Dal punto di vista progettuale, la Roadster non tradisce la fedeltà stilistica a quelle soluzioni tipiche del marchio Smart, il quale fino a quel momento aveva comunque un solo modello in listino, benché declinato in due varianti di carrozzeria. La Roadster sfoggiava soluzioni del tutto particolari, come lo stesso corpo vettura assai compatto anche per una piccola sportiva e configurato in maniera tale da risultare in realtà più una vettura apribile di tipo Targa che non una roadster vera e propria, a causa della presenza fissa e costante del massiccio montante posteriore.
Il frontale, dal disegno assai spiovente, era caratterizzato dai curiosi gruppi ottici tondi e sdoppiati, inseriti in una mascherina in plastica grezza che includeva anche la calandra integrata nello scudo paraurti ed i fendinebbia. Osservando invece la fiancata, balzavano immediatamente all'occhio i ridotti sbalzi anteriore e posteriore, la forte inclinazione all'indietro del parabrezza ed i passaruota assai bombati come si conviene ad una vettura sportiva, e che contenevano i cerchi in lega da 15 pollici (ma a richiesta era possibile avere i cerchi da 16 pollici). Inoltre, la vista laterale tradiva chiaramente la volontà di accostarsi alla City-Coupé, grazie all'utilizzo della cellula "Tridion" a vista, la quale regalava una colorazione bicolore al corpo vettura, a meno che non fosse stato richiesto diversamente da chi la ordinava. Le zone della scocca non in vista erano "vestite" con pannelli carrozzeria in resina termoplastica. Questa cellula incorporava anche il già citato montante posteriore che accomunava la vettura ad una di quelle apribili di tipo Targa tipiche degli anni settanta. Lo stesso montante posteriore incorniciava il lunotto, il quale si affacciava posteriormente sul coperchio tramite il quale si accedeva sia all'angusto vano bagagli sia al vano motore. Altre caratteristiche della zona posteriore erano i gruppi ottici con plastiche trasparenti e due elementi circolari.
Il frontale, dal disegno assai spiovente, era caratterizzato dai curiosi gruppi ottici tondi e sdoppiati, inseriti in una mascherina in plastica grezza che includeva anche la calandra integrata nello scudo paraurti ed i fendinebbia. Osservando invece la fiancata, balzavano immediatamente all'occhio i ridotti sbalzi anteriore e posteriore, la forte inclinazione all'indietro del parabrezza ed i passaruota assai bombati come si conviene ad una vettura sportiva, e che contenevano i cerchi in lega da 15 pollici (ma a richiesta era possibile avere i cerchi da 16 pollici). Inoltre, la vista laterale tradiva chiaramente la volontà di accostarsi alla City-Coupé, grazie all'utilizzo della cellula "Tridion" a vista, la quale regalava una colorazione bicolore al corpo vettura, a meno che non fosse stato richiesto diversamente da chi la ordinava. Le zone della scocca non in vista erano "vestite" con pannelli carrozzeria in resina termoplastica. Questa cellula incorporava anche il già citato montante posteriore che accomunava la vettura ad una di quelle apribili di tipo Targa tipiche degli anni settanta. Lo stesso montante posteriore incorniciava il lunotto, il quale si affacciava posteriormente sul coperchio tramite il quale si accedeva sia all'angusto vano bagagli sia al vano motore. Altre caratteristiche della zona posteriore erano i gruppi ottici con plastiche trasparenti e due elementi circolari.
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