizzare.
00:34:31Rientrano in questo filone, ad esempio, gli aumenti dei congedi parentali, che per i primi
00:34:35tre mesi abbiamo portato dal 30 all'80% della retribuzione, sia per le madri che per i padri.
00:34:41L'incremento dei rimborsi per le rette dell'asilo nido, inizialmente dal secondo figlio e poi
00:34:47dall'ultima legge di bilancio anche dal primo figlio, fino a superare la media nazionale
00:34:52delle rette dei nidi pubblici, statali e paritari, abbiamo parametrato su quelli romani, rendendoli
00:34:59sostanzialmente gratuiti per i beneficiari. Il forte investimento per nuovi asili nido, integrando
00:35:05i fondi del PNRR e anche con risorse nazionali, il rifinanziamento dei centri estivi, per i
00:35:11quali anche quest'anno, grazie a risorse del mio Ministero, abbiamo garantito ai comuni
00:35:1660 milioni di euro, il piano di apertura estiva delle scuole, i fringe benefit esentasse con
00:35:31una soglia riadoppiata a 2.000 euro per i lavoratori con figli. Abbiamo inoltre promosso
00:35:36come Ministero un codice di autodisciplina per le imprese, focalizzato soprattutto sul tema
00:35:41cruciale del rientro dalla maternità. È articolato su tre ambiti, la continuità di
00:35:46carriera delle madri, le iniziative di prevenzione e cura dei bisogni di salute, l'adattamento
00:35:52dei tempi e modi di lavoro. Questa iniziativa è però destinata a evolversi perché il Dipartimento
00:35:57per la Famiglia, facendo tesoro fra l'altro della positiva esperienza realizzata con il
00:36:02Family Audit della provincia autonoma di Trento, ha avviato la procedura per addivenire una prassi
00:36:07di riferimento uni a livello nazionale, che aiuti le imprese ad avanzare sempre di più
00:36:12sul fronte della conciliazione e della costruzione di luoghi di lavoro accoglienti per i genitori.
00:36:22Per accompagnare le famiglie nella fruizione delle tante iniziative a loro dedicate, infine,
00:36:27segnalo che il nuovo Piano Nazionale per la Famiglia, elaborato dall'Osservatorio competente
00:36:32in materia e insediato presso il nostro Dipartimento, è incentrato sul rafforzamento e la ramificazione
00:36:39territoriale dei centri per la famiglia, strutture ad oggi esistenti in misura discontinua e prive
00:36:45di funzioni attribuite a livello nazionale. Noi vogliamo potenziare questi centri, favorirne
00:36:52di nuovi, metterli in rete nel rispetto delle specificità territoriali, lavorando insieme alle
00:36:58regioni e agli enti locali per farne una sorta di CAF per la famiglia, cioè dei centri che non
00:37:04solo dispensano servizi, ma proprio servizi anche di informazione e di orientamento. A questo scopo
00:37:12abbiamo già stanziato 30 milioni di euro attraverso il riparto del fondo famiglia, ma stiamo lavorando
00:37:17al recupero di ulteriori risorse destinate a questa finalità e quindi a un'intesa con le regioni
00:37:23proprio su questo punto. Terzo punto focale, il lavoro femminile. Non credo ci sia bisogno di
00:37:34specificare quanto questo tema sia importante, in assoluto per ragioni di equità e di sviluppo,
00:37:40ma anche rispetto all'oggetto di interesse di questa Commissione. Il doveroso impegno per una sempre
00:37:45maggiore condivisione del lavoro di cura fra i papà e le mamme, infatti, non può portarci a non vedere
00:37:51come vi sia almeno una parte del carico di impegno sbilanciato per natura. La gravidanza,
00:37:56il parto, l'allattamento al seno sono infatti appannaggio delle mamme e il particolare legame
00:38:01fisico e psicologico che in questa fase si instaura fra il bambino e la mamma si riverbera
00:38:07anche nelle dinamiche e nei bisogni dei primi anni di vita. Questo fatto è molto evidente nel fenomeno
00:38:14che stiamo cercando di contrastare delle dimissioni dopo l'assenza per maternità, cioè le dimissioni
00:38:20al primo figlio. Cioè è veramente grave che il lavoro non sia ancora misurato sul famoso
00:38:28criterio del capofamiglia maschio e soprattutto dei corpi che non generano, cioè dei corpi
00:38:34maschili, che non ci sia un'attenzione nei confronti appunto di gravidanza, parto, allattamento
00:38:41al seno, come anche qualcosa che produce life skills che poi si possono trasferire sul
00:38:50lavoro. Noi parliamo tantissimo di life skills e poi le prime ovvie life skills che sono quelle
00:38:56proprio della genitorialità non le contempliamo come qualcosa che invece debba essere misurato
00:39:05anche all'interno del posto di lavoro che debba essere esteso anche da questo punto di vista.
