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L'Autobianchi Y10 debutta ufficialmente al Salone dell'automobile di Ginevra, nel marzo 1985. La nuova utilitaria ha l'impegnativo compito di sostituire degnamente la "A112", presente da quindici anni con successo sul mercato automobilistico nazionale ed internazionale.
Per rendere meno evidente l'enorme differenza formale fra i due modelli, in seno al Gruppo Fiat – Lancia (l'Alfa Romeo sarebbe stata acquisita dal gruppo torinese soltanto l'anno successivo) viene stabilito che l'A112 resti in listino, parallelamente alla Y10, fin quasi alla fine del 1986. A mettere in comune la Y10 all'A112 c'è solo il marchio, la tipologia strettamente utilitaria delle due automobili e la stessa ambizione di proporsi come automobile “di classe” da città, per questo molto attente a soddisfare le pretese non soltanto di un pubblico femminile sempre più esigente, ma anche di tutti coloro che vedono l'automobile utilitaria non soltanto come una “scatola” con cui destreggiarsi il più abilmente possibile in mezzo al traffico cittadino, ma come qualcosa di appagante, in termini di design, prestazioni e comfort. Dotata del nuovo quattro cilindri FIRE (Fully Integrated Robotized Engine), con cilindrata di 999 cm³ e potenza massima di 45 CV a 5000 giri/minuto, un motore molto elastico, poco rumoroso e dai bassi consumi, che le consente di superare i 145 km/h e di accelerare da 0 a 100 km/h in 16 secondi. La Y10 fu il primo modello ad adottare questo propulsore innovativo. Tra le caratteristiche di rilievo del FIRE 1000, basti citare come in questo motore l'eventuale rottura della cinghia di distribuzione non comporti alcun danno interno, nemmeno a regime elevato, poiché le valvole e i pistoni evitano qualunque punto di interferenza.

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