«Saman è stata uccisa da chi doveva proteggerla. Noi come comunità islamica abbiamo sentito il dovere di accompagnarla per quest'ultimo saluto, insieme a suo fratello. Abbiamo celebrato il rito funebre proprio per dire che Saman da viva e da morta è parte integrante della comunità islamica. Non l'abbiamo rinnegata da viva, non la rinneghiamo da morta». Così Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii, parlando coi giornalisti dopo aver officiato il rito islamico di Saman Abbas a Novellara (Reggio Emilia). Il funerale «è stato importante per lanciare un segnale - ha proseguito Lafram - a chi pensa che la religione sia stata il nemico numero uno di Saman. Anzi, noi ci siamo costituiti come parte civile nel processo, come Ucoii, per rimarcare senza se e senza ma la nostra posizione. Siamo dalla parte della vittima, non del carnefice. Siamo dalla parte di Saman perché ha subito una barbarie indicibile e come comunità dovevamo essere in prima linea per dire che siamo dalla parte delle donne che hanno tutto il diritto di scegliere liberamente il proprio destino. E speriamo che Dio perdoni noi e tutti quelli che hanno mancato in questa triste vicenda».
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