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Firenze, 24 marzo 1995: il sessantacinquenne Gianfranco Cuccuini, nonostante sia in pensione, si reca al lavoro nella libreria Manuelli per sostituire la padrona. Alle 8:30 viene visto con una persona di spalle e solo un quarto d'ora dopo Don Sergio, passato per prendere le ostie, scopre il corpo di Cuccuini deturpato da 27 coltellate...

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Trascrizione
00:00Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
00:30Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
01:00Quello che raccontiamo questa sera è un caso talmente strano e talmente complicato,
01:20e per certi versi talmente assurdo, che se fosse un romanzo non sarebbe neppure un romanzo
01:24giallo, ma un racconto di fantasmi. Se non fosse realmente accaduto, il caso di Gianfranco
01:30Cucuini sarebbe stato scritto da Edgar Allan Poe, sarebbe uno dei suoi racconti spaventosi
01:34e cupi, o forse sarebbe il giro di vite di Harry James. Una storia di fantasmi.
01:39A dargli questa connotazione così gotica, così sinistramente fantastica, non è soltanto
01:51il mistero del delitto, ma anche il luogo in cui si svolge. Un negozio di articoli
01:57religiosi, scaffali coperti di oggetti sacri, libri di culto, messali, paramenti, immersi
02:03nel silenzio più assoluto e nella penombra di un'unica luce che viene dal retro.
02:07Siamo a Firenze, in pieno centro, in via del proconsolo numero 7 Rosso, è il 24 marzo
02:251995. A scoprire il delitto, naturalmente, è un sacerdote. Sono le 8 e 45 del mattino
02:37e Don Sergio bofficia attraverso il cortile del palazzo in cui si trova anche il negozio
02:40di articoli religiosi, per bussare alla porta sul retro. E' un portoncino di legno, che
02:46è aperto, ma oltre c'è una porta a vetri e anche se dietro c'è la luce accesa, la
02:51porta è chiusa a chiave e non risponde nessuno. E' la terza volta che Don Sergio bussa quella
03:00porta. Come ogni venerdì, ha bisogno di osti da far consacrare per la messa alla parrocchia
03:05di Castelfranco e qualche minuto prima ha già attraversato quel cortile, che oltre
03:10a quel negozio, ospita anche gli uffici della Curia di Fiesole e una sartoria di abiti religiosi.
03:15Le due signore che gestiscono quel negozio e il signor Gianfranco, che ogni tanto le
03:20sostituisce, aprono presto la mattina e a quell'ora dovrebbero già essere lì. Don
03:29Sergio pensa che non lo sentano perché stanno ancora facendo le pulizie. Se ne torna negli
03:33uffici della Curia ha deciso a provare più tardi e infatti ci torna, ma stesso risultato.
03:37Alla terza volta decide di uscire dal cortile e di passare davanti, dall'ingresso principale
03:45del negozio. Lì la porta è aperta, come tutte le mattine, anche se la luce è spenta.
03:56Don Sergio entra e si dirige verso il bancone che si trova in fondo al negozio, ma qui esita.
04:02Nella penombra, laggiù in fondo, gli sembra di vedere qualcosa di strano, infatti c'è
04:07qualcosa, qualcosa che sembra un uomo steso a terra, che spunta da dietro al bancone.
04:12Don Sergio si spavencia, esce e corre nel cortile a chiamare aiuto. Incontra un altro
04:19sacerdote, Don Giuseppe Saccardi, e gli chiede di accompagnarlo dentro al negozio per vedere
04:24cos'è successo. Cos'è successo? Cosa c'è nella penombra di quel negozio, tra oggetti
04:30sacri e libri religiosi? Alessandro Riva e Lorenzo Viganò sono andati a Firenze a
04:36fare domande e raccogliere voci e notizie. Cosa c'era nella penombra di quel negozio
04:40e lo stesso Don Giuseppe raccontarcelo, intervistato per noi da Alessandro Riva. Monsignor Saccardi
04:47ci vuole raccontare che cosa accadde la mattina del 24 marzo 1995. Quella mattina stavo per
04:54scendere in ufficio quando un mio amico mi chiamò dal giardino e mi disse se potevo
05:01scendere fino a Pianterreno per una cosa urgente. Immediatamente io mi recai giù a Pianterreno
05:11e questo mio amico mi disse che aveva aperto un pochino la porta d'entrata nella libreria
05:21Manuelli e nell'ombra gli sembrava di aver visto un uomo disteso in terra. Io pensai
05:31se è la persona che viene ad aiutare la proprietaria a fare le pulizie eccetera, lui aveva avuto
05:41un mal aure, noi non potevamo interessarci e quindi dovevamo andare a vedere e provvedere.
05:52Infatti io personalmente apri la vetrage e sono entrato nella libreria e sono arrivato
06:01fino a questa persona distesa, vedi che accanto a questa persona c'era anche del sangue.
06:10A quel punto usci fuori e feci chiamare l'ambulanza della misericordia con la dottoressa. La dottoressa
06:19entrò nella libreria, si accostò al catavero, l'esaminò e uscendo fuori disse è stato ucciso, è morto.
06:33L'uomo steso a terra dietro al bancone è Gianfranco Cucuini, commesso part time del
06:40negozio di articoli religiosi. Gianfranco è steso sul fianco sinistro e giace in un
06:46vero e proprio lago di sangue che ne circonda tutto il corpo, addosso a 27 pugnalate, alla
06:52testa, al volto, al collo, all'addome, al torace e anche dietro, sui lombi. È stato
06:57colpito da una lama monotagliente, cioè tagliente da una parte sola, come dimostrano le estremità
07:02delle ferite. È una lama lunga non meno di 10 cm e ha i bordi rotondati, come un paio
07:08di forbici o un tagliacarte. L'arma non verrà mai ritrovata, nonostante gli agenti della
07:13squadra mobile ribaltino tutti i cassonetti e aprano tutti i tombini del centro storico
07:18di Firenze. Gianfranco è morto quasi subito, ucciso dallo sciocco emoragico e dalle lesioni
07:25interne. Ed è morto da poco, perché quando il medico legale arriva e lo tocca, lo trova
07:31ancora tiepido. A parte questo è facile stabilire l'ora della morte di Gianfranco, basta riesaminare
07:37i movimenti che aveva compiuto quella mattina. Sono circa le 7.30 del mattino quando Gianfranco
07:46esce di casa. Prende il motorino e percorre il tregitto che separa la sua abitazione presso
07:58Sesto Fiorentino a Via del Proconsolo, dove è il negozio. Impiega dai 16 ai 21 minuti,
08:12considerando che incontra otto semafori rossi. Quindi è attorno alle 7.50 che apre la saracinesca
08:25del negozio. I movimenti di Gianfranco quella mattina vanno messi in relazione con quello
08:37che succedeva allora in quella strada. Alessandro Riva e Lorenzo Biganò sono andati laggiù,
08:42in Via del Proconsolo, a vedere. So che siete andati nel luogo del delizio, che è un luogo
08:49abbastanza strano. Cos'ha di particolare quel luogo e cos'ha di particolare quella strada?
