Anche don Angelo Inzerillo, parroco della chiesa Mater Divinae Gratiae che ha celebrato stamani a Villagrazia di Carini il funerale di Matteo Cataldo, della moglie Maria Grazie Ficarra e del figlio Danilo, vittime del tremendo incidente di Custonaci, si domanda perché. «Qual è il motivo di tanto dolore. Chiedo al Signore: si poteva evitare questa strage?».
Nella chiesa Maria Santissima delle Grazie, gremita di parenti e amici della famiglia Cataldo, lo strazio è tangibile. Tre bare poste davanti all'altare per l'ultimo saluto, le loro foto sul freddo legno, tanta gente che piange. L'impatto, dentro quella Fiat Doblò, ha cancellato in un colpo solo un'intera famiglia. I coniugi Cataldo avevano già subito una grave perdita 12 anni fa, quando era venuto a mancare Giampiero, fratello maggiore di Danilo. Un malore, improvviso e letale mentre faceva un bagno nel mare di Sferracavallo alla ricerca di ricci. «Piano piano stavano ritrovando la strada, venivano a seguire la messa - sottolinea don Inzerillo -. Qualcosa di incomprensibile, terribilmente funesto».
«È un distacco che pesa, bisogna avere la forza - dice durante l'omelia il sacerdote - Matteo, Maria Grazia e Danilo hanno ritrovato Giampiero, insieme stanno celebrando la Pasqua di resurrezione nell'incontro col Signore. Chiediamo per loro grazia e benedizione».
Le salme di Matteo Cataldo, 70 anni, della moglie Maria Grazia Ficarra, 67 anni, e del figlio Danilo Cataldo, 44 anni, sono state portate a spalla da parenti e amici. I loro resti verranno seppelliti al cimitero di Carini, anche se la famiglia ha vissuto per tanti anni a Palermo. Da qualche anno avevano preso la decisione di trasferirsi lontano dalla città.
Matteo e Danilo avevano una ditta che si occupava della riparazione di elettrodomestici. Padre e figlio lavoravano assieme dal lunedì al sabato. Domenica scorsa doveva essere una giornata felice e forse lo è stata. Fino a quando, al ritorno verso casa, insieme ai cugini Matteo Schiera di 72 anni e Anna Rosa Romancino di 69, hanno trovato la morte, scontrandosi sulla strada provinciale 16, all'altezza di Custonaci, con l'Alfa 159 su cui viaggiavano Vincenzo Cipponeri, 44 anni, anche lui deceduto sul colpo, e Maria Pia Giambona di 34 anni, che da domenica, ricoverata in rianimazione all'ospedale Sant'Antonio Abbate di Trapani, lotta tra la vita e la morte.
Le indagini sono condotte dai carabinieri di Custonaci insieme alla sezione radiomobile compagnia di Alcamo. Secondo le prime verifiche il contachilometri dell'Alfa 159 segnava l'assurda velocità di 150 Km/h.
Nella chiesa Maria Santissima delle Grazie, gremita di parenti e amici della famiglia Cataldo, lo strazio è tangibile. Tre bare poste davanti all'altare per l'ultimo saluto, le loro foto sul freddo legno, tanta gente che piange. L'impatto, dentro quella Fiat Doblò, ha cancellato in un colpo solo un'intera famiglia. I coniugi Cataldo avevano già subito una grave perdita 12 anni fa, quando era venuto a mancare Giampiero, fratello maggiore di Danilo. Un malore, improvviso e letale mentre faceva un bagno nel mare di Sferracavallo alla ricerca di ricci. «Piano piano stavano ritrovando la strada, venivano a seguire la messa - sottolinea don Inzerillo -. Qualcosa di incomprensibile, terribilmente funesto».
«È un distacco che pesa, bisogna avere la forza - dice durante l'omelia il sacerdote - Matteo, Maria Grazia e Danilo hanno ritrovato Giampiero, insieme stanno celebrando la Pasqua di resurrezione nell'incontro col Signore. Chiediamo per loro grazia e benedizione».
Le salme di Matteo Cataldo, 70 anni, della moglie Maria Grazia Ficarra, 67 anni, e del figlio Danilo Cataldo, 44 anni, sono state portate a spalla da parenti e amici. I loro resti verranno seppelliti al cimitero di Carini, anche se la famiglia ha vissuto per tanti anni a Palermo. Da qualche anno avevano preso la decisione di trasferirsi lontano dalla città.
Matteo e Danilo avevano una ditta che si occupava della riparazione di elettrodomestici. Padre e figlio lavoravano assieme dal lunedì al sabato. Domenica scorsa doveva essere una giornata felice e forse lo è stata. Fino a quando, al ritorno verso casa, insieme ai cugini Matteo Schiera di 72 anni e Anna Rosa Romancino di 69, hanno trovato la morte, scontrandosi sulla strada provinciale 16, all'altezza di Custonaci, con l'Alfa 159 su cui viaggiavano Vincenzo Cipponeri, 44 anni, anche lui deceduto sul colpo, e Maria Pia Giambona di 34 anni, che da domenica, ricoverata in rianimazione all'ospedale Sant'Antonio Abbate di Trapani, lotta tra la vita e la morte.
Le indagini sono condotte dai carabinieri di Custonaci insieme alla sezione radiomobile compagnia di Alcamo. Secondo le prime verifiche il contachilometri dell'Alfa 159 segnava l'assurda velocità di 150 Km/h.
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