Alle Olimpiadi i letti di cartone sono «anti-sesso»? Il test degli atleti sfata il mito

  • mese scorso
I letti degli atleti nel villaggio olimpico di Parigi 2024? Non sono poi così «anti-sesso» come sono stati presentati. A sfatare il "mito", nato già all'indomani delle Olimpiadi di Tokyo (rinviate dal 2020 al 2021 causa Covid) ci hanno pensato gli stessi protagonisti dei Giochi. Una diceria nata dalla necessità di rendere riciclabili più materiali possibili, compresi i letti, la cui struttura è fatta di cartone. Un brevetto dell'azienda nipponica Airweave, i cui dirigenti sembrano ormai stanchi di dover affrontare il tema.

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Il test degli atleti sui letti di Parigi 2024
E, allora, chi meglio dei protagonisti delle Olimpiadi per mettere fine alle voci incontrollate? Tra le prime ad averli testati, le tenniste australiane Daria Seville ed Ellen Perez, che sui loro profili social hanno postato un video in cui mettono alla prova la resistenza dei letti a suon di salti, capriole e persino lanci di racchette da tennis. Il tutto condito da risate e tanta complicità, dimostrando che questi letti possono sopportare ben più di un semplice riposo notturno.

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Ma non sono le uniche. Anche il ginnasta irlandese Rhys McClenaghan ha voluto dire la sua, cimentandosi in una serie di esercizi acrobatici sul letto, tra cui verticali e rotolamenti. Anche per lui, il verdetto è chiaro: i letti superano la prova a pieni voti. E sul tema è tornato anche Tom Daley, star britannica dei tuffi, che già alle Olimpiadi a Tokyo aveva provato i letti, riscontrando una resistenza più che adeguata al riposo, ma anche per molto altro.
Niente a che vedere, quindi, con le fragili brandine "anti-sesso" ipotizzate da alcuni. L'idea, nata da un'interpretazione errata delle caratteristiche dei letti, aveva scatenato un'ondata di ilarità e ironia sui social, con tanto di meme e battute.
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La leggenda metropolitana dei "letti anti-sesso"
I letti in questione, prodotti dall'azienda giapponese Airweave, sono realizzati in cartone resistente, mentre i materassi sono in fibra di poliestere. Sono stati progettati per essere eco-sostenibili e comodi, ma anche per ottimizzare lo spazio nel villaggio olimpico. Proprio questa caratteristica, unita al fatto che i letti sono singoli, aveva portato alcuni a ipotizzare che fossero un modo per scoraggiare l'intimità tra gli atleti.
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Più di semplici brandine
Ipotesi prontamente smentita dai produttori e dagli stessi atleti, che con i loro video hanno dimostrato che questi letti sono ben più che semplici "brandine". Del resto, come aveva sottolineato il CEO di Airweave, Motokuni Takaoka, in un'intervista al Japan Times nel 2021 «il sesso è sesso, che sia sul nostro materasso o su quello di qualcun altro». Insomma, che sia in pista, in piscina, in palestra o nella propria stanza da letto, per i campioni degli sport olimpici ci sarà sempre massima sicurezza e affidabilità.

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