Una serie di appuntamenti sul repertorio musicale di Riccardo Marasco eseguito dal vivo ed interviste agli ospiti. In questa puntata del 10 Aprile 1989 Riccardo declama due sonetti da lui scritto: Chi visse sperando e Spugna e Palle. Questa trasmissione fu poi inserita nella parte finale del programma che aveva lo stesso nome ed ideato e condotto da Luigi De Concilio e Brunetto Salvini. Tratto dagli archivi di Mauro Montagni.
Disturbi del video dovuti a pessime condizioni del nastro videomagnetico.
Riversamento e digitalizzazione Dr. Fernando Menichini. Non pubblicate materiale del canale senza la mia autorizzazione. Se avete da fare dei reclami prima di far partire l'azione sanzionatoria (che a voi non porta nessun vantaggio) contattatemi, anche perchè si tratta di materiale introvabile del quale ho fatto la digitalizzazione da nastro master originale che comunque non è in vostro possesso
Disturbi del video dovuti a pessime condizioni del nastro videomagnetico.
Riversamento e digitalizzazione Dr. Fernando Menichini. Non pubblicate materiale del canale senza la mia autorizzazione. Se avete da fare dei reclami prima di far partire l'azione sanzionatoria (che a voi non porta nessun vantaggio) contattatemi, anche perchè si tratta di materiale introvabile del quale ho fatto la digitalizzazione da nastro master originale che comunque non è in vostro possesso
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MusicaTrascrizione
00:00E scherzava così Spadaro su Piazza Signoria, pensando a questa canzone sua non posso far
00:19a meno a pensare come è ridotta Firenze in questi giorni, in Piazza Signoria, una tragedia,
00:26chissà cosa avrebbe scritto lui oggigiorno su un argomento come quello, avrebbe scritto
00:33chissà qualche sonettaccio, tonnellaccio, anche io ho scritto due sonetti su questo
00:41problema della piazza, prima pensando così ai soldi che si spendono lì per il centro,
00:49se fossero utili, allora mi è voluto fare il fatto di scrivere un sonetto, chi visse
00:54sperando, il famoso detto toscano, chi visse sperando morì cagando, spero che scavando
01:04a più non posso sotto la piazza della Signoria, si possa ritrovare oltre a qualche osso e
01:10a vasche di un'antica tintoria, un diurno, cosicché chi ha il corpo smosso non debba
01:16farla più in mezzo alla vita, oggi il turista per un cagassi addosso, o corre al bar o in
01:22una pizzeria se avviene nell'orario d'apertura, ma ricorre agli uffizi o a un vicoletto se
01:28l'emergenza è in ora di chiusura, anche se t'hanno tinto il corridoio, caro Vasari,
01:35un tigonfiare in petto, tempo 3 giorni e torno a un pisciatoio, questa era per stare nella
01:43tradizione toscana del sonetto che si facevano per graffiare le attualità, un altro esempio
01:50sul suo argomento fatto invece a dialogo, è un dialogo fra due personaggi caratteristici
01:55della tradizione fiorentina, Spugna e Palle, due nomi ignori con cui si indicava, Palle
02:02il ragazzo giovane, Spugna invece è chiaramente uno che esagera a fermarsi da Nicolino, l'arco
02:13di San Piero, dove c'erano le bettole e c'era sempre un po' di non sofficienza, e allora
02:18Spugna comincia. Stavolta Palle l'hanno fatta grossa, dice si fa sentire le opinioni, secondo
02:31voi deve essere grigia o rossa, che la volete a trisce o a quadrezzoni, dice qualcosa, datevi
02:40una mossa, si arriva con le piete o scomattoni, ma nel frattempo possa, dopo possa, tre o
02:49quattro professori a perroni hanno sbudellato quella nostra piazza, e quel che è peggio,
02:55come un civolea l'hanno riuscita, o che si impazza, troiaia qui in modo noi non se ne
03:02faceva dai dì che il buon Arnolfo fece razza, te Spugna non hai afferrato ben l'idea, te
03:12c'hai la testa guazza, oggi le idee le devono essere ariose, se sotto verranno case e vie
03:21spaziose, con tre o quattro palate, due piccioni erano presi con una fava, con la Firenze,
03:28e sotto la cistava sera di quella sopra, già risolto il problema di tutto il legno, gli
03:35alloggi, i parcheggi e le tangenti.