00:39:16Non è un caso del resto se sia in termini di trenza lariale che di incidenza delle dimissioni
00:39:21dal posto di lavoro l'evento d'ascita produca effetti molto diversi sui due genitori e se
00:39:31quella che viene definita motherhood penalty è di per sé una limitazione della libertà
00:39:36femminile perché induce le donne a considerare il lavoro e la maternità due opzioni alternative
00:39:40nell'ottica che in questa sede ci interessa è anche un fattore destinato a incidere pesantemente
00:39:45sulle dinamiche demografiche. È l'Ocse a sottolineare in un suo report del 24 che quando
00:39:52le donne riescono a conciliare lavoro e vita familiare a partecipare attivamente alla vita
00:39:56economica su un piano di parità i risultati economici migliorano e i tassi di fertilità
00:40:00risultano più elevati. Sì, se c'è una misura che pare produca effettivamente qualche effetto
00:40:08è proprio la conciliazione, secondo l'Ocse, è proprio la conciliazione vita-lavoro. Quindi
00:40:14è quella una delle dimensioni su cui dobbiamo intervenire. Le maggiori possibilità di combinare
00:40:20carriere e impegni familiari insieme a una crescente attenzione sociale alle pari opportunità
00:40:24hanno contribuito a far sì che sempre più spesso le famiglie siano composte da madre,
00:40:29e padre e lavoratori. Questo aiuta a spiegare perché se un tempo l'occupazione femminile
00:40:33era negativamente associata alla natalità, oggi nei Paesi Ocse in media esiste una correlazione
00:40:38positiva tra i due fattori. Non dico almeno una correlazione positiva, sì.
00:40:44Per quanto riguarda il lavoro femminile, in questa legislatura è stato segnato un doppio,
00:40:48piccolo, grande record, sia in percentuale che in termini assoluti. Un record che ovviamente
00:40:53consideriamo non un punto d'arrivo ma un punto di partenza e che però ci spinge ad andare
00:40:58avanti nella direzione intrapresa ci incoraggia ad andare avanti. È davvero una gioia per me
00:41:03che sono la Ministra anche per le pari opportunità, tra l'altro del primo governo italiano guidato
00:41:09da una donna, a ricordare che insieme al tetto di cristallo di Palazzo Chigi è stato sfondato
00:41:16il tetto delle 10 milioni di lavoratrici e che anche gli ultimi dati Istat confermano un trend
00:41:22in salita con un tasso che a febbraio 25 si è attestato al 54,2%. È evidente che c'è
00:41:30ancora molto da fare, ci sono importanti divari da colmare, ma questi numeri sono un concreto
00:41:34e ormai consolidato segno di speranza. Tra i principali interventi messi in campo
00:41:40su questo fronte ricordo la decontribuzione per le madri lavoratrici da due figli in su,
00:41:44che con l'ultima legge di bilancio è stata estesa anche a ulteriori tipologie di contratti
00:41:48rispetto a quelli inizialmente previsti. Gli sgravi per l'assunzione di donne e madri,
00:41:53l'estensione fino a 16 mesi complessivi per l'accesso alla pensione di vecchiaia delle
00:41:57lavoratrici con quattro e più figli, l'inclusione delle pari opportunità dell'empowerment femminile
00:42:02e del welfare per la natalità fra i parametri premianti individuati nella riforma degli incentivi
00:42:08alle imprese, la promozione dello studio delle materie STEM presso le bambine e le ragazze,
00:42:13il potenziamento dei fondi di garanzia per le piccole e medie imprese femminili,
00:42:16l'incremento del fondo per l'imprenditoria femminile. Abbiamo poi ereditato in fase di
00:42:22avviamento un progetto PNRR, quello della certificazione della parità di genere per le imprese,
00:42:27che con il Dipartimento per le pari opportunità abbiamo condotto a realizzazione e sta dando
00:42:31risultati molto importanti. Finalizzato in particolare ad accompagnare e incentivare le
00:42:37imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente
00:42:42critiche per la crescita professionale delle donne, il progetto prevede fra l'altro un focus
00:42:47specifico sulla tutela della genitorialità e sulle politiche di conciliazione vita-lavoro.
00:42:53Al 9 aprile scorso erano 57 gli organismi di certificazione accreditati e ben 7.960 le
00:43:01organizzazioni certificate, a fronte di un target individuato dalla Commissione europea nel numero
00:43:08di 800 imprese entro giugno 2006, di cui almeno 450 medie piccole e micro. Quindi abbiamo
00:43:15praticamente quasi decuplicato il numero che c'era stato assegnato come target, il numero
00:43:24di imprese da certificare. Questo implica non solo un buon lavoro del Dipartimento, ma anche
00:43:33evidentemente una buona disponibilità da parte del mondo del lavoro e dell'impresa, quindi è qualcosa
00:43:38che veramente va apprezzato. C'è poi un secondo obiettivo che consiste nella certificazione di almeno
00:43:45mille piccole e medie imprese che abbiano usufruito di servizi tecnici di assistenza e accompagnamento
00:43:50a carico dello stesso PNRR. Anche in questo caso siamo a un buon punto di realizzazione. Sono stati
00:43:56compiuti gli adempimenti relativi all'accreditamento degli organismi di certificazione ed è già
00:44:02concluso il primo bando per le piccole e medie imprese che ha portato ad oggi a 649 imprese
00:44:08che abbiano usufruito dei contributi per i costi di certificazione, di assistenza e accompagnamento
00:44:14o di entrambi. L'11 febbraio scorso è stato pubblicato un secondo e ultimo avviso per l'erogazione
00:44:21delle risorse restanti. Il Dipartimento per le pari opportunità è inoltre impegnato nella
00:44:26promozione e cura di progetti relativi al bilancio e alla valutazione di impatto di genere.