08:55Dunque intanto la strada, che si chiama Via del Proconsolo, è una strada centralissima.
08:59E' proprio sotto al Duomo. Il negozio è qui, a pochi passi dalla cupola del Brunelleschi,
09:07quindi pieno centro. Pieno centro a Firenze. Quali sono i movimenti che avvengono in quel
09:12luogo? Ecco, noi abbiamo provato ad andare in un giorno qualsiasi, in una mattina qualsiasi,
09:17per vedere come si anima questa via. Siamo arrivati lì alle 7 e a quell'ora non c'era
09:21molto attività, ci sono aperti solo i bar, i due bar, tra l'altro uno è davanti al
09:28negozio. Tra l'altro lì stazionano sempre delle persone, perché di fronte al bar c'è
09:35una fermata dell'autobus, da cui passano tre autobus e quindi ci sono sempre persone
09:39o che aspettano o che arrivano e aspettano di nuovo un altro autobus. Quindi un gran
09:43movimento. Sì. Tra l'altro il Palazzo della Curia, che è proprio di fianco al negozio,
09:48ha un portone che si apre generalmente intorno alle sette e mezza della mattina e anche all'interno
09:55del Palazzo della Curia il movimento comincia proprio come nella via, alle otto e mezza
09:59in poi. Una cosa importante è che oltre alle persone che lavorano all'interno di questo
10:04palazzo, magari negli uffici amministrativi, vanno e vengono persone curiosi, persone
10:09che vogliono entrare, c'è una sartoria all'interno, il tutto senza nessun tipo di blocco. Quindi
10:16c'è un gran movimento, un gran viavai di persone e a partire più o meno dalle
10:19otto e mezzo del mattino. Direi di sì. Quali sono i movimenti di quel mattino?
10:24Quel giorno i movimenti principali, diciamo dei protagonisti di questo caso, iniziano
10:33con… il primo ad arrivare è Don Boffici, cioè il prete che scoprirà il corpo di Gianfranco
10:42e arriva prima ancora che il portone sia aperto. Alle sette e venti la custode in Mafalda
10:48quel mattino apre il portone e quel mattino ci ha raccontato la custode, quando l'abbiamo
10:52vista, che l'ha aperto un po' prima. Un po' in anticipo perché ogni venerdì
10:58arrivava il vescovo che dava udienza alle altre persone, allora per accelerare un po'
11:02i tempi apriva quei dieci minuti prima. Quindi alle sette e un quarto Don Boffici e alle
11:07sette e venti arriva la portinaia. Poi? Gli altri che arrivano sono i cinque operai,
11:14ci sono cinque operai che stanno sistemando la fogna all'interno del cortile del palazzo
11:19della Curia, per cui sono cinque operai che arrivano tra le sette e quaranta e le sette
11:22e cinquanta. Arriva chi motorino, chi colape piaggio, chi a piedi, passano davanti al negozio
11:28perché vanno a fare colazione al bar davanti. L'ultimo operaio che arriva, che arriva
11:33intorno alle sette e cinquanta, si ricorda con certezza che la saraccinesca del negozio
11:38era aperta o il bandone, come lo chiamano qua a Firenze, era aperto perché passando
11:43si specchia nella vetrina. Sette e cinquanta, Gianfranco già dentro il negozio. Poi tra
11:49le otto e venti e le otto e trenta Gianfranco viene visto di fronte al negozio, viene visto
11:54mentre fa un po' di pulizia, mentre spazza la strada. Lo vede il proprietario della copisteria
11:58che sta sul marciapiede di fronte, che tra l'altro lo saluta con un cenno della mano
12:02e si stupisce del fatto che Gianfranco non ricambia il saluto. Sempre più o meno in
12:08questi minuti, forse qualche minuto dopo, più vicino alle otto e mezza, una signora
12:12che ha un appuntamento ed è ferma lì davanti al portone del palazzo della Curia, vede con
12:17la coda dell'occhio due persone che entrano nel negozio. Una persona è sicuramente un
12:24uomo e l'altra persona è una persona con i capelli lunghi, per cui può essere o una
12:27donna o un uomo con i capelli lunghi. Poi c'è Don Boffici che sempre intorno alle
12:33otto e mezza esce di nuovo dal palazzo della Curia dove aveva un ufficio, esce con la macchina
12:38per parcheggiarla più lontano e poi rientra a piedi poco dopo. A questo punto, poco dopo
12:46appunto rientrerà in ufficio e dopodiché andrà alla porta del retro del negozio a
12:51bussare per comprare le ostie. A questo punto che ore sono? A questo punto siamo tra le
12:56otto e quaranta e le otto e quarantacinque, non oltre. L'ora della morte è facile da
13:01stabilirsi, più facile che in altri casi. Sono le otto e trenta quando Gianfranco viene
13:06visto per l'ultima volta e sono le otto e quarantacinque quando Don Sergio e Don Giuseppe
13:11entrano nel negozio e lo trovano steso dietro al bancone. Il delitto non può che essere
13:15avvenuto in quel breve lasso di tempo. Gianfranco è stato aggredito quella mattina stessa e
13:21ucciso pugnalate, ma da chi e perché? Non sono gli unici misteri di questo strano
13:28caso. Ci sono alcune domande a cui gli investigatori della squadra mobile si trovano subito di
13:55fronte, talmente strane e talmente complicate da far pensare davvero ai fantasmi. Intanto,
14:01in quello strano luogo del delitto regna un ordine innaturale. È tutto a posto, non manca
14:08nulla, i soldi sono ancora tutti in ordine, perfettamente divisi dentro agli scompartimenti
14:13di un cassetto sul retro. Non ci sono segni di effrazione, chiusa la porta sul retro e
14:19aperta quella sul davanti. Dietro al bancone c'è una sedia, attenzione, una sedia con
14:25lo schienale rivolto ad uno scaffale chiuso da una vetrata e la seduta normalmente rivolta
