• 7 anni fa
Dal 23 maggio scorso Marawi, nel Sud delle Filippine, è teatro di battaglia tra i terroristi locali affiliati all’Isis (Maute) e le forze governative. Secondo l’esercito, i miliziani rimasti in città sono “meno di un centinaio” ma, durante l’assedio, sarebbero stati oltre 700, inclusi bambini soldato. Quanti abbiano effettivamente combattuto è difficile da determinare, ma un ex soldato reclutato dai miliziani e poi fuggito – la cui testimonianza è stata raccolta dalla televisione cinese – ha detto di aver visto anche un bambino di sette anni.
Abdul, 17enne, all’epoca in cui fu reclutato da quello che ritiene essere lo stesso gruppo attivo oggi, di anni ne aveva appena 12: “Siamo stati radunati in una moschea, molti di noi erano bambini, ci hanno detto di andare con loro, che ci avrebbero aiutati. Quando siamo arrivati nel loro campo, ho visto una sorta di addestramento militare. Ci hanno detto che era l’esercito”.
La pratica di reclutare minori da parte di gruppi affiliati all’Isis non è nuova. L’uso di bambini soldato da parte di Maute, che fa leva sulla povertà e l’instabilità politica del Paese, è confermato da vari esperti militari e di terrorismo e risale a ben prima dell’assedio di Marawi.

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