00:44:38Questa ricognizione necessariamente sommaria mi introduce alla questione che vorrei affrontare
00:44:43in conclusione del mio intervento. Coraggio, stiamo quasi finendo. Che si riallaccia come
00:44:50a chiudere un cerchio ideale alle considerazioni dalle quali ero partita. È evidente come gli
00:44:55investimenti e l'impegno messi in campo dal Governo siano rilevanti. Io li ritengo necessari
00:45:00e presi singolarmente, come dimostrano ad esempio i dati sull'occupazione femminile,
00:45:05stanno anche producendo i risultati settoriali. L'Italia è finalmente uscita dal lungo periodo
00:45:10di disattenzione verso la famiglia e la natalità, che si protraeva da decenni. Perché il tutto
00:45:17si traduca in un'inversione di rotta sul piano demografico, serve però che l'insieme di questi
00:45:22sforzi contribuisca a un nuovo clima culturale, che oltre a migliorare la vita delle singole persone,
00:45:28delle singole coppie, delle singole famiglie, cambia anche la percezione dell'atteggiamento
00:45:33della società nei confronti della natalità e della genitorialità. Servono città accoglienti,
00:45:38luoghi di lavoro accoglienti, anche svaghi e socialità accoglienti per le famiglie,
00:45:43per i genitori, per i bambini. È un lavoro lungo che sfida le leggi della matematica,
00:45:49perché la riduzione delle corti di donne in età fertile fa sì che gli effetti siano
00:45:53molto più diluiti nel tempo rispetto a quelli che si sarebbero potuti determinare quando
00:45:58la popolazione non aveva ancora iniziato la sua discesa. Se così non fosse, avremmo dovuto
00:46:03iniziare a vedere i risultati in termini di nascite conseguenti all'introduzione dell'assegno
00:46:08unico, invece non è stato così. È un lavoro, in primo luogo, che deve coinvolgere tutti
00:46:12gli attori in campo e anche la comunità internazionale, così sensibile alle transizioni
00:46:17ambientali e digitali, ma ancora non del tutto consapevole della posta in gioco sul fronte
00:46:22demografico. Questa commissione può rappresentare una visuale preziosa su come la denatalità impatti
00:46:29sulla struttura sociale e, di conseguenza, sull'organizzazione dei servizi sul territorio,
00:46:33a cominciare da quelli sanitari e di assistenza, ma non solo. E credo che un problema da porsi
00:46:40con particolare pregnanza sia quello delle crescenti solitudini e del loro riverbero sulla
00:46:45società. Solitudini non solo di anziani, ma anche di giovani. La denatalità, infatti,
00:46:52non significa solo una diminuzione dei bambini e un aumento degli anziani. Significa anche
00:46:58un'alterazione dell'intera struttura delle parentele. Significa l'aumento di famiglie
00:47:03composte da una sola persona, una preponderanza di famiglie con un solo figlio fra quelli che
00:47:09ne hanno e quindi meno zii, meno cugini, meno nipoti, meno persone a popolare quella comunità
00:47:15naturale nella quale ciascuno di noi dalla nascita è immerso e che ci accompagna e ci trasmette
00:47:21i rudimenti della vita, la comunità educante. Un recente studio apparso su una prestigiosa
00:47:26scientifica ci dice che se in media nel mondo una donna di 65 anni negli anni 50 aveva
00:47:3241 parenti viventi, nel 2095 ne avrà 25 con un calo del 40%. È una realtà triste, ma
00:47:42anche una realtà che pone nuovi grandi problemi in termini di cura e assistenza, di trasmissione
00:47:47di life skills, di mutamento delle forme di socializzazione primaria. Pensiamo per esempio
00:47:57quante ragazze non hanno, ragazze e ragazzi ovviamente, non hanno mai preso in braccio un
00:48:03neonato, non hanno mai neanche visto un neonato e questo è estremamente impattante su quello
00:48:09che poi ognuno pensa del rapporto con il neonato, del rapporto con i figli.
00:48:19Meno siamo e peggio stiamo, vorrei dire, capovolgendo il titolo di una simpatica trasmissione di
00:48:24Renzo Arbire. Siccome le decadute della denatalità ci riguardano tutti, tutti dobbiamo sentirci coinvolti.
00:48:32Le istituzioni nazionali, i territori, il mondo del lavoro, dell'impresa, il terzo settore.
00:48:38Per questo il Governo ha fatto della sussidiarietà il principale criterio orientativo delle proprie
00:48:43politiche in questo campo e devo dire che a tutti i livelli si registra una crescente
00:48:48consapevolezza, anche se sappiamo che la strada è lunga e dura. Grazie, ho finito.
00:48:58Grazie, ringrazio il Ministro davvero per questa ampia relazione. Non so, le chiedo se c'è
00:49:07il tempo per ricevere qualche domanda o se viceversa preferisce che le… eventualmente
00:49:16allora diciamo iniziamo con le domande da parte dei commissari, se poi non c'è il tempo
00:49:22per una risposta sarebbe a cura poi valutare anche con la Ministra l'opportunità eventualmente
00:49:27di fare una seconda audizione per rispondere a tutte le domande o eventualmente integrare
00:49:32con una nota scritta. Adesso poi quello lo concordiamo. Do quindi la parola ai colleghi
00:49:36commissari che vogliono formulare quesiti, osservazioni e richieste di chiarimenti.
00:49:41Prego, l'Onorevole Alifano.
