Roma, 14 feb. (askanews) - Lidia Poet è stata la prima donna in Italia a laurearsi in Legge e ad entrare nell'Ordine degli Avvocati: era il 1883, ma la sua iscrizione venne annullata dalla Corte d'Appello di Torino perché era una donna. Solo dopo molti anni di battaglie riuscì ad ottenere quello che le spettava. Da questa storia parte "La legge di Lidia Poet", serie in sei episodi su Netflix dal 15 febbraio. L'ideatore e regista Matteo Rovere ha voluto però evitare la biografia classica, rendendo il personaggio interpretato da Matilda De Angelis anticonformista, ironico, sfrontato, quasi una supereroina in costume, raccontata in maniera anticonvenzionale. "Il fatto che lei fosse una supereroina secondo me è interessante da un punto di vista quasi interno ed intimo, perché anche nei fatti e nella storia è caduta e si è rialzata un innumerevole numero di volte. Però è vero che l'idea con Matilda e con gli sceneggiatori era quella di renderla un personaggio fallibile, molto umano, molto vicino anche a chi, in qualche modo, la potesse osservare".In ogni puntata la protagonista svolge indagini e risolve un caso, costringendo il fratello avvocato a farla passare per la sua assistente. "E' semplicemente una donna molto preparata, molto colta, anche determinata, quindi anche con un carattere, con una tendenza alla leadership innata e quindi questi uomini che la circondano lei se li bacchetta tutti un po' a piacere. Credo solo sia una donna estremamente intelligente".
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