14:31verso il bancone, come l'avrebbe lasciato un commesso in attesa di clienti. Quella sedia
14:36è proprio sul bordo di quel lago di sangue che circonda il corpo di Gianfranco, ma sembra
14:41non avere niente a che fare col delitto, a parte una solitaria, minuscola macchia di
14:45sangue, altro di molto strano non c'è. Uno straccio per pulire il pavimento ritrovato
14:51accanto al corpo di Gianfranco, un mazzo di chiavi a terra, probabilmente cadute. Non
14:56è tutto, non ci sono segni di collutazione, non ci sono schizzi di sangue e soprattutto
15:02non ci sono impronte. Gianfranco è stato colpito 27 volte, a terra giace in un vero
15:08e proprio lago di sangue, l'assassino deve essersi sporcato, deve averci camminato dentro
15:13quel sangue, eppure quando si allontana non lascia impronte, come se volasse. Ecco, quando
15:19si allontana, ma si allontana per andare dove? Non è una domanda da poco, lo abbiamo visto
15:25dove si trova quel negozio, come fa un assassino insanguinato ad uscire da un negozio in pieno
15:30centro a Firenze, a un passo dal Duomo e passare inosservato davanti a operai, baristi, negozianti
15:36e persone che aspettano l'autobus? Perché deve essere per forza uscito da quella porta
15:41sul davanti, visto che quella sul retro, quando arriva Don Sergio a bussare, è chiusa
15:45dall'interno. Ecco, Don Sergio va a bussare la prima e la seconda volta, probabilmente
15:54attorno alle 8 e 45, quando si può pensare che Gianfranco sia ucciso. Dietro quella sottile
16:01porta a vetri, nella stanza sul retro, Gianfranco viene colpito 27 volte con furia e violenza,
16:07senza che Don Sergio senta nulla. L'assassino uccide senza fare rumore, si allontana senza
16:13lasciare impronte e svanisce nell'aria. Questo è Edgar Allan Poe, è Henry James e urla
16:19nel grano di Eraldo Baldini. Invece è realtà, è cronaca. Torniamo alla realtà allora,
16:26a questa realtà che è stata investigata dalla squadra mobile di Firenze e dal sostituto
16:30procuratore Papalardo. Torniamo alla realtà, andiamo a Firenze e chiediamoci chi era davvero
16:36Gianfranco. Sarà perché i fantasmi appartengono ad un altro mondo, ma di solito i racconti
16:55gotici hanno cupe ambientazioni esotiche. Viali stregati nel parco di qualche castello
17:02nascosto nel cuore della Transilvania, brughiere nebbiose di terre oltreaceano appena colonizzate,
17:08cimiteri di campagna di qualche sperduto villaggio inglese, impenetrabili e nere foreste germaniche
17:14oppure città invisibili, immaginarie, come quelle di Italo Calvino. Invece ci sono città
17:23reali, città italiane che sono uno sfondo magnifico per una storia di morti e di fantasmi.
17:33Firenze è sicuramente una di queste. Sarà per il senso del ricordo, che si respira ovunque,
17:41rarefatto e sottile come un banco di nebbia sospeso a mezz'aria. Sarà per le sue chiese,
17:45i suoi palazzi e i suoi monumenti, che tengono fermi nel tempo l'immagine del passato, come
17:50uno di quegli ectoplasmi impressi sulle pellicole fotografiche, dall'aria misteriosa, affascinante
17:56e un po' smarrita, di fronte alla vita che corre e si muove lo stesso.
18:18Sarà per questo che Firenze, anche con le sue luci e con i suoi turisti, rimane sempre
18:22una città bellissima, per ambientarci una storia gotica di assassini, morti e fantasmi.
18:27Il signor Gianfranco ha 60 anni, è sposato ed è padre di due figli. È una brava persona,
18:41tranquilla, metodica, molto abitudinaria, con pochi amici intimi. È uno che non esce
18:46quasi mai la sera e se ne resta in casa. Il signor Gianfranco è in pensione da 5 anni,
18:52prima faceva il tipografo, ma un tipografo particolare.
19:16Gli era morto il padre quando aveva pochi mesi, la madre aveva pochi soldi e l'aveva
19:22dovuto mandare in collegio. Qui, nel collegio dei preti, aveva imparato a fare il tipografo
19:28e a 16 anni era entrato in questa tipografia, che è una delle tipografie storiche di Firenze,
19:34che si chiama il Torchio, e era rimasto lì per 40 anni.
19:38Come era sul lavoro?
19:40Sul lavoro i suoi colleghi lo ricordano come un tipo preciso, pignolo, molto appassionato
19:49al suo lavoro, talmente appassionato da farlo proprio in maniera totale.
19:55Tra l'altro proprio in tipografia e facendo il tipografo era diventato un appassionato
20:01e a suo modo anche un esperto d'arte, per cui aveva cominciato a andare in giro per i musei,
20:05anche a girare il mondo, comunque a girare l'Italia, per esempio andando a visitare i musei,
20:09raccontando poi a tutti, quindi cercando anche di trasmettere questa sua grande passione per l'arte.
20:15Quali erano i rapporti con i suoi colleghi di lavoro?
20:18Erano rapporti buoni, i colleghi ci hanno raccontato che era gentile anche se il suo carattere
20:23un po' chiuso gli impediva di dare troppa confidenza agli altri.
20:27Ci hanno detto che era persino un po' troppo riservato, per esempio ci hanno raccontato
20:34che quando gli è morta la madre lui ha telefonato in ufficio semplicemente dicendo
20:38oggi non vengo, poi solo nei giorni successivi loro seppero che non era andato perché era morta la madre,
20:45ma lui non aveva detto assolutamente niente.
20:47Comunque era un grandissimo lavoratore, non si tirava mai indietro se c'erano da fare degli straordinari,
20:53se c'era da dedicarsi in maniera proprio più lunga ad un certo lavoro, lui era il primo che si metteva a disposizione.
21:01Dopo questo lavoro?