00:49:44Sì, grazie Presidente. Ho ascoltato con grande interesse le parole della Ministra che si è
00:49:50concentrata molto sull'esame dei vari fattori che condizionano ovviamente il tasso di natalità.
00:49:56Ora io volevo formulare una prima domanda. Se ha analizzato diciamo l'andamento del tasso
00:50:03di natalità in relazione alle fasce di reddito. Mi sembra di aver compreso che lei ritiene
00:50:09che lo sviluppo, così come dimostrato anche dalle dinamiche demografiche attualmente visibili
00:50:15nei paesi in via di sviluppo, condizionano poi il tasso di natalità. Ora però io vorrei chiederle
00:50:20al di sopra di una certa fascia di reddito magari si può decidere di avere più figli.
00:50:27Quindi diciamo che è soprattutto la classe media che potrebbe essere penalizzata in questo
00:50:32senso. Quindi se sono state fatte delle analisi in tale direzione. Anche perché poi ritengo
00:50:39che è soprattutto la prospettiva del benessere futuro piuttosto che le condizioni attuali
00:50:45e che poi alla fine determinano le scelte economiche. E anche l'avere un figlio è ahimè
00:50:52purtroppo anche una scelta economica. Poi un'altra cosa che volevo chiedere alla Ministra
00:50:58se c'è in mente di fare qualcosa per implementare lo smart working. Che lo smart working riusciva
00:51:05a conciliare quel lavoro della donna con il fatto di stare anche più tempo a casa e dunque
00:51:11di poter anche curare i figli e dunque anche i propri cari.
00:51:18Grazie.
00:51:19L'onorevole porta.
00:51:23Intanto ringrazio la Ministra Roccella perché ci ha dato un quadro completo e anche perché
00:51:30condivide con noi, e questo già è un dato comunque rilevante, questa preoccupazione che
00:51:38ovviamente è al centro di una commissione nata proprio per mettere in evidenza, mettere
00:51:44al centro, come la Ministra diceva nella sua parte iniziale, un tema che probabilmente non
00:51:49è adeguatamente attenzionato anche a livello europeo per certi versi. Nonostante noi assieme
00:52:00alla Spagna siamo il paese europeo che più soffre di questo problema.
00:52:10Io volevo solo fare una considerazione, visto che in qualche maniera sono stato chiamato
00:52:17in causa come opposizione al rispetto della vicenda dell'assegno unico.
00:52:25Allora, è chiaro che rispetto alla recessione demografica noi abbiamo queste due leve che
00:52:32poi a mio parere, nonostante a volte per una disputa ideologica, vengono contrapposte
00:52:38alle politiche per la natalità e quelle per i flussi migratori. Credo che si tratti di due leve
00:52:47che non solo non sono in contraddizione ma anzi dovrebbero essere utilizzate parallelamente
00:52:55perché probabilmente ci sarebbe, se andiamo anche a studiarle, approfondirle, anche una
00:53:02correlazione tra un aumento di presenze anche da paesi terzi o anche dalle generazioni italiane
00:53:14nate all'estero con lo stesso incremento della natalità e potremmo anche fare esempi,
00:53:21appunto basta vedere quello che è successo, che sta succedendo in Spagna negli ultimi anni,
00:53:25la Spagna ha lo stesso problema nostro però sta incrementando il numero dei propri cittadini
00:53:33grazie a questi flussi e soprattutto grazie a flussi che provengono poi da paesi legati
00:53:39anche culturalmente e linguisticamente direi alla Spagna. Rispetto alla mobilità però
00:53:46dobbiamo anche comprendere che c'è, lei ha parlato molto e condivido di una difficoltà
00:53:53anche culturale nell'approcciarsi rispetto a questo tema, non è soltanto un problema economico
00:54:01ma è un problema di mentalità. Io credo che però nella mentalità noi dobbiamo renderci conto
00:54:06che siamo un paese sempre più in mobilità, non siamo soltanto un paese di immigrazione,
00:54:14anzi l'immigrazione ahimè devo dire che è molto al di sotto dei livelli auspicabili,
00:54:20siamo un paese, ce l'ha detto l'Istat e non solo, abbiamo avuto diverse audizioni di emigrazione,
00:54:26190.000 sono stati gli italiani, prevalentemente giovani, giovani adulti, prevalentemente ben formati
00:54:37che hanno lasciato il nostro paese nel 2024.
00:54:41Rispetto a questa mobilità noi non possiamo definire e considerare la procedura di infrazione
00:54:51dell'Unione Europea come qualcosa che va contro i nostri interessi.
00:54:59La procedura dell'Unione Europea che tra l'altro io già nel marzo del 2022 quando fu introdotta
00:55:05la nuova normativa avevo in qualche modo già preannunciato perché sarebbe stata ovvia,
00:55:13va nella direzione di penalizzare l'Italia perché l'Italia non sta rispettando le elementari norme
00:55:21che poi sono anche parte dei regolamenti europei, di rispetto della mobilità e dei diritti sociali.
00:55:28Noi neghiamo a richiedenti residenti in Italia, ma con figli che vivono all'estero,
00:55:34situazione non così anomala, basta pensare ai frontalieri, non faccio solo questo esempio,
00:55:42l'assegno unico universale.
00:55:44Lo neghiamo a residenti nostri all'estero che hanno però il 75% di imposte pagate in Italia
00:55:52ed è ovvio che questo poi comporta da parte dell'Unione Europea una procedura di infrazione.
