• 10 anni fa
E’ stato non solo uno degli episodi più oscuri e drammatici del Rinascimento ma, secondo Machiavelli, si è trattato di un vero e proprio “capolavoro”. E’ stato proprio il grande pensatore fiorentino a coniare l’espressione di “magnifico inganno” per raccontare il modo in cui, la notte tra il 31 dicembre 1502 e l’alba del primo gennaio 1503, Cesare Borgia, il Duca Valentino, figlio di Papa Alessandro VI, convocò nella Rocca di Senigaglia quattro capitani di ventura che avevano congiurato contro di lui e il suo progetto di unire Marche e Romagna in un suo stato personale: Paolo Orsini, Francesco Orsini, Oliverotto da Fermo, Vitellozzo Vitelli accettarono di incontrarsi col Valentino che proponeva loro una cena riconciliatrice. Invece, una volta finito di mangiare scatta la trappola, il Borgia smette i panni del mite e conciliante, e si suoi ordini bloccano i quattro. Per due di loro (Oliverotto da Fermo e Vitellozzo Vitelli) la morte per strangolamento arriva subito dopo un terribile scambio di battute che Machiavelli ricostruisce. Per i due Orsini, in quanto membri di una potente famiglia da sempre avversa ai Borgia ma con importanti appoggi, il figlio si consulta con Roma. Arrivato il benestare dal padre, Cesare Borgia fa strangolare anche gli altri due superstiti della “Cena di Senigallia”. E’ l’apoteosi del potere del Borgia ma anche l’inizio della sua fine. Otto mesi più tardi, con la morte improvvisa di Alessandro VI, tutto crollerà rapidamente. Il documentario integrale è visibile a questo link: http://storiadoc.com/il-magnifico-inganno-di-cesare-borgia/