21:03Una volta andato in pensione un suo nipote che faceva il rappresentante di Liberi Sacri
21:10ed era probabilmente in contatto con questo negozio, con la proprietaria del negozio di oggetti religiosi,
21:17li aveva messi in contatto e aveva cominciato ad andare a lavorare lì.
21:21C'è da dire che godeva di grandissima stima perché era un tipo molto preciso e quindi per esempio
21:28era l'unico oltre ai proprietari ad avere le chiavi, perché a volte gli capitava di essere lui ad aprire alla mattina
21:35quando c'era una necessità, proprio come quel venerdì in cui poi è stato ucciso.
21:40Una persona colta, con la passione per le passeggiate e le visite ai concerti, alle biblioteche e ai musei.
21:47Quella piccola borghesia fiorentina, abitudinaria e raffinata, senza particolari problemi economici.
21:54Le indagini patrimoniali, volute dal sostituto procuratore, non hanno evidenziato nulla di strano.
22:00Con quel suo lavoro al negozio di articoli religiosi, il signor Gianfranco guadagnava dalle 350.000 alle 600.000 lire al mese,
22:08che aggiungeva alla pensione e al lavoro della moglie.
22:11In vacanza, lui e la moglie andavano a Madonna di Campiglio, in casa di amici.
22:16Quattro giorni prima di essere ucciso, il signor Gianfranco era appena tornato da una breve settimana bianca,
22:22trascorsa in montagna con il padrone di casa.
22:25Gli amici di famiglia, infatti, avevano un genitore invalido, che a volte li costringeva a trascorrere le vacanze separatamente.
22:32In febbraio in montagna c'erano andate le mogli, in marzo c'erano andati i mariti.
22:37Fino a quattro giorni prima.
22:39Torniamo a quel giorno, torniamo a quel 24 marzo e alle indagini della polizia.
22:45La squadra mobile evidenzia fin dall'inizio che non si tratta di un omicidio a scopo di rapina.
22:50Nel negozio non manca niente, i soldi sono ancora lì, al loro posto.
22:54E quella violenza non è una violenza usuale per un ladruncolo.
22:58Tra l'altro la porta di ingresso ha un campanello che suona quando si apre
23:02e dalla stanza sul retro si può vedere chi c'è nel negozio,
23:05attraverso il monitor di una piccola telecamera a circuito chiuso,
23:08che purtroppo non è dotata di videoregistratore, altrimenti il caso si sarebbe concluso subito.
23:14Il signor Gianfranco, quindi, era in grado di accorgersi immediatamente dell'ingresso di qualcuno
23:20e di vedere se si trattava di un cliente.
23:23Un cliente. La squadra mobile non scarta neppure questa ipotesi.
23:27Quello, infatti, è un negozio particolare.
23:30Attenzione, è un negozio in perfetta regola
23:32ed è un negozio che serve persone di tutto rispetto come religiosi e studiosi di religione.
23:37Però, per sua natura, attira anche strani personaggi.
23:41Ecco, chi frequenta quel negozio?
23:43Dunque, innanzitutto ecclesiastici in genere,
23:46persone che quindi hanno bisogno del materiale che questo negozio vende.
23:49Poi non solo, ci sono anche persone che girano intorno al negozio,
23:52seppure più saltuariamente, persone un po' più strane.
23:56Ci hanno raccontato che, per esempio, ogni tanto entra della gente con l'aria un po' esaltata
24:01e si informa sulle immagini religiose, vuole comprare degli santini un po' strani o cose del genere.
24:07Oppure anche semplicemente dei mendicanti,
24:10che sanno che questo è il palazzo della Curia, per cui vanno per chiedere dei soldi, insomma.
24:15E poi, ancora, anche persone strane che, magari con l'aria un po' misteriosa,
24:20comprano dei ceri rossi oppure solo ceri neri.
24:23Infatti, a questo proposito, quando abbiamo parlato con la moglie di Gianfranco,
24:28ci raccontava che lui, quando tornava a casa di sera più di una volta,
24:31si era lamentato e si era domandato
24:33ma chissà come mai entrano queste persone e mi chiedono questo materiale così strano,
24:37non sarà mica che faranno delle messe nere?
24:39Quella del pazzo che colpisce in preda un raptus è una pista che viene battuta fin da subito
24:44e che già da quel primo giorno sembra prendere una piega definitiva.
24:48Infatti, alcuni passanti dicono di aver notato una signora anziana, sui 60 anni,
24:53che cammina avanti e indietro a lungo via del proconsolo,
24:56con le mani congiunte, come se stesse pregando.
24:59La signora viene identificata e raggiunta poco dopo, verso le due del pomeriggio,
25:05in via Borgognisanti.
25:07Quando gli agenti le chiedono i documenti, la signora fruga nella borsa e le cade un ombrello.
25:12L'ombrello è sporco di sangue, sangue fresco, e questo è strano.
25:17Portata in questura, la signora viene interrogata per ore.
25:21Appare molto confusa e non sa spiegare a chi appartengono quelle macchie di sangue.
25:26Così, l'ombrello viene sequestrato e mandato alla scientifica di Roma
25:30perché possa farsi l'esame del DNA e sapere se quel sangue appartiene a Gianfranco.
25:35A compiere l'esame è il professor Aldo Spinella, uno dei maggiori esperti del settore.
25:41Qualche giorno dopo arrivano i risultati.
25:44Il sangue non appartiene a Gianfranco.
25:46La signora non c'entra e, tra l'altro, risulta anche avere un alibi di ferro.
25:51È soltanto un'anziana signora, un po' confusa e molto religiosa.
25:55Quel sangue, probabilmente, proviene da qualche piccolo incidente
25:58e, comunque, non ha niente a che fare col delitto.
26:01Però, l'ipotesi del maniaco resta.
26:04Mettiamola da parte, manteniamola anche noi.
26:07Tra l'altro, c'è un particolare molto strano, difficile da spiegare.
26:11Quando entrano nel negozio e vanno nel retro,
26:14gli agenti della squadra mobile trovano un'agenda sul tavolo vicino al cassetto con i soldi.
26:19L'agenda è aperta e su una pagina c'è scritto uno strano e indecifrabile messaggio.
26:25Tre parole.
26:26Uma.
26:27Harum.
26:28Uma.
26:29Tre parole misteriose, senza senso.
26:32Cosa sono quelle tre parole?
26:34Un codice?
26:35Una formula?
26:36Uno scherzo?