00:55:59Quindi credo che quando si parla di approccio di difficoltà culturali dobbiamo anche renderci conto
00:56:06noi stessi che siamo in una dinamica che poi riguarda anche ovviamente le politiche migratorie
00:56:13e anche quelle per la natalità perché poi se i nostri giovani vanno all'estero,
00:56:18io ho due figlie insomma in età fertile diciamo così, una vive all'estero e l'altra in Italia,
00:56:25ma credo che sia abbastanza evidente capire che se noi non comprendiamo che siamo in un contesto europeo
00:56:34e non solo europeo di mobilità e che anche la nostra legislazione deve adeguarsi a questo
00:56:39e non viceversa, rischiamo di andare fuori fuoco.
00:56:43Scusatemi se mi sono dilungato.
00:56:48Prego.
00:56:50Brevissimo.
00:56:51Regola Castiglione.
00:56:52Ministro, una sua considerazione personale perché abbiamo un ministero che si occupa di denatalità.
00:56:58Mi pare che è stato segnalato come un fatto positivo e noi lo riteniamo un fatto assolutamente positivo.
00:57:04Per la prima volta abbiamo un ministero che si occupa di denatalità.
00:57:09Abbiamo una commissione parlamentare di inchiesta, cioè il Parlamento all'unanimità ha voluto una commissione
00:57:14per affrontare questo tema della denatalità assieme al tema dell'invecchiamento, lo spopolamento, le aree interne
00:57:21perché bisogna metabolizzare tutti questi dati che lei ha dato, ma nel corso delle audizioni abbiamo avuto una serie di dati
00:57:29da metabolizzarli, leggerli, interpretarli, quindi il lavoro della commissione sarà un lavoro molto importante.
00:57:37cosa manca perché questo diventi tutto efficace perché se lei ha fatto l'elenco di una serie di misure
00:57:45e io penso che quelle misure sono delle misure molto efficaci perché prese singolarmente sono misure
00:57:51che tutti noi immaginiamo, gli interventi al sostegno della famiglia, al sostegno della natalità,
00:57:58ci sono proprio una serie di misure e noi nell'attività legislativa, nel corso delle varie leggi di bilancio
00:58:06abbiamo immaginato come poter sostenere, mi pare che misure ne sono state messe in campo tantissimo.
00:58:13Ma cosa manca per poter fare un coordinamento effettivo?
00:58:17Lei ha il coordinamento delle politiche sanitarie, gli interventi che si fanno?
00:58:21perché lei ha detto che noi vorremmo città più accoglienti, città più efficaci per l'innovazione,
00:58:30città che abbiano politiche scolastiche, le polemiche di questi momenti.
00:58:34C'è effettivamente, manca una strategia, cosa manca?
00:58:38Perché noi abbiamo fatto tutto quello che era possibile, il tema è così importante.
00:58:43Lei all'inizio ha detto che la riflessione molto spesso non è appropriata,
00:58:47c'è la riflessione che abbiamo, cioè non è appropriata, non riesce ad incidere effettivamente,
00:58:52quindi sembra quasi uno scoramento rispetto alle tante cose positive che ci siamo dette.
00:58:57Allora, cosa manca effettivamente? Qual è l'indirizzo che la Commissione può assumere
00:59:01per essere poi concreti e coordinare soprattutto i diversi strumenti?
00:59:06Se io poi per un attimo immagino che una visione così strategica come il PNRR non ha risorse,
00:59:11come lei ha detto, non ha destinato risorse,
00:59:14ma allora verso dove andiamo? Ci dia qualche suggerimento e magari lavoriamo in maniera sinergica
00:59:21per poter far sì che tutte queste risorse che abbiamo a disposizione,
00:59:25diceva sono tante rispetto agli anni precedenti, possano essere anche efficaci?
00:59:30Allora, siccome il tempo è stretto, io darei la parola alla Ministra
00:59:34se vuole fare una risposta nei tempi che lei ritiene,
00:59:38dopodiché se ci sono ulteriori domande che possono pervenire,
00:59:42e eventualmente sarà mia cura riceverle, poi trasmetterle,
00:59:45poi valutiamo insieme e anticipo già anche nell'ottica di un auspicio,
00:59:50di poter proseguire come Commissione, non solo in un dialogo,
00:59:54ma in un'effettiva collaborazione con lei e il suo Ministero,
00:59:57proprio sui temi che come vede anche dalle domande dei colleghi
01:00:02sono di interesse ma anche di intersezioni molto ampie.
01:00:07Prego, Ministro.
01:00:09Allora, io mi scuso se devo andare, ho occupato il tempo con questa lunghissima relazione,
01:00:16ma pensavo che fosse importante proprio offrire una panoramica così ampia,
01:00:22perché, come ho detto, è difficile trovare un luogo dove veramente poter aprire
01:00:27una riflessione articolata sul tema e non soltanto le solite cose, diciamo così.
01:00:37Vorrei veramente rimanere anche a discutere di tutto questo,
01:00:42devo andare, però vorrei appunto intanto rispondere alle domande che sono state poste adesso.
01:00:47Allora, prima di tutto, cosa manca?
01:00:54Partiamo dal fondo.
