Decreto Salva Casa, condono edilizio: come mettersi in regola

  • 2 mesi fa
(LaPresse) Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Salva Casa di Matteo Salvini, il provvedimento che dovrebbe porre rimedio alle piccole difformità nelle case italiane. Tra le opere sanabili, quelle per l'installazione di pompe di calore sopra i 12 kilowatt, per la rimozione di barriere architettoniche e per la realizzazione di verande. Si potranno poi sanare anche le strutture che non siano portanti, come porticati, soppalchi e tramezzi. Per farlo, basterà presentare soltanto la documentazione relativa ai lavori interessati, senza presentare il titolo abilitativo che ne ha autorizzato la costruzionee quello che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio.

Il decreto chiarisce che è sempre consentito il mutamento della destinazione d’uso della singola unità immobiliare e senza opere. Questo, a patto che vengano rispettate le normative di settore e ferma restando la possibilità per gli strumenti urbanistici comunali di fissare specifiche condizioni.

Un'amministrazione può alienare un immobile e l'area del terreno circostante sul quale sono stati commessi abusi. L'amministrazione può anche disporre l’abbattimento delle parti contestate oppure imporre l’obbligo di eliminare le opere abusive.

Cambiano i valori in relazione alle tolleranze entro i quali non si rientra nei parametri previsti nel titolo autorizzativo. È al 2% nelle strutture con superficie utile superiore ai 500 metri quadrati, sale al 3% tra i 300 e i 500 metri quadrati, al 4% tra i 100 e i 300 metri quadrati e al 5% nelle unità immobiliari inferiori ai cento metri quadrati.

Il rilascio del permesso e la segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria sono subordinati al pagamento di una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore venale dell’immobile conseguente alla realizzazione degli interventi, in misura compresa tra 1.032 euro e 30.984 euro.

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