26:37Siamo andati a Bologna, alla polizia scientifica,
26:40a chiedere al commissario Silvio Bozzi cosa possono voler dire quelle tre parole indecifrabili.
26:45Ciao, Lorenzo.
26:46Ciao, Lorenzo.
26:48Nel retro del negozio, su un'agenda che si trovava vicino alla cassa,
26:52è stato trovato uno strano messaggio.
26:54Cosa può voler dire quel messaggio?
26:56Andiamo a vederlo innanzitutto.
26:58Vediamo se si tratta veramente di un messaggio o di qualcos'altro.
27:02Ecco, su questo lucido vediamo proprio la sequenza di lettere.
27:07Non la chiameremo parola né messaggio.
27:09Trattiamola all'inizio in maniera settica, come una normale sequenza di lettere.
27:13Uma.
27:14Harum.
27:15Uma.
27:16Tutta questa sequenza è stata sottoposta a degli esami di tipo linguistico e di tipo crittografico.
27:23Per vedere se questa lunga sequenza potesse contenere al suo interno, quindi celare, un messaggio segreto.
27:31O fosse una sequenza atta a coprire un altro tipo di messaggio, una chiave mnemonica.
27:37Il fallimento di tutti gli esami linguistici effettuati sulla sequenza
27:40e il fallimento di tutti gli esami crittografici ci hanno portato a internet,
27:45a consultare internet che si può considerare il grande serbatoio mondiale.
27:49Vediamo che cosa abbiamo trovato.
27:53Quindi avete fatto una ricerca sulle parole, su Uma, Harum, Uma.
27:57Non solo su tutta la sequenza, quindi tutta la sua completezza, ma su Uma, Harum, Uma, Uma e su Harum.
28:04E qualcosa interessante abbiamo trovato.
28:06Tutte le informazioni, stranamente, ci portavano in Asia.
28:12In modo più specifico in Indonesia e in Malaysia.
28:17Vediamo, ecco, vediamo.
28:19Per esempio, nella lingua indonesiana ha senso Uma.
28:24Uma è, oltretutto, una divinità venerata a Bali.
28:31E Harum, in particolare, è ancora più interessante.
28:35È proprio un tempio, il tempio della primavera a Bangli, nell'isola di Bali.
28:43Quindi in Oriente ha questo significato, può avere questo significato.
28:47Potrebbe avere questo significato, quindi Uma e Harum, ecco, c'è questo collegamento.
28:51Quindi un collegamento di tipo sacro, ecco, potremmo chiamarlo in questo modo.
28:56Però assieme a questo collegamento sacro abbiniamo un collegamento di tipo decisamente profano.
29:03Perché Uma, Uma, abbiamo trovato dei siti relativi a prestazioni sessuali, a delle pratiche sessuali.
29:12In cui la parola Uma, Uma ricorre ad una certa frequenza.
29:17E francamente io ammetto di non conoscere il senso di questa parola.
29:22Ho chiesto a molte persone però.
29:24Quindi le ricerche su internet ci portano o in Oriente, con un'area semantica che ha a che fare con la religione,
29:30un tempio, una divinità, oppure sempre in Oriente, in Thailandia, con siti che hanno a che fare con pratiche, attività erotiche.
29:37Abbiamo una commissione incredibile di sacro e di profano che rende tutta la sequenza ancora più enigmatica e inquietante.
29:45Mistero, religioni che vengono dall'Oriente, siti erotici particolari.
29:50C'è anche un sindacato internazionale di autotrasportatori su internet che risponde a quelle parole.
29:55Mettiamo da parte la pista del messaggio misterioso e vediamo le altre ipotesi esaminate dalla polizia.
30:01Ogni delitto matura sempre nella metà oscura che c'è in tutte le cose.
30:06I luoghi hanno una loro metà oscura e ce l'hanno anche le persone
30:10ed è alla ricerca di questa che vanno gli agenti della squadra mobile quando setacciano la vita privata di Gianfranco.
30:17Sì perché questo delitto può avere l'impronta del delitto passionale, tutte quelle coltellate.
30:23Chi uccide con un coltello e uccide freddamente con premeditazione colpisce poche volte e nei punti giusti.
30:30Chi lo fa in preda ad uno stato emotivo, con rabbia e con violenza colpisce tante volte, quasi a casaccio,
30:36finché non emerge da una specie di stato di trans e si rende conto di quello che ha fatto.
30:41Gianfranco è stato colpito tutte quelle volte, con violenza, dove capita e nella parte che sembra quella più vicina all'assassino
30:51e poi è stato colpito con tanta rapidità che non è neppure riuscito a difendersi.
30:57La polizia setaccia la vita intima di Gianfranco alla ricerca di eventuali relazioni che vadano al di là dell'ambito familiare.
31:05Il quadro che ne emerge è conforme alla personalità di Gianfranco, tranquillo e riservato
31:10e anche le relazioni che ha con altre persone non sembrano spiegare quella incredibile esplosione di violenza.
31:17La pista del conoscente intimo però rimane sempre valida e sempre presa in considerazione.
31:22Ci sono almeno due indizi che fanno pensare alla polizia.
31:28Quel giorno, quel venerdì 24 marzo, Gianfranco non doveva essere lì, in quel negozio.
31:34I giorni in cui faceva il commesso nel negozio di articoli religiosi erano altri, martedì, mercoledì e giovedì.
31:41Quel venerdì c'era andato ugualmente perché due giorni prima la padrona del negozio
31:46gli aveva chiesto di sostituirla perché doveva portare la figlia dall'oculista
31:50e comunque quella non era neanche l'ora giusta perché di solito alla mattina Gianfranco apriva un po' più tardi.
31:58Se chi è andato in quel negozio ci è andato per trovare Gianfranco,
32:01doveva conoscerlo molto bene perché doveva sapere con certezza che lui si trovava lì quel giorno e a quell'ora.
32:08Secondo indizio, c'è una testimonianza.
32:11C'è una signora che si trova da quelle parti per un appuntamento qui arrivata in anticipo.
32:16Per ingannare il tempo guarda le vetrine dei negozi, tra cui proprio quel negozio di articoli religiosi.
32:22Sono le 8 e 30 e la signora vede entrare due persone lì dentro, al numero 7 di via del Proconsolo.
32:30Delle due persone, una corrisponde alla descrizione di Gianfranco, alto come lui, capelli come lui, stessi vestiti.
