La notte del Venerdì Santo, antiche confraternite cattoliche rinnovano una vecchia tradizione. I confratelli, incappucciati, sfilano in processione nelle strade della Penisola Sorrentina, portando i simboli della Passione di Cristo, per commemorare la Madonna Addolorata e la sua disperata ricerca del figlio.
Le “confraternite” o “arciconfraternite” erano, e sono, sodalizi religiosi con fini caritatevoli, sorte per lo più nel periodo vicereale (quando il Regno di Napoli era governato da viceré, prima spagnoli, poi austriaci, 1503-1734). Tra i loro scopi, quello di assistere ammalati, condannati e prigionieri, e di organizzare i funerali. In un’epoca di particolare fervore religioso, quindi, dovette essere naturale che cortei di confratelli accompagnassero le effigi religiose durante la settimana della passione. I cappucci assicuravano l’anonimato, prevenendo orgoglio e imbarazzo tra compaesani che si aiutavano l’un l’altro.
Oggi continuano ad esistere, svolgendo attività benefiche in maniera più o meno visibile, ma le processioni del Venerdì Santo sono il loro principale impegno.
Le “confraternite” o “arciconfraternite” erano, e sono, sodalizi religiosi con fini caritatevoli, sorte per lo più nel periodo vicereale (quando il Regno di Napoli era governato da viceré, prima spagnoli, poi austriaci, 1503-1734). Tra i loro scopi, quello di assistere ammalati, condannati e prigionieri, e di organizzare i funerali. In un’epoca di particolare fervore religioso, quindi, dovette essere naturale che cortei di confratelli accompagnassero le effigi religiose durante la settimana della passione. I cappucci assicuravano l’anonimato, prevenendo orgoglio e imbarazzo tra compaesani che si aiutavano l’un l’altro.
Oggi continuano ad esistere, svolgendo attività benefiche in maniera più o meno visibile, ma le processioni del Venerdì Santo sono il loro principale impegno.
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