La laguna di Orbetello e il viaggio lungo la distesa di pesci morti

  • 2 mesi fa
A Orbetello vivono appesi ai venti. Se tira a scirocco, l’acqua della laguna si scalda e proliferano le alghe tossiche, quelle che consumano ossigeno e sprigionano idrogeno solforato, soffocando i pesci.

Se invece gira a maestrale e si accentua l’escursione termica tra il giorno e la notte, lentamente l’acqua si raffredda consentendo la vita. Le temperature torride hanno riacutizzato il problema con cui i pescatori lagunari, e l’intera città di Orbetello, ogni estate si trova a fare i conti, con le carcasse di orate, spigole e anguille ammassate a ridosso dell’abitato: solo allo sgrigliatore di Ansedonia, nel fine settimana, ne sono state recuperate e smaltite 600 quintali. Ma è un calcolo per difetto, poiché ad essi vanno aggiunti i pesci morti recuperati nella laguna di Levante a ridosso dell’abitato, vale a dire quintali e quintali ancora da quantificare. Lunedì mattina, fin dalle prime ore del giorno, il vento da Nord-Ovest ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Ma tra una folata e l’altra ha lasciato che salisse alle narici un leggero ma acre sentore di putredine che ad Ansedonia, proprio dove inizia il paradiso terrestre della Feniglia, copriva i profumi balsamici della macchia mediterranea.​​QUI TUTTO L'ARTICOLO

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