01:00:58Non è che manchi qualche cosa,
01:01:00noi abbiamo detto, abbiamo una strategia precisa,
01:01:04tant'è vero che ho spiegato che siamo intervenuti su tre direzioni precise,
01:01:09cioè i trasferimenti diretti, i servizi e il lavoro femminile.
01:01:12Riteniamo che questi siano i punti fondamentali e anzi l'Ox in questo senso ci dà uno spunto in più
01:01:21perché pare, secondo i dati che loro hanno,
01:01:26che le politiche di conciliazione siano in effetti quelle più efficaci dal punto di vista poi della natalità.
01:01:35E lo vediamo anche dalle buone pratiche delle imprese,
01:01:37laddove ci sono buone pratiche anche innovative,
01:01:44effettivamente c'è un tasso di natalità maggiore proprio all'interno dell'impresa.
01:01:50Ci sono per esempio, sono stata colpita da, non dirò ovviamente il nome,
01:01:56da un'impresa farmaceutica che ha una serie di servizi davvero innovativi,
01:02:01tra cui per esempio la lavanderia all'interno dell'azienda
01:02:07oppure il fatto di poter portare a casa il pranzo, la cena già pronta
01:02:13e quindi per esempio di poter lavorare serenamente sapendo che poi il tempo che si spenderà a casa
01:02:20è veramente tempo libero e non c'è da fare altro.
01:02:24e in questa azienda il tasso di natalità è più alto della media,
01:02:31quindi qualcosa effettivamente può funzionare.
01:02:34Che cosa manca?
01:02:36Manca proprio, secondo me, intanto manca una chiarezza.
01:02:40Cioè quest'idea, fino adesso c'è stata molto la separazione
01:02:46fra proprio le cause materiali che sembrano essere le uniche
01:02:50che possono incidere sul calo demografico
01:02:55e dall'altra parte invece le cause, diciamo così, culturali.
01:03:05Che culturali non sono perché appunto le cause materiali sono sempre legate a cause culturali.
01:03:11e le politiche che si sceglie di fare sono legate a una visione del mondo,
01:03:15a un orizzonte antropologico direi addirittura.
01:03:18Quindi non soltanto a una visione del mondo
01:03:20ma proprio a una visione dell'uomo e del suo sviluppo.
01:03:25Quindi bisognerebbe mettere insieme queste due cose
01:03:30e sapere che non si possono separare.
01:03:33Io ho fatto due esempi
01:03:36questo appunto
01:03:39dello scarto
01:03:42diciamo
01:03:42di livello educativo
01:03:44fra maschi e femmine
01:03:46che mi è sembrato estremamente interessante
01:03:49perché è
01:03:50uno finalmente
01:03:52qualcuno che propone
01:03:54una ragione
01:03:56per il particolare
01:03:58calo demografico
01:04:00per esempio in Sardegna
01:04:01e ha scoperto questo gap altissimo
01:04:04perché il 20% è davvero molto significativo.
01:04:09Ecco
01:04:09per esempio appunto
01:04:11inventare l'idea
01:04:13cioè inventare
01:04:14promuovere il fatto
01:04:15promuovere l'idea
01:04:16che
01:04:17investire
01:04:18in una maggiore
01:04:20scolarizzazione
01:04:22stare attenti a questo
01:04:24investire di più
01:04:24per esempio sulla scuola
01:04:25è un modo indiretto
01:04:27in realtà
01:04:27anche di favorire
01:04:29la crescita demografica
01:04:31per esempio
01:04:31o altre cose
01:04:32per quanto riguarda
01:04:33per esempio
01:04:34il matrimonio
01:04:35per quanto riguarda
01:04:37la
01:04:37la
01:04:38la gravidanza tardiva
01:04:40per quanto
01:04:41tante cose
01:04:42su cui in realtà
01:04:43non non si investe
01:04:45perché
01:04:46non sono cose
01:04:49che sembrano
01:04:50direttamente
01:04:51connesse
01:04:52alla demografia
01:04:53quindi
01:04:53l'idea che
01:04:55bisogna costruire
01:04:56avere in testa
01:04:59un mondo
01:05:01che sia amichevole
01:05:02nei confronti
01:05:02della genitorialità
01:05:03dove per esempio
01:05:05il valore sociale
01:05:06della maternità
01:05:06torni ad essere
01:05:07valore sociale
01:05:08era qualcosa
01:05:09che si diceva
01:05:10negli anni 60
01:05:11io non credo
01:05:12assolutamente
01:05:13che sia qualcosa
01:05:14che
01:05:14discrimina
01:05:16o penalizza
01:05:16le donne
01:05:17anzi
01:05:17credo che sia qualcosa
01:05:19che favorisce
01:05:20le pari opportunità
01:05:21tornare a dare
01:05:23valore sociale
01:05:23per esempio
01:05:24trasferire
01:05:25le life skills
01:05:27genitoriali
01:05:28nel mondo
01:05:29del lavoro
