La Kyalami, siglata internamente Tipo 129, venne quindi presentata al Salone dell'automobile di Ginevra del 1976. La Kyalami non seguiva la tradizione Maserati di dare alle proprie vetture l'evocativo nome di un vento (Mistral, Ghibli, Khamsin, Bora), bensì quella altrettanto affermata di battezzare le proprie vetture col nome di un circuito teatro di una vittoria sportiva (Sebring, Indy, Mexico). La carrozzeria, molto simile a quella della De Tomaso Longchamp, era quella di una coupé a due porte e quattro posti. Con la Kyalami la Maserati ritornava perciò a produrre una grande coupé a tre volumi, perfetta erede della Mexico, cui peraltro somigliava.
Se il pianale d'acciaio era quello della Longchamp, la meccanica era chiaramente Maserati, imparentata con quella della futura Quattroporte III.
Per il propulsore la scelta cadde sul V8 bialbero di 4,2 litri e 265 CV a 6000 giri/min; dal 1978 venne resa disponibile anche una versione con un V8 di 4,9 litri e 290 CV. Successivamente un inasprimento delle normative sulle emissioni inquinanti costrinse la Maserati ad adottare un nuovo impianto di scarico, che ridusse la potenza del 4.2 a 253 CV. Il motore era accoppiato ad un cambio manuale ZF a 5 marce, oppure su richiesta ad un automatico a 3 marce Borg-Warner.
Le sospensioni erano indipendenti a quadrilateri deformabili sulle quattro ruote; quello posteriori avevano la particolarità di essere montate su un telaio ausiliario, soluzione derivata dalla Maserati Khamsin. Un'altra particolarità condivisa con la Khamsin erano i doppi serbatoi per il carburante, collocati all'altezza del bagagliaio, uno per lato. I freni erano tutti a disco ventilati, con doppio circuito idraulico servoassistito, con quelli posteriori entrobordo; era di serie un servosterzo autocentrante della ZF. A partire dal 1978 fu offerta anche la Kyalami con il più potente motore V8 da 4930 cm³, la Tipo 129/49. Era l'otto cilindri bialbero che aveva debuttato sulla Ghibli SS qualche anno prima, lo stesso della Khamsin. Con 280 CV a 5.600 giri/min la velocità massima saliva a 245 km/h e la guida risentiva positivamente dell'abbondante coppia.
Anche il V8 4.9 fu penalizzato dalle normative sulle emissioni inquinanti, e dovette adottare un impianto di scarico più restrittivo che ne ridusse la potenza a 257 CV. Con questa motorizzazione era offerto di serie il cambio automatico a 3 marce Borg Warner, mentre il manuale a cinque rapporti era optional.
Se il pianale d'acciaio era quello della Longchamp, la meccanica era chiaramente Maserati, imparentata con quella della futura Quattroporte III.
Per il propulsore la scelta cadde sul V8 bialbero di 4,2 litri e 265 CV a 6000 giri/min; dal 1978 venne resa disponibile anche una versione con un V8 di 4,9 litri e 290 CV. Successivamente un inasprimento delle normative sulle emissioni inquinanti costrinse la Maserati ad adottare un nuovo impianto di scarico, che ridusse la potenza del 4.2 a 253 CV. Il motore era accoppiato ad un cambio manuale ZF a 5 marce, oppure su richiesta ad un automatico a 3 marce Borg-Warner.
Le sospensioni erano indipendenti a quadrilateri deformabili sulle quattro ruote; quello posteriori avevano la particolarità di essere montate su un telaio ausiliario, soluzione derivata dalla Maserati Khamsin. Un'altra particolarità condivisa con la Khamsin erano i doppi serbatoi per il carburante, collocati all'altezza del bagagliaio, uno per lato. I freni erano tutti a disco ventilati, con doppio circuito idraulico servoassistito, con quelli posteriori entrobordo; era di serie un servosterzo autocentrante della ZF. A partire dal 1978 fu offerta anche la Kyalami con il più potente motore V8 da 4930 cm³, la Tipo 129/49. Era l'otto cilindri bialbero che aveva debuttato sulla Ghibli SS qualche anno prima, lo stesso della Khamsin. Con 280 CV a 5.600 giri/min la velocità massima saliva a 245 km/h e la guida risentiva positivamente dell'abbondante coppia.
Anche il V8 4.9 fu penalizzato dalle normative sulle emissioni inquinanti, e dovette adottare un impianto di scarico più restrittivo che ne ridusse la potenza a 257 CV. Con questa motorizzazione era offerto di serie il cambio automatico a 3 marce Borg Warner, mentre il manuale a cinque rapporti era optional.
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