32:37L'altro invece è una donna. Un momento, una donna.
32:40La signora non è sicura, potrebbe anche essere un uomo con i capelli lunghi sul collo.
32:45Ma è sicuro una persona sui 25-30 anni, con un giubbotto chiaro, corto in vita, dall'aspetto fuori moda.
32:52Dopo pochi minuti arriva la persona che la signora sta aspettando e lei se ne va.
32:57Quando viene a sapere dell'omicidio, si ricorda di quelle due persone viste davanti a quel negozio, alle 8 e 30, quel venerdì,
33:04e corre dalla polizia a raccontarglielo, nel caso fosse importante.
33:08Certo che è importante. Quella è proprio l'ora dell'omicidio.
33:11Se una di quelle due persone fosse il signor Gianfranco e l'altra fosse la persona che Gianfranco aspettava per un appuntamento,
33:17allora, uomo o donna che sia, questo potrebbe essere l'assassino.
33:21Un fantasma. Ma un fantasma che comincia a assumere dei connotati, ancora incerti, ma comunque connotati di una persona in carne ed ossa.
33:30Anche in una città come questa, una città misteriosa e bellissima.
33:42Una città è fatta di volti. Oltre che di monumenti e strade, facciate di palazzi e piazze, una città è fatta di volti.
33:51Volti scolpiti nel sasso e volti di gente, che guarda e riflette negli occhi il volto stesso della città, come in uno specchio.
33:59E' una scenografia mobile, quella delle città riflesse nei volti di chi ci vive o ci passa.
34:04Una topografia in movimento, che cambia ad ogni secondo, ad ogni espressione, ad ogni alzare di ciglia o stringere di labbra,
34:11ogni mutamento di lineamenti che all'improvviso fanno di quella città una città diversa.
34:16Forse, ci sono solo due momenti in cui quella città si ferma, si blocca e rimane immobile.
34:23La notte, quando la gente dorme e l'espressione del volto si ferma nel sonno.
34:28O nelle fotografie scattate all'improvviso e che si fissano per sempre, come in una foto,
34:34o in una foto che si scatta e rimane immobile.
34:37La notte, quando la gente dorme e l'espressione del volto si ferma nel sonno.
34:43O nelle fotografie scattate all'improvviso e che si fissano per sempre nel tempo,
34:47siano quelle allegre dei turisti o quelle terribili della cronaca e dei delitti.
34:58Chi ha ucciso Gianfranco e perché?
35:01Come ha fatto a colpirlo con tanta violenza, senza lasciare tracce o schizzi di sangue sugli scaffali?
35:07E poi, come ha fatto a muoversi in un lago di sangue come quello e ad uscire senza lasciare impronte?
35:13E una volta fuori, in strada, come ha fatto a svanire nel nulla davanti a tutta quella gente, come un fantasma?
35:20A volte i luoghi parlano, parlano anche i morti per chi li sa ascoltare.
35:25La polizia, la squadra mobile di Firenze, il medico legale, gli operatori della scientifica
35:30sanno leggere cose che a noi sembrano mute o prive di importanza.
35:34E allora, torniamo alla polizia scientifica di Bologna
35:37e facciamoci raccontare quelle cose che a noi sembrano mute e oscure.
35:41Bene, so che avete ricostruito la scena del delitto con gli elementi che avevamo.
35:45Cosa può essere successo in quel negozio?
35:47Andiamo un'occhiata all'ambiente nel suo complesso, innanzitutto.
35:51Ecco, è un locale, rimaniamo così un attimo con questa immagine,
35:56abbastanza ampio, in forma rettangolare, caratterizzato da questa zona disadorna,
36:02quindi spogliati senza niente, l'ingresso, e questo lungo bancone a forma di L,
36:08ecco, defilato un po' sulla sinistra.
36:10Andiamo a vedere un pochettino, ingrandendo l'immagine, gli spazi e analizziamoli.
36:15Ecco, benissimo.
36:18Vediamo un pochettino cosa c'era, per poi vedere cosa non c'era,
36:22cosa avrebbe potuto, dovuto essere.
36:25Vediamo cosa c'era, cosa è stato trovato.
36:27Questo è lo spazio molto angusto in cui è nato, si è sviluppato, determinato l'atto d'aggressione.
36:35Tra il balcone e il muro.
36:37Esatto, ecco.
36:38Questa è una sedia, una normalissima sedia di legno.
36:43Questo è il corpo in posizione raccolta, in posizione di decubito laterale sinistro,
36:48quindi disteso sul fianco sinistro.
36:50Qua è stato raccolto, si è raccolto tutto il sangue,
36:54delimitato, ecco, in questa zona che è molto ampia,
36:57però è, tutto sommato, abbastanza circoscritta.
37:00Quindi è delimitato dal corpo della vittima e il bancone stesso, questa zona.
37:06Torniamo alla sedia.
37:08Vediamo un pochettino di vederla.
37:12È una normalissima sedia di legno, non particolarmente massiccia,
37:15non particolarmente grande, quindi sprovvista di braccioli.
37:19E con lo schienale proprio quasi attaccato, poggiato agli scaffali,
37:26quelli che chiamiamo degli scaffali, dove c'erano poi gli oggetti sacri esposti.
37:30Gli oggetti dei negozi.
37:31E cosa c'era su questa sedia?
37:33La posizione già è molto singolare, ferma, tranquilla, in ordine,
37:38proprio nel centro di uno spazio in cui è avvenuta un'aggressione violentissima.
37:43Certo.
37:44Cosa troviamo su questa superficie legna?
37:47Troviamo una piccola goccia di sangue, di forma rotonda.
37:51Una sola.
37:52Senza quelle particolari sfrangiature, quindi rotonda, isolata, piccola.
37:59Fermiamoci a queste considerazioni.
38:01Sotto il cadavere poi troveremo gli occhiali della vittima, del Cucuini,
38:05e un piccolo mazzetto di chiavi tenute insieme da un piccolo portachiavi rotondeggiante.
38:16Questo è quello che troviamo.
38:17È un mocio, quindi uno straccio, messo qua in diagonale,
38:22che quasi entra nell'altro ambiente, quello che c'è dietro.
38:26Vediamo un pochettino, da un'altra angolazione, di stabilire quello che manca.
38:31Rivediamo la stessa immagine.
