Nel Febbraio del 1958 fu inviata una nave rompighiaccio giapponese con a bordo una seconda spedizione che doveva dare il cambio agli uomini che erano rimasti tra i ghiacci per più di un anno. A causa delle avverse condizioni climatiche la nave non riuscì ad arrivare nelle vicinanze del campo, e si decise di farla tornare indietro. Anche gli uomini della prima spedizione furono costretti a lasciare la base con un aereo, ma non fu possibile imbarcare anche i cani da slitta, che vennero lasciati lì, certi che presto sarebbero potuti tornare a recuperarli. Ma questo non avvenne, ed i cani vennero abbandonati al loro destino, legati ad una catena, con scorte di cibo sufficienti per una sola settimana. Quasi un anno dopo, il 14 Gennaio 1959, uno degli scienziati della prima spedizione tornò al Polo Sud con l’intenzione di seppellire i suoi amati cani, ma con sua grande sorpresa venne accolto alla base proprio da due di loro: Taro e Jiro, due fratelli, gli unici sopravvissuti.
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