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Il governo turco ha aperto un’indagine sulla coreografia dei tifosi del Galatasaray apparsa a Istanbul durante il derby con i rivali del Fenerbahce di domenica 22 ottobre. Il cartonato del protagonista della serie cinematografica, interpretata da Sylvester Stallone, è apparso sugli spalti del Türk Telekom Stadium con tanto di braccio e guantone destro levati al cielo.

Scrive Reuters che i media turchi filo-governativi hanno collegato la coreografia, accompagnata dagli slogan “Rialzati” e “Sembrano grandi solo perché sei in ginocchio”, al colpo di stato fallito del 2016 e organizzato, secondo Erdogan, dall’oppositore in esilio Fethullah Gulen.

Alla base di questa accusa il fatto che il predicatore viva in Pennsylvania, proprio il luogo di nascita del pugile italo-americano creato da Stallone. Il quotidiano turco Tavkim ha messo in relazione lo striscione con la scritta “Rialzati”, “Ayağa kalk” in turco, con la poesia Ayağa kalk Sakarya letta da Gulen durante un suo sermone ad inizio mese. L’ultima strofa reca proprio l’incoraggiamento a levarsi in piedi indirizzato alla provincia del nordovest della Turchia, Sakarya appunto.



Il sagomato è stato riavvolto al suono di Eye of the Tiger, colonna sonora di Rocky III. La partita tra le due squadre rivali è finita 0-0, per la cronaca. Il Galatasaray, squadra più blasonata del paese, è in testa al campionato turco. La notizia dell’indagine governativa ha fatto scendere di colpo il titolo del club alla Borsa di Istanbul del 5%, ha scritto Bloomberg. Lo riporta Il Post aggiungendo: “In Turchia, dove si usa l’abbreviazione “Pennsylvania” per riferirsi a Gülen e ai suoi sostenitori, sono molti quelli che sostengono che il Galatasaray abbia avuto legami con alcuni golpisti”..

Breathtaking atmosphere echoed across Istanbul tonight.

Thank you, #Galatasaray fans! pic.twitter.com/o7UvrXuUYh— Galatasaray EN (@Galatasaray) October 22, 2017


Il club ha minacciato querele e ha negato ogni riferimento politico della coreografia in un comunicato, scrivendo che le accuse sono “un patetico tentativo” di screditare la società e aggiungendo che lo stesso poster è stato usato anche a maggio.

Dopo il fallito colpo di stato del luglio 2016, sono finiti in carcere 50mila cittadini turchi e 150mila tra poliziotti, insegnanti e funzionari pubblici hanno perso il lavoro. Su tutti ha pesato l’accusa di collaborazionismo con il movimento di Gulen, per il quale il governo turco ha chiesto l’estradizione.

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