01:05:30questa è una mia
01:05:30fissa
01:05:31però
01:05:32su questo
01:05:33non c'è
01:05:34ancora
01:05:35nessuna maturazione
01:05:36dal punto di vista
01:05:37proprio
01:05:37anche delle stesse
01:05:39aziende
01:05:39quindi
01:05:40far crescere
01:05:41proprio
01:05:41queste consapevolezze
01:05:43io penso
01:05:44che questa
01:05:44commissione
01:05:45possa essere
01:05:46davvero preziosa
01:05:47perché proprio
01:05:47può indagare
01:05:49anche
01:05:50territori
01:05:52che non sono
01:05:52stati esplorati
01:05:53fino adesso
01:05:54perché si riduce
01:05:55sempre tutto
01:05:56al reddito
01:05:57scusatemi
01:05:58e non voglio
01:05:59con questo
01:05:59e torniamo
01:06:01quindi alla
01:06:01questione
01:06:02del reddito
01:06:03e
01:06:04noi abbiamo
01:06:05tutte le nostre
01:06:06misure
01:06:07sono state
01:06:07mirate
01:06:08sul reddito
01:06:10tutte
01:06:10praticamente
01:06:11cioè proprio
01:06:13prima di tutto
01:06:13per cercare
01:06:14di arginare
01:06:15il fenomeno
01:06:16della povertà infantile
01:06:17e l'ho detto
01:06:17esplicitamente
01:06:18se noi vediamo
01:06:20facciamo degli esempi
01:06:21di
01:06:22reddito
01:06:25di inclusione
01:06:26insieme
01:06:27all'assegno
01:06:28unico
01:06:28con
01:06:29proviamo a fare
01:06:30delle
01:06:31delle
01:06:31previsioni
01:06:34diciamo
01:06:35rispetto
01:06:36al reddito
01:06:37vediamo
01:06:38che
01:06:39se uno
01:06:40ha dei figli
01:06:41in condizione
01:06:42un isè
01:06:43basso
01:06:44eccetera
01:06:44veramente
01:06:45porta a casa
01:06:46una cifra
01:06:48che può essere
01:06:49davvero di aiuto
01:06:50quindi tutte
01:06:51le nostre
01:06:52misure
01:06:52sono strutturali
01:06:54tutte
01:06:54e tutte
01:06:55sono proprio
01:06:56mirate ai redditi
01:06:57più bassi
01:06:58per quanto riguarda
01:06:59le differenze
01:07:00di reddito
01:07:01per i figli
01:07:02è molto
01:07:04discontinua
01:07:04questa cosa
01:07:05ci sono situazioni
01:07:06ci sono zone
01:07:07per esempio
01:07:08in cui
01:07:08i redditi
01:07:11sono più bassi
01:07:12ma invece
01:07:13si fanno più figli
01:07:14e zone
01:07:15invece
01:07:16se noi
01:07:18vediamo
01:07:18per esempio
01:07:19una città
01:07:19come Milano
01:07:20dove
01:07:20il reddito
01:07:21medio
01:07:21è altissimo
01:07:22i figli
01:07:24non si fanno
01:07:24Milano
01:07:25riesce a essere
01:07:26popolata
01:07:27perché attira
01:07:28è attraente
01:07:29quindi
01:07:30non vedo
01:07:31qui
01:07:32una forte
01:07:32differenza
01:07:35ma
01:07:36comunque
01:07:37tutte le nostre
01:07:38politiche
01:07:39sono state
01:07:39sempre
01:07:40mirate
01:07:41proprio
01:07:41su questo
01:07:42l'ultima cosa
01:07:44allora
01:07:46il reddito
01:07:47scusate
01:07:47l'assegno unico
01:07:48se doveva essere
01:07:50se doveva
01:07:52essere
01:07:53più ampio
01:07:53perché non l'avete fatto
01:07:55più ampio
01:07:55perché avete messo
01:07:57la
01:07:57la clausola
01:07:58della
01:07:59della residenza
01:08:01o
01:08:01il
01:08:01del lavoro
01:08:03l'avete fatto voi
01:08:05non è che l'abbiamo fatto noi
01:08:07cioè io non l'ho fatto
01:08:08allora
01:08:09quindi
01:08:10perché non c'è stato
01:08:11io credo che invece
01:08:12vada difeso
01:08:13prima di tutto
01:08:14va difeso
01:08:15cioè
01:08:16su questo
01:08:17non capisco
01:08:18perché
01:08:18la sinistra
01:08:20non abbia
01:08:21una maggiore
01:08:21presenza
01:08:23da questo punto di vista
01:08:24perché l'unico intervento
01:08:25che io ho visto pubblico
01:08:27è stato al contrario
01:08:28e non dico di chi
01:08:29di un importante
01:08:30esponente del PD
01:08:31che ha detto
01:08:32ha ragione l'Europa
01:08:33beh insomma
01:08:34allora se facciamo così
01:08:36in realtà
01:08:37noi abbiamo visto
01:08:38abbiamo
01:08:38siamo stati
01:08:40molto attenti
01:08:41a vedere se
01:08:42fosse possibile
01:08:43un
01:08:44adeguamento
01:08:46della misura
01:08:47in questo senso
01:08:48ma abbiamo visto
01:08:48che le cose
01:08:49che attualmente
01:08:51ha chiesto
01:08:51la commissione
01:08:53sono cose
01:08:53che
01:08:53possono
01:08:55veramente
01:08:55produrre
01:08:56invece
01:08:56delle aperture
01:08:59molto pericolose
01:09:00delle
01:09:01delle
01:09:05dei vulnus
