La più importante fontana pubblica della città, collocata in Piazza del Campo, venne accolta con esultanza dalla cittadinanza quando venne inaugurata nel 1346. Dalla gioia spontanea procurata dallo sgorgare dell'acqua nella piazza pubblica ne derivò l'appellativo di "Gaia". Per alimentarla era stata costruita un'imponente opera idraulica, costituita da una galleria lunga circa trenta chilometri e da un "bottino maestro" (cisternino), potenziato nel corso del XV secolo da Francesco di Giorgio.
La fonte, nella forma attuale, venne decorata da una serie di rilievi scultorei commissionati nel 1409 a Jacopo della Quercia e completati dieci anni dopo, nel 1419.
Il debole materiale impiegato per la realizzazione del celebre monumento (marmo della Montagnola senese) e la vita quotidiana che si svolgeva sulla piazza contribuirono presto al degrado materiale della fonte. Uno dei traumi maggiori fu infatti inferto da chi, nel 1743, per vedere meglio lo svolgimento del Palio, si arrampicò su una delle due sculture a tutto tondo (Rea Silvia), mandandola in pezzi e rimanendone vittima.
Nel 1859 fu deciso di sostituire la fonte di Jacopo con una copia realizzata nel più duraturo marmo di Carrara, commissionata allo scultore purista senese Tito Sarrocchi. Il monumento fu inaugurato solo dieci anni più tardi. In quella stessa occasione venne anche spostato in posizione più centrale nella piazza e fu protetto da una cancellata dell'architetto Giuseppe Partini.
I rilievi originari, molto danneggiati, sono stati restaurati e si trovano oggi nel Museo di Santa Maria della Scala, dopo essere stati esposti dal 1904 al 1989 nella Loggia dei Nove del Palazzo Pubblico. Oggi anche i marmi del Sarrocchi si trovano a Santa Maria della Scala e all'aperto si trovano copie novecentesche.
La fonte, nella forma attuale, venne decorata da una serie di rilievi scultorei commissionati nel 1409 a Jacopo della Quercia e completati dieci anni dopo, nel 1419.
Il debole materiale impiegato per la realizzazione del celebre monumento (marmo della Montagnola senese) e la vita quotidiana che si svolgeva sulla piazza contribuirono presto al degrado materiale della fonte. Uno dei traumi maggiori fu infatti inferto da chi, nel 1743, per vedere meglio lo svolgimento del Palio, si arrampicò su una delle due sculture a tutto tondo (Rea Silvia), mandandola in pezzi e rimanendone vittima.
Nel 1859 fu deciso di sostituire la fonte di Jacopo con una copia realizzata nel più duraturo marmo di Carrara, commissionata allo scultore purista senese Tito Sarrocchi. Il monumento fu inaugurato solo dieci anni più tardi. In quella stessa occasione venne anche spostato in posizione più centrale nella piazza e fu protetto da una cancellata dell'architetto Giuseppe Partini.
I rilievi originari, molto danneggiati, sono stati restaurati e si trovano oggi nel Museo di Santa Maria della Scala, dopo essere stati esposti dal 1904 al 1989 nella Loggia dei Nove del Palazzo Pubblico. Oggi anche i marmi del Sarrocchi si trovano a Santa Maria della Scala e all'aperto si trovano copie novecentesche.
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