38:36Ruotiamo.
38:37Cosa non c'è?
38:38Non ci sono tracce di schizzi, di spruzzi ematici, di sangue.
38:46Non ci sono, all'infuori di quell'unica goccia che troviamo sulla sedia.
38:50Unica, isolata, piccola, rotonda.
38:53Vediamo quante informazioni ci darà quest'insieme di dati.
38:57E poi cosa non troviamo?
38:59Non troviamo i disegni delle scappe insanguinate, non troviamo impronte.
39:06Ma la cosa che mi ha colpito maggiormente è stata proprio la sedia.
39:10Qua abbiamo una sedia non particolarmente pesante, non particolarmente massiccia,
39:16messa tranquillamente con lo schienale contro la beccheca, contro il muro qua sulla destra.
39:25Al centro, nel pieno centro, quindi di un'aggressione violentissima, e non si muove.
39:31Non è stata spostata, non è schizzata via.
39:33Aggressione estremamente violenta, 27 colpi.
39:36È tutta nata e sviluppata in questa zona angusta,
39:42quindi la zona più ristretta e angusta di tutto il locale.
39:45E com'è possibile? Una ragione doveva pure essersi.
39:48Considerati tutti questi elementi, dove si trovava l'assassino?
39:52Dove si trovava l'aggressore?
39:54A questo punto torniamo alle considerazioni fatte dal medico legale.
40:00Il primo colpo, terribile, violentissimo, è stato infetto alle spalle del cucuini.
40:05Nella parte posteriore del dorso, la parte sinistra.
40:11Regoliamoci con questo manichino in maniera molto semplice.
40:16Che direzione aveva questo colpo?
40:18Dice il medico legale, scoccato alle spalle del cucuini.
40:24Quindi una direzione da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso.
40:29Ma dove era? Dove poteva essere l'aggressore?
40:33E qual è stata la dinamica?
40:35Qualcosa non quadra se noi diamo per scontato che il vittima e l'aggressore fossero in piedi.
40:43Certo.
40:44E perché questa sedia non si è mossa?
40:46Io ho pensato a una cosa molto semplice.
40:48C'era un peso sopra.
40:50Il peso di una persona che stava sulla sedia, seduta.
40:54Alla luce di questo dobbiamo rivedere un po' tutta la dinamica.
40:58L'assenza di spruzzi, di schizzi, il peso sopra questa sedia, la goccia di sangue singola.
41:03Come è possibile?
41:04Vediamo di mettere insieme tutti questi elementi.
41:06Allora bisogna rivedere profondamente quella dinamica.
41:09Io ritengo più probabile che l'aggressione sia venuta in questo modo.
41:13Il cucuini era in qualche modo, per qualche motivo, forse per raccogliere quelle stesse chiavi
41:19di cui abbiamo parlato in precedenza,
41:21proteso, forse anche inginocchiato di fronte all'aggressore.
41:25Che in questo modo, prendo la penna a modo di pugnare,
41:28ha sferrato la prima coltellata, quella di cui parlava il referto autopsico, in questo modo.
41:34Violentissimo, energico.
41:36Che è stata sferrata, sì, alle spalle del cucuini.
41:40Però l'aggressore stava avanti alla vittima.
41:43Quindi sempre dall'alto verso il basso e da sinistra verso l'estero.
41:46Stesse caratteristiche.
41:47Per questo avrebbe potuto trarre in inganno l'analisi del tipo di ferita.
41:52In questo modo, ecco.
41:53Seconda coltellata, probabilmente qui, perché c'era quest'altra coltellata alla base della nuca.
41:58Isolata, anche questa.
42:00Cosa è successo dopo?
42:02Probabilmente, l'aggressore d'impeto, quindi abbandona la sedia.
42:08Spinge.
42:09Spinge la vittima.
42:11In questo modo, ecco, brandisce il coltello.
42:15Certo.
42:16Dalla cui lama scola.
42:18Quindi goccia, l'unica goccia che ritroviamo lì.
42:20E questa è la spiegazione della gocciola isolata che troviamo lì.
42:25Non ha tempo la seconda goccia di cadere perché subito l'aggressore si scaglia sulla vittima,
42:30che lì supino inerme, si difende blandamente e poi riceve tutta quella serie impressionante di colpi.
42:35Quindi c'è la rotazione del corpo verso la sinistra e tutti quei colpi che infatti accendono la parte destra.
42:43L'aggressione delle ferite, insomma, vengono tutte a terra, raso terra.
42:46Quasi raso terra.
42:48Ho capito.
42:49È un'aggressione che parte da un'altezza modestissima e termina quasi subito, dopo pochi secondi, quasi raso terra.
42:57Questo è quello che è successo dentro, ma fuori come fa l'assassino ad uscire?
43:01Guarda, abbiamo preparato una pianta molto semplice e chiara che ci aiuta a capire quali potevano essere le vie di fuga per l'assassino.
43:07Vieni, te la faccio vedere.
43:15Ecco, questa è la zona del negozio.
43:17Ecco, perfetto.
43:18Cerchiamo di capire subito in che spazio si è sviluppato l'assassino.
43:25Ecco qui.
43:26Certo.
43:27Quindi, vediamo prima quante uscite aveva a disposizione l'assassino.
43:33Quindi, primo ingresso, l'ingresso principale, quindi quello d'accesso al negozio, che dà direttamente in via del proconsolo.
43:41Considera che siamo praticamente alle spalle di Piazza delle Signorie a Firenze.
43:46Certo, in pieno centro.
43:47In pieno centro, una limpida giornata di marzo, con molta gente si presume.
43:52Secondo ingresso, questo secondo ingresso immette direttamente in questa galleria.
43:57Quella entrata, l'entrata laterale, è stata trovata chiusa dal sacerdote che ha cercato di entrare quella mattina.
44:03E quella è una porta che si può chiudere soltanto dall'interno.
44:07Quindi, evidentemente non è uscito da questo secondo ingresso.
44:10Quindi, l'unica via di fuga possibile, probabilmente quella utilizzata, è questa qui, in via del proconsolo.
44:16Da lì dove può essere andato?
44:18Avrebbe potuto, quindi, o scappare, visto che non era così sporco di sangue.
44:23Certo, scomparire nel centro di Firenze.
44:25Come abbiamo visto, quindi, sì, scomparire.
44:27Siamo proprio alle spalle di Piazza delle Signorie, quindi in pieno centro di Firenze.