01:09:09diciamo così
01:09:09cioè delle
01:09:10situazioni
01:09:11in cui poi
01:09:12ci si può inserire
01:09:13per veramente
01:09:14far scantare
01:09:16la misura
01:09:17quindi
01:09:18non magari
01:09:19direttamente
01:09:20per
01:09:21per
01:09:22gli italiani
01:09:26i frontalieri
01:09:27eccetera
01:09:28ma
01:09:28quello che ha
01:09:31chiesto
01:09:31d'Europa
01:09:32non voglio
01:09:33entrare
01:09:34nel dettaglio
01:09:35nel caso
01:09:35mai
01:09:36faremo un dibattito
01:09:37su questo
01:09:38può veramente
01:09:39rendere
01:09:42la misura
01:09:42insostenibile
01:09:43per
01:09:44per l'Italia
01:09:45per
01:09:45le
01:09:47finanze
01:09:48del nostro
01:09:49paese
01:09:50e
01:09:51per quanto
01:09:52riguarda
01:09:53gli immigrati
01:09:54io devo dire
01:09:54che ho accorciato
01:09:55la relazione
01:09:57perché
01:09:57pensavo
01:09:58che proprio
01:09:59non ne potevate più
01:10:01e c'era
01:10:02un'ultima pagina
01:10:03in cui parlavamo
01:10:04anche di questo
01:10:05noi ovviamente
01:10:06lo sapete tutti
01:10:07abbiamo
01:10:07aperto ai flussi
01:10:09regolari
01:10:09aperto in modo
01:10:11consistente
01:10:12molto più consistente
01:10:12di quanto non fosse
01:10:13stato fatto
01:10:14negli ultimi anni
01:10:15400
01:10:16oltre 400 mila
01:10:21ingressi
01:10:21diamo cittadinanza
01:10:23siamo uno dei paesi
01:10:24che dà più cittadinanza
01:10:25però
01:10:26bisogna vedere
01:10:28per esempio
01:10:29la Germania
01:10:29in effetti
01:10:30è il paese
01:10:31che più
01:10:31ha
01:10:32riequilibrato
01:10:34il livello demografico
01:10:35attraverso
01:10:36l'immigrazione
01:10:37ma
01:10:38sappiamo
01:10:39che l'immigrazione
01:10:40prima di tutto
01:10:44che gli immigrati
01:10:46dopo poco
01:10:46acquistano
01:10:48le abitudini
01:10:48riproduttive
01:10:49diciamo così
01:10:50del
01:10:51del paese
01:10:53in cui
01:10:53vivono
01:10:55per cui
01:10:55non
01:10:56fanno
01:10:57ulteriori figli
01:10:58quindi
01:10:58non
01:10:59non ci sono
01:11:01scarti
01:11:02da questo punto
01:11:03di vista
01:11:03e poi
01:11:05che naturalmente
01:11:06non si può
01:11:08pensare
01:11:08cioè un paese
01:11:09non può pensare
01:11:10di appaltare
01:11:11a paesi
01:11:12terzi
01:11:13la natalità
01:11:14cioè a me
01:11:15sembra anche
01:11:15un atteggiamento
01:11:16vagamente
01:11:17neocolonialista
01:11:18cioè io non posso
01:11:19dire che vabbè
01:11:20noi non facciamo più figli
01:11:21perché non ci va di fare più
01:11:22fa i figli
01:11:23e quindi
01:11:23pace
01:11:24chiudiamo questo capitolo
01:11:25i figli ce li prendiamo
01:11:27dai paesi terzi
01:11:28penso che questo
01:11:30non sia giusto
01:11:31per un altro motivo
01:11:32perché è un problema
01:11:33di vitalità
01:11:34del paese
01:11:35io ho parlato
01:11:36di sazietà di vita
01:11:37cioè un vecchio
01:11:38una vecchia frase
01:11:40di un grande
01:11:42arcivescovo
01:11:43che parlava
01:11:44della mia città
01:11:46di Bologna
01:11:47che diceva
01:11:48che Bologna
01:11:49era sazia
01:11:50e disperata
01:11:51io non penso questo
01:11:52però
01:11:52c'è una chiusura
01:11:56al futuro
01:11:57alla speranza
01:11:57alla vita
01:11:58che non va bene
01:11:59per un paese
01:12:00che è sicuramente
01:12:01qualche cosa
01:12:02che spegne
01:12:05la vitalità
01:12:06che chiude
01:12:07l'apertura
01:12:08al futuro
01:12:08ma anche
01:12:09l'apertura
01:12:09agli altri
01:12:10quando si chiude
01:12:11al futuro
01:12:11si chiude anche
01:12:12all'altro
01:12:13quindi io penso
01:12:15che dobbiamo
01:12:15assolutamente
01:12:16capire fino in fondo
01:12:18quali sono
01:12:19le misure
01:12:20efficaci
01:12:21per contrastare
01:12:22la denatalità
01:12:23e mi auguro
01:12:24veramente
01:12:25di poterlo fare
01:12:25tutti insieme
01:12:26questa commissione
01:12:27per me
01:12:28è davvero
01:12:28un punto di forza
01:12:30su cui possiamo
01:12:32contare
01:12:32grazie
01:12:33sono molto in ritardo
01:12:34grazie
01:12:36grazie
01:12:42nel ringraziare
01:12:42nuovamente
01:12:43la ministra
01:12:43Rocella
01:12:44e i suoi collaboratori
01:12:45dichiaro conclusa
01:12:46l'audizione
01:12:48ed esatto
01:12:49grazie a tutti
01:12:51grazie a tutti
01:12:51grazie a tutti