(di Francesco Parrella) Sono tornati in via Toledo a Napoli dopo alcuni mesi di assenza o di ridotta attività i seguaci della chiesa evangelica «Gesù Ti Ama», guidati dal pastore Paolo Nappa, detto «Paolone». L’uomo, un sessantenne alto e robusto dai lunghi capelli e dalla barba bianca, come di consueto guida un piccolo corteo di persone che certo non passano inosservate tra la gente che affolla a tutte le ore la via partenopea dello shopping. Un po' per il fracasso che fanno durante le loro iniziative, con musica ad alto volume alternata a discorsi a tratti incomprensibili, un po' per l’abbigliamento che una parte di questi predicatori sfoggia sulla pubblica via. Accanto a «Paolone» cammina una donna che indossa una tuta completamente leopardata, di quelle molto in voga soprattutto nei quartieri popolari, come ai Quartieri Spagnoli, dove i predicatori hanno sede. Un passo più indietro, due ragazzi spingono ciascuno un carrellino su cui sono poggiate delle potenti casse acustiche, che amplificano il «messaggio» religioso irradiato da un microfono dove a turno i predicatori si alternano provando ad «evangelizzare» i passanti che incrociano per strada. Sono tutti giovani i ragazzi che affiancano «Paolone». Tra loro anche delle ragazze, hanno il capo coperto con un velo bianco come quello indossato, secondo la tradizione, dalla Vergine Maria durante la nascita di Cristo. Ed è proprio Gesù il nome che insieme a «Dio» più ricorre nelle loro prediche, in cui l’italiano si mischia al dialetto napoletano, scatenando a volte la divertita reazione di chi ascolta. Nei loro discorsi a finire sotto tiro spesso è la Chiesa cattolica. «Perché il prete mangia e beve da solo il pane e il vino e a te – dicono rivolgendosi ai passanti - ti fa “azzeccare” l’ostia sotto il palato: vai a chiedere spiegazioni, anche perché se il prete beve da solo il vino ogni volta che dice Messa, alla sera arriverà ubriaco». E ancora: «Cammini avanti e indietro e alla fine ti fanno male i piedi? Significa che non serve a niente. Quello che occorre è dire “Gesù sto qua pure io, salvami e fatti conoscere"». Nel frattempo, sono loro a farsi conoscere, non tanto tra chi abitualmente frequenta via Toledo, ma dai turisti, i più incuriositi da queste insolite performance, in particolare gli stranieri, che non riuscendo a comprendere il significato di queste prediche spesso confondono l’azione evangelizzatrice di questi predicatori con uno spettacolo di strada.
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