• l’altro ieri
Regia: Alfred Hitchcock
Paese: Inghilterra
Genere: Giallo
Interpreti: Herbert Marshall: Sir John Menier; Norah Baring: Diana Baring; Phyllis Konstam: Doucie Markham; Edward Chapman: Ted Markham; Miles Mander: Gordon Druce; Esme Percy: Handel Fane;
Donald Calthrop: Ion Stewart; Esme V. Chaplin: pubblico ministero
Amy Brandon Thomas: avvocata; Joynson Powell: giudice; S J Warmington: Bennett; Marie Wright: signorina Mitcham; Hannah Jones: signora Didsome; Una O'Connor: signora Grogram; R E Jeffrey: capo della giuria; Violet Farebrother: giurata; Clare Greet: giurata


TRAMA: Diana Baring è un’attrice di una piccola compagnia teatrale che viene accusata di omicidio perché è stata trovata vicino al cadavere di un’amica. Tra i giurati che la condannano c’è Sir John Menier, un celebre attore non convinto della sua colpevolezza che inizia ad indagare per non restare tutta la vita con il dubbio di avere compiuto un terribile errore giudiziario...


NOTE: Il soggetto nasce da un adattamento di Alfred Hitchcock e Walter Mycroft del romanzo Enter Sir John di Clemence Dane (pseudonimo di Winifred Ashton) e Helen Simpson. La sceneggiatura fu affidata ad Alma Reville. Contemporaneamente sullo stesso set Hitchcock girò lo stesso film ma con attori tedeschi, tra cui Alfred Abel e Olga Tschechowa. Il film in lingua tedesca uscì l'anno successivo con il titolo di Mary. Hitchcock racconta che all'inizio delle riprese i dialoghi non erano ancora del tutto ultimati e allora provò a far improvvisare le battute agli attori: il risultato fu "un cicaleccio disarmonico privo di spontaneità" e l'esperimento fu del tutto abbandonato. Il film è uno dei pochi "a enigma": Hitchcock ha sempre evitato i "whodunit" perché l'interesse sta solo nel finale, si attende semplicemente la risposta a chi sia l'assassino, si passa da un interrogatorio all'altro e l'emozione è pressoché assente. Il film spicca per alcune "prime volte": è il primo film parlato dell'attore Herbert Marshall che si rivelò eccellente anche per il sonoro; è la prima volta che si ricorre al monologo interiore anche se l'idea in teatro era utilizzata da sempre; è stato il primo film bilingue; infine nella colonna sonora la grande musica classica fa il suo ingresso trionfale. Il tema della confusione fra vita e teatro, fra essere e recitare, ritorna continuamente. François Truffaut rende omaggio a questo film di Hitchcock nel finale del suo film L'Ultimo Metrò.

Consigliato