Restano detenuti in custodia cautelare i tre uomini arrestati domenica in Svezia in relazione a un presunto stupro su una ragazza fatto circolare su Facebook Live.
Nelle mani della giustizia una parte del filmato, nella quale si vedono i sospetti brandire una pistola.
I due presunti stupratori, afghani di 20 e 18 anni, e un ventenne svedese, che non avrebbe denunciato la violenza, hanno negato i fatti davanti al tribunale di Uppsala.
“La polizia ha molto lavoro da fare e le prove potrebbero discolpare i miei clienti”, dice l’avvocato difensore Christer Söderberg. “Non mi preoccupa il fatto che questo filmato possa essere trovato. Al contrario le sequenze forse mostreranno cosa è davvero accaduto”.
Il filmato è stato rimosso e la polizia ha chiusto a chiunque ne abbia una copia di consegnarla.
“Come avete visto sui media, Facebook ha affermato di voler cooperare, ma il loro quartier generale è negli Stati Uniti”, spiega il procuratore del distretto Pontus Melander. “Quindi ho chiesto un aiuto legale internazionale”.
Le segnalazioni degli utenti avevano permesso agli agenti di individuare i presunti stupratori in un appartamento di Uppsala. Il caso, non il primo nel mondo, suscita ulteriori preoccupazioni per la condivisione di reati sui social.
Nelle mani della giustizia una parte del filmato, nella quale si vedono i sospetti brandire una pistola.
I due presunti stupratori, afghani di 20 e 18 anni, e un ventenne svedese, che non avrebbe denunciato la violenza, hanno negato i fatti davanti al tribunale di Uppsala.
“La polizia ha molto lavoro da fare e le prove potrebbero discolpare i miei clienti”, dice l’avvocato difensore Christer Söderberg. “Non mi preoccupa il fatto che questo filmato possa essere trovato. Al contrario le sequenze forse mostreranno cosa è davvero accaduto”.
Il filmato è stato rimosso e la polizia ha chiusto a chiunque ne abbia una copia di consegnarla.
“Come avete visto sui media, Facebook ha affermato di voler cooperare, ma il loro quartier generale è negli Stati Uniti”, spiega il procuratore del distretto Pontus Melander. “Quindi ho chiesto un aiuto legale internazionale”.
Le segnalazioni degli utenti avevano permesso agli agenti di individuare i presunti stupratori in un appartamento di Uppsala. Il caso, non il primo nel mondo, suscita ulteriori preoccupazioni per la condivisione di reati sui social.
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