• 5 mesi fa
Come aver avuto «Mario Draghi o Mario Monti» per anni e trovarsi di fronte - invece di conti risanati - a «una crisi delle finanze pubbliche che nessun governo ha mai visto». L'effetto Macron oggi, nella Francia che va a votare, si è trasformato in rancore e rabbia in una fetta molto cospicua dell'elettorato. «Quindi l'argomento “siamo seri, responsabili, competenti, credibili ed efficaci” non regge più». Lo dice ad askanews Aquilino Morelle, già consigliere di Lionel Jospin a Matignon (1997-2002), poi di François Hollande all'Eliseo (2012-2014) e autore del saggio La parabole des aveugles: Marine Le Pen aux portes de l'Elysée (Grasset, 286 pagine) dove con largo anticipo su tutti aveva delineato il quadro che oggi si osserva.

E Morelle che definisce «decisione shock» l'annuncio delle elezioni parlamentari, dopo «lo schiaffo in faccia» per Emmanuel Macron delle europee, racconta un panorama complesso dove la personalità sicuramente molto forte del Presidente della Repubblica francese ha dominato anche queste fasi. Ma per quanto tempo ancora dominerà? Morelle non esclude in futuro le dimissioni di Macron.

«Non poteva, ha confermato in seguito, non voleva dimettersi subito, anche se credo che sia una delle prospettive a breve e medio termine: quindi gli è rimasto lo scioglimento del Parlamento», afferma.

La Francia dove la destra di Rassemblement National è cresciuta in maniera così potente, non è lo stesso Paese dove Macron si è affermato. È un Paese dove le speranze si sono affievolite e la rabbia è cresciuta. Morelle dice apertamente come diverse persone ora siano «molto arrabbiate con il governo e detestano Emmanuel Macron. Tutto questo si traduce in un cocktail che spiega la situazione attuale, ma Macron non lo vuole capire. Ancora oggi si chiede perché la gente non voglia votare per il suo partito». E anche nella reazione immediata alla sconfitta, si rivela la natura del capo di stato francese.

«Un'ora dopo il risultato delle elezioni europee, ha annunciato l'applicazione dell'articolo 12 della Costituzione e lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale». Insomma con le elezioni indette a pochi minuti dal voto per le europee, si è verificato uno «shock così forte e il tempo tra lo scioglimento e le elezioni è stato così breve» che non ha dato il tempo alla gauche nemmeno di pensare. E ha a trovato una soluzione veloce: mettersi insieme per salvare il maggior numero possibile di parlamentari, spiega Morelle. Ma questo non vuol dire una rinascita della gauche.
Il Nuovo Fronte Popolare è «un'alleanza elettorale di circostanza creata per sbarrare la strada, come dice la sinistra, al Rassemblement National e per cercare di salvare un certo numero di seggi. Ma a parte il fatto che non sono d'accordo su nulla, non è il contesto attuale che li porterà a fare quello che ho cercato di fare nei miei libri: a pensare al perché un sacco di ex elettori di sinistra ora votano RN. Quello che non hanno fatto per 20 anni, non vedo perché dovrebbero farlo ora. Forse dopo che il Rassemblement National sarà salito al potere, forse allora.... un'introspezione collettiva arriverà, ma per il momento non credo».
Intervista di Cristina Giuliano
Montaggio Linza Verzani
Immagini askanews, Afp

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