44:32Oppure avrebbe potuto, anche avendo visto qualcosa di preoccupante, oppure essendosi insospettito o preoccupato,
44:39reinfilare, quindi dall'esterno, e rimettersi nella galleria cieca, come abbiamo visto.
44:47E in questa galleria poteva benissimo essere visto dagli operai che lavoravano alle fognature in quel periodo.
44:56Quindi, avevasi ampie possibilità di fuga, però non moltissime.
44:59Quindi l'assassino avrebbe potuto girare alla sua destra, rientrare nella galleria, nascondersi e poi uscire più tardi, con più calma.
45:05Oppure avrebbe potuto girare a sinistra e scomparire nel centro di Firenze.
45:09È molto probabile.
45:11La nostra storia è cambiata.
45:13Un'aggressione rasoterra spiega la mancanza di impronte e di schizzi di sangue.
45:18Adesso non si tratta più di un racconto di fantasmi.
45:21Adesso siamo in un vero e proprio romanzo giallo.
45:24E in un romanzo giallo ci vogliono spiegazioni razionali.
45:27In un romanzo giallo si possono fare delle ipotesi.
45:31Non è un omicidio a scopo di rapina, perché non è stato rubato niente.
45:35Però proviamo ad ipotizzare qualcosa di simile.
45:39Nella loro inchiesta, Reeve e Viganò hanno evidenziato che quel negozio era frequentato da persone che chiedevano soldi.
45:46Tossicodipendenti, barboni, nomadi.
45:49Forse uno di questi quella mattina ha trovato l'ossario cinese aperta.
45:53È entrato nel negozio, mentre Gianfranco si trovava sul retro.
45:57Intento a cercare quello straccio per pulire per terra.
46:00Quando è uscito, Gianfranco se lo è trovato davanti.
46:03Forse non ha soddisfatto le sue richieste di denaro.
46:06Forse non gli ha dato retta.
46:08Forse lo ha anche trattato malamente, lo ha cacciato via e si è messo a pulire per terra.
46:13Solo che quella volta Gianfranco non aveva davanti un barbone, come tanti altri, tranquillo e innocuo.
46:20Aveva davanti un pazzo, una persona che reagisce molto male.
46:24Afferra un tagliacarte o un paio di forbici.
46:27La prima cosa che si trova a portata di mano lo aggredisce e lo colpisce, mentre sta pulendo per terra.
46:33Sì, e la sedia?
46:36Quella sedia che non si è mossa?
46:39È difficile che Gianfranco avrebbe permesso ad un barbone di girare attorno al banco
46:44e di sedersi su quella sedia, senza cercare di cacciarlo via con più violenza
46:48e magari chiamare qualcuno in aiuto.
46:52Facciamo un'altra ipotesi.
46:54Non si tratta di un barbone, ma di un cliente.
46:57Quel negozio, nonostante fosse un serio e rispettabile negozio di articoli religiosi,
47:02era comunque frequentato da gente strana.
47:05Maniaci religiosi, seguaci di sette oscure.
47:09Forse una di queste persone torna in quel negozio quella mattina.
47:13Uma Arum Uma.
47:15Ricordate, quelle parole che Gianfranco ha scritto sulla sua agenda.
47:18Forse quella persona è un adepto di una qualche oscura sette orientale
47:22e ha insospettito Gianfranco tanto che lui ha preso un appunto.
47:26Quella persona vuole qualcosa nel negozio di Gianfranco che Gianfranco non gli vuole vendere.
47:32Solo che quella persona non ha la testa a posto.
47:34Insiste, gira attorno al banco, cerca le chiavi
47:37per aprire una di quelle vetrate che chiudono gli scaffali.
47:40Gianfranco reagisce, minaccia di denunciarlo
47:43e quando le chiavi sfuggono di mano a quella persona
47:46si china per raccoglierle e quella persona lo uccide.
47:55Può essere.
47:56Oppure facciamo un'altra ipotesi.
47:59La spiegazione del delitto va ricercata nella vita privata di Gianfranco,
48:03nelle sue amicizie.
48:05Un uomo o una donna dai capelli lunghi sul collo
48:08che quella mattina ha un appuntamento con Gianfranco in quel negozio
48:12per discutere qualcosa di importante.
48:14A quell'ora, quel negozio è semideserto, praticamente chiuso
48:18ed è un ottimo posto per parlare in pace.
48:22Quello che Gianfranco non sa è che quella persona è una persona losca e violenta.
48:27La discussione, che inizia pacificamente con quella persona seduta su una sedia
48:31e Gianfranco intento a pulire per terra,
48:33degenera in maniera brutale.
48:35In quel momento qualcuno comincia a bussare alla porta sul retro.
48:40È Don Sergio che cerca di entrare
48:43e forse è proprio quella intromissione dall'esterno a far perdere la testa all'assassino.
48:47Afferra la prima cosa che si trova a portata di mano,
48:50un tagliacarte o forse un piccolo coltello che si porta in tasca abitualmente
48:55e colpisce Gianfranco, 27 volte,
48:58mentre sulla porta del retro continuano a risuonare quei colpi.
49:0527 volte, le prime alle spalle e poi dove capita, raso terra,
49:09senza sporcare di sangue le pareti e le vetrate degli scaffali
49:13e quasi senza sporcarsi lui stesso.
49:16Poi basta scavalcare quel lago di sangue e correre verso l'ingresso principale,
49:21non quello di fianco, quello sul retro, perché lì c'è Don Sergio che sta bussando.
49:25Fuori l'assassino ha due alternative,
49:28voltare a destra, rientrare nel cortile e nascondersi fino a un momento migliore
49:32oppure girare a sinistra,
49:35approfittare della distrazione della gente e fuggire, come un fantasma.
49:40Non uno di quei fantasmi della fantasia, però,
49:43quelli che volano attraverso le finestre aperte o passano attraverso le pareti.
49:47Uno di quei fantasmi della cronaca,
49:50quelli che si allontanano a testa bassa tra la gente,
49:53stringendo in tasca un coltello insanguinato.
49:56Un coltello come quello che ha ucciso Gianfranco,
49:59ex tipografo d'arte in pensione,
50:02commesso part-time in un negozio di articoli religiosi.
50:20Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
50:50Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
51:20Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
51:50Sottotitoli e revisione